Presidenziali di cioccolato

I neonazi di Kiev hanno preso l'un per cento, altro che il bluff di Putin

Daniele Raineri

In Ucraina il partito di estrema destra Pravy Sektor ha preso meno dell’un per cento alle elezioni presidenziali di domenica. L’altro partito della destra ucraina che fa paura, Svoboda, ha preso poco più dell’un per cento. La vittoria è andata con un margine ampio all’europeista Petro Poroshenko, tycoon dell’industria dolciaria ed ex ministro anche di Viktor Yanukovich, il presidente cacciato a febbraio da una rivolta di piazza. La ex leader controversa Yulia Tymoshenko è arrivata seconda con un distacco incolmabile. Nelle zone dell’est del paese dove il controllo del governo centrale di Kiev è quasi nullo soltanto 800 seggi su tremila erano aperti per ricevere gli elettori, gli altri erano chiusi a causa delle minacce dei separatisti.

    In Ucraina il partito di estrema destra Pravy Sektor ha preso meno dell’un per cento alle elezioni presidenziali di domenica. L’altro partito della destra ucraina che fa paura, Svoboda, ha preso poco più dell’un per cento. La vittoria è andata con un margine ampio all’europeista Petro Poroshenko, tycoon dell’industria dolciaria ed ex ministro anche di Viktor Yanukovich, il presidente cacciato a febbraio da una rivolta di piazza. La ex leader controversa Yulia Tymoshenko è arrivata seconda con un distacco incolmabile. Nelle zone dell’est del paese dove il controllo del governo centrale di Kiev è quasi nullo soltanto 800 seggi su tremila erano aperti per ricevere gli elettori, gli altri erano chiusi a causa delle minacce dei separatisti.

    Il risultato magrissimo della destra ucraina smentisce la narrativa russa di un “golpe neonazi a Kiev”, una narrativa ripetuta e declinata in ogni forma dai media russi negli ultimi quattro mesi e pronunciata chiaramente il 18 marzo anche dal presidente Vladimir Putin nel discorso che ha celebrato l’annessione della Crimea. “Dietro agli ultimi eventi in Ucraina ci sono individui che vogliono prendere il potere e non si fermeranno davanti a nulla. Hanno fatto ricorso al terrore, agli assassini e alle rivolte. Nazionalisti, neonazisti, russofobi e antisemiti hanno eseguito questo golpe. E anche oggi stanno decidendo il tono in Ucraina”, disse Putin.

    Domenica il primo canale della tv di stato russa ha annunciato che il leader di Pravy Sektor, Dmitry Yarosh, era in testa agli exit poll con il 37 per cento dei voti. Non si riesce a capire come sia possibile che la tv russa abbia dato questa cifra, considerato il fatto che i sondaggi anticipavano che il suo risultato sarebbe stato basso. Ad aprile una tv russa filmò un biglietto da visita di Yarosh lasciato – come una firma improbabile – a un posto di blocco dei separatisti dove quattro persone erano morte in uno scontro a fuoco.

    Due giorni fa l’Ucraina non si è consegnata a un presidente neonazi – come la maggioranza degli ucraini era pronta a garantire non sarebbe successo, anche nei giorni più violenti della rivolta (mentre in Europa la destra tendenza fascismo con un debole per Putin ottiene risultati corposi). Gli effetti della reazione militare russa invece sono reali: la Crimea è diventata territorio della Russia e nel sud-est dell’Ucraina c’è una guerra a bassa intensità tra le milizie separatiste aiutate da Mosca e l’esercito ucraino impegnato in quelle che continua a definire “operazioni antiterrorismo”. In questo conflitto a singhiozzo che va avanti tra tregue lunghe e picchi improvvisi di violenza, sabato è stato ucciso un fotografo italiano, Andrea Rocchelli. Secondo un collega francese che era assieme a lui, l’auto su cui viaggiavano è stata colpita su una strada controllata dai separatisti da un colpo di mortaio (probabilmente) sparato dall’esercito ucraino.
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    “I suoi dolci sono cancerogeni” Gli exit poll sono usciti alle otto di sera locali. Poche ore dopo, alle tre del mattino, un gruppo di miliziani ha occupato l’aeroporto di Donetsk, secondo quella pratica dei colpi di mano per prendere il controllo di postazioni importanti che ormai nell’Ucraina meridionale è diventata una routine. A vedere le immagini il gruppo di separatisti appare equipaggiato e bene armato, con lanciagranate automatici e mirini telescopici – non è una squadraccia improvvisata. A mezzogiorno l’esercito ucraino ha risposto con gli aerei – che hanno mitragliato l’area – e con alcuni elicotteri. Le truppe ucraine hanno lentamente cominciato a riprendere l’aeroporto, mentre a qualche isolato di distanza la polizia locale chiudeva le strade al traffico, come se si trattasse di una normale emergenza cittadina. Il custode di un parcheggio vicino è morto per colpa di una pallottola vagante. Nel pomeriggio, i passaggi di aerei ed elicotteri sono cessati perché è arrivato un temporale. La Russia ha chiesto l’interruzione dell’operazione militare a Donetsk.

    Il neo presidente Petro Poroshenko ha detto che i separatisti nell’est sono come i pirati somali, che hanno creato nel loro paese uno “stato perpetuo di assenza delle leggi”. Poroshenko ha già detto che non interromperà le operazioni militari, e il New York Times ieri ha registrato un cambio di tono nei suoi confronti da parte del Cremlino. Durante la campagna elettorale i canali russi lo ridicolizzavano come “il coniglio di cioccolato” e dicevano che i suoi dolci sono cancerogeni. Ora lo trattano da presidente, anche se Putin ancora non lo riconosce nel suo nuovo incarico.

    • Daniele Raineri
    • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)