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Tutti al talent post politico di Giulia, il nuovo bar sport per ggiovani

Marianna Rizzini

Tutti su La7 a vedere i “ggiovani” come ai Mondiali di calcio il giovedì sera. Tutti su La7 fino al 10,4 per cento di share, 2 milioni e duecentomila e rotti spettatori, a vedere il “format fresco e innovativo”, come dicono i fan, o “l’Amici della politica”, come dicono i detrattori, e cioè l’“Anno Uno” post santoriano che ha fatto il botto alla prima puntata (“eh, ma c’avevate Renzi”, sentenza delle Cassandre; “rosiconi”, risposta degli Estasiati). “Anno Uno”, dunque: protagonista la Giulia Innocenzi conduttrice e spartitraffico tra i “ggiovani”.

    Tutti su La7 a vedere i “ggiovani” come ai Mondiali di calcio il giovedì sera. Tutti su La7 fino al 10,4 per cento di share, 2 milioni e duecentomila e rotti spettatori, a vedere il “format fresco e innovativo”, come dicono i fan, o “l’Amici della politica”, come dicono i detrattori, e cioè l’“Anno Uno” post santoriano che ha fatto il botto alla prima puntata (“eh, ma c’avevate Renzi”, sentenza delle Cassandre; “rosiconi”, risposta degli Estasiati). “Anno Uno”, dunque: protagonista la Giulia Innocenzi conduttrice e spartitraffico tra i “ggiovani”. Co-protagonista, per stavolta, il suddetto Renzi premier. Comparse: Michele Santoro, Marco Travaglio e Vauro, con Travaglio che legge in piedi davanti a Renzi il suo editoriale. In studio, i ggiovani fanno i ggiovani che parlano di politica (si fa per dire): 24 ragazzi ex-post-neo “Grande Fratello”. Uno, Filippo, c’è stato davvero, al Gf, e lo rivendica – mica sono scemo perché sono stato al talent. Solo che poi parlando di sbarchi si mette a dire che lui e la sua ragazza in Africa ci sono stati, e hanno visto, oh se hanno visto, e Innocenzi allora sbotta: “In un resort, sarai stato”, e lui ammette che sì, beh, un po’ resort era, la struttura, ma lui poi è andato zaino in spalla in tutti gli orfanotrofi. C’è quello del Gf, dunque, e c’è il premier che chiama tutti per nome – cara Isabella, guarda il positivo – e a un certo punto se ne esce sul tema degli sbarchi con frasi che nemmeno la dibattente “de sinistra” tutta sole-cuore-amore: “Sono un babbo, prima le vite umane!”. E quella sole-cuore-amore allora dice “sono preparata, eh”, e parla di ponti umanitari via mare Venezia-Africa (passando per dove?). Poi c’è la “forcona” del nord (tesi: in Italia non c’è più spazio per nessuno), e c’è l’immigrato ghanese che grida “ma ce l’hai un cuore?”, e ci sono i ragazzi di [**Video_box_2**]seconda generazione che vorrebbero la cittadinanza (motivazione mai udita: quando tutta la classe va in gita e tu no perché non hai i documenti a posto, che fai?). E c’è il forse rapper milanese di periferia Giuseppe “Stima” Baldo e il romano con madre di “sinistra-sinistra” che però ora, come suo figlio, vota CasaPound, e c’è la guerra dei mondi tra il genio delle “app” che di cognome fa Ferragamo e il lavoratore senza laurea che dice “a diciannove anni la gente lavora e non ha tempo di inventare una app”, e c’è il servizio sulla destra cattiva con grande domanda: “Dobbiamo avere paura?”. Tutti hanno foto e frase-madre sul sito di “Anno Uno”, pronti per essere votati da casa (si vince il domandone finale con l’ospite di turno). Gli spettatori schizzinosi, a quel punto, scrivono su Twitter “ma che casting”, ché i giovani, a molti, paiono anche un po’ giovani che dicono boiate (tweet di Salvatore Merlo: “Metti dieci cazzoni di 30 anni attorno a Renzi e Renzi ti sembrerà Abramo Lincoln”; tweet di Guia Soncini: “‘L’ho letto su Facebook, però erano fatti attendibili’ – come vedemmo un talk-show e abolimmo il suffragio universale…”). Intanto la gente si divertiva a votare questo o quello e magari anche a favore delle scarpe da Malefica della conduttrice, impegnata a domare il trentenne espatriato a Londra che a Renzi, te pareva, rinfacciava “l’accordo con un pre-giu-di-ca-to!!”. E Renzi si lasciava trascinare (“no al governo con due pregiudicati!”, diceva, a onore del “dibattito vero”). “Bar-sport, bar-sport”, rincaravano gli schizzinosi, solo che poi a qualcuno pareva di averli già sentiti, i ggiovani che parlano come ormai si parla nel paese e sul web (“d’altronde Grillo tra i giovani è al 33 per cento”, commentava sconsolato un twittatore). E quando Renzi, preso dal format, pronunciava la frase “non lo dico per farmi votare”, il web esplodeva in un collettivo: “Allora vabbè”.

    • Marianna Rizzini
    • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.