Amici dei giaguari anti
Domani si vota, e l’amico vip del Cattivo lo sa. L’amico vip del Cattivo (amico anche se non conosce di persona) c’è e ci sta, ma ci tiene a sembrare lì per caso. E se anche si dichiara presente, l’amico del Cattivo cerca di mostrarsi a tempo determinato, disponibile a metà e non con tutta l’anima, come se il tormento della scelta pro Cattivo lo squassasse a ogni ora anzichenò.
Domani si vota, e l’amico vip del Cattivo lo sa. L’amico vip del Cattivo (amico anche se non conosce di persona) c’è e ci sta, ma ci tiene a sembrare lì per caso. E se anche si dichiara presente, l’amico del Cattivo cerca di mostrarsi a tempo determinato, disponibile a metà e non con tutta l’anima, come se il tormento della scelta pro Cattivo lo squassasse a ogni ora anzichenò. “Meglio i Cinque stelle di questa sinistra asservita al potere”, dice dunque la cantante Fiorella Mannoia intervistata da MicroMega, subito specificando che però non le piacciono “né Beppe Grillo né Gianroberto Casaleggio”. Solo che poi, dice Fiorella, i deputati del M5s che “salgono sui tetti” sono “l’unica opposizione”, e siccome lei è rimasta di sinistra – “semmai si sono spostati gli altri” – che cosa deve fare, da cittadina e donna “privilegiata”, se non propendere, come in passato per la lista Ingroia, pure per il comico del plastico carcerario? “Non voglio essere classificato”, dice il cantante Piero Pelù a futura memoria, ed è lo stesso Pelù fustigatore del Matteo Renzi “boy-scout di Licio Gelli” dal palco del concerto del primo maggio, un Pelù che viene rilanciato come illustre camarade dal blog di Beppe Grillo. Sulla sua pagina Facebook, il Pelù del “sono libero, io” (questa la frase-chiave, il paravento dell’endorsement dal piedistallo), è apertamente fan delle tesi espresse dai parlamentari a cinque stelle, ma non al punto di dire: li voto. Per un Claudio Santamaria (l’attore) che si mostra grillino senza maschera, per un Paolo Villaggio pasdaran, e per un Dario Fo che ha già dimenticato il dispiacere datogli dal Grillo anti alleanze, ci sono gli amici vip critici (tipo Gino Paoli), gli ex simpatizzanti delusi (tipo Lapo Elkann) e i nuovi simpatizzanti eretici (a Raffaella Carrà piacciono sia Grillo sia Renzi). Va peggio, comunque, a Nigel Farage, il Cattivo inglese, leader di Ukip. Ieri, infatti, sul Guardian online, ci si chiedeva quanto davvero “la fortemente euroscettica” Victoria Beckham fosse arrivata al punto di sostenere Farage nell’urna (nessuno è certo).
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S’interrogano, a Londra, su quanti dj della nouvelle vague possano seguire le orme dell’attrice Joan Collins, che anni fa dichiarava il suo patronage per Ukip senza per questo dichiarare il voto. Per non dire di Sir Tim Rice, conduttore radiofonico: ho dato soldi a Ukip, diceva, ma non lo supporto in alcun modo. La Francia, poi, ha da tempo i suoi amici vip della Cattiva famiglia Le Pen, specie tra stelle in disarmo come Alain Delon e Brigitte Bardot. Ma in Italia, paese di poeti, navigatori e volubili amanti, pare non esserci molta voglia, ora, di dirsi orgogliosamente a favore del Pd, nel mondo delle Belle Arti un tempo ancorate al carrozzone Pci-Pds-Ds. Nelle alte vette c’è piuttosto voglia di farsi dire “vaffa” dal Cattivo Grillo (che si è scusato con l’osannato e poi insultato prof. Stefano Rodotà, ma pare pronto a rifarlo). La propensione per il Cattivo si fa contenitore di frustrazione e odio sociale per la cosiddetta “ggente” ma “non per noi”, spiegano tra le righe gli stessi vip. “A noi Grillo piace perché gli altri fanno schifo”, dicono, come a evidenziare la ponderazione, il ritrarsi orripilato e sofferto dall’indigesta possibilità di vincere con il nuovo Pd rottamato che pure un mese fa guardavano con bramosia (si attendono ripensamenti di fronte ai processi virtuali prossimamente in atto sul blog di Grillo). Certo non si leggono più, come l’anno scorso, editoriali pro Cattivo firmati dal prof. Ernesto Galli della Loggia, firma del Corriere della Sera presto pentita del proprio grillismo riluttante (ma fino a quando?). Né si può negare che Adriano Celentano abbia mollato Grillo per Renzi sul tema “parlare con Berlusconi” (ma fino a quando?). Poi però arriva Corrado Guzzanti: “Noto che ‘Voto per Grillo’ più che una vera decisione per me è una fase della giornata”, scrive su Facebook: “Può durare da 5 minuti a un’ora. Se quel momento capiterà per caso quando sarò in cabina elettorale voterò effettivamente per Grillo. Se fossi una persona seria dovrei restituire la scheda”. Lo farà?
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