Finita la marcia su Rapallo / 7

Bel risveglio da un mezzo incubo, abbiamo un partito di massa, nazionale e popolare

Lanfranco Pace

Confesso che la notte prima ho dormito male. L’idea di dover emigrare ancora una volta alla mia certa età per sottrarmi alla parte peggiore del mio popolo, ai loro portavoce che ci vogliono mandare a piedi in nome di quella idiozia che è la decrescita felice, non è che concili il sonno. E lungo tutta la domenica, le ex mogli. Chi con Tsipras e non per il culo della Bacchiddu, che sarebbe ancora segno di grazia, ma perché nei confronti del proprio passato si deve avere cura e amorevole protezione. Chi invece dice che trova simpatica la Taverna che ha quattro idee e a quelle si tiene.

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    Confesso che la notte prima ho dormito male. L’idea di dover emigrare ancora una volta alla mia certa età per sottrarmi alla parte peggiore del mio popolo, ai loro portavoce che ci vogliono mandare a piedi in nome di quella idiozia che è la decrescita felice, non è che concili il sonno. E lungo tutta la domenica, le ex mogli. Chi con Tsipras e non per il culo della Bacchiddu, che sarebbe ancora segno di grazia, ma perché nei confronti del proprio passato si deve avere cura e amorevole protezione. Chi invece dice che trova simpatica la Taverna che ha quattro idee e a quelle si tiene. E poi tutte contro Renzi, uno che si agita, non sta mai fermo, ne inventa una al giorno, manco avesse la sindrome di Tourette. E vi passo gli echi inquietanti dei Freccero e dei Travaglio, dei Mentana e delle Gruber, dei Floris e dei Formigli. Insomma ero di umore nero. Poi l’inzuccata di Sergio Ramos, e vai. Abbiamo un [**Video_box_2**]partito. Di massa, nazionale e popolare. Abbiamo un gruppo dirigente tutto femmine e sorrisi che tinge di femminile anche Stefano Bonaccini. Abbiamo un leader da quaranta e virgola, che con stile e intelligenza comunicativa lascia agli altri la scena nel momento del trionfo. E sembrano tutti belli, giovani, di primo pelo, anche Luigi Zanda che il papà era il capo di polizia dei miei venti anni. Abbiamo? Hanno? Chi se ne frega. Solo importa che c’era un muro e questo muro qualcuno l’ha sfondato e ora fa massa critica, così gli elettori vanno da una parte all’altra. Non è forse questo il passo decisivo verso la normalità tanto a lungo perseguita? Sono state belle elezioni, suvvia, abbiamo assistito a una straordinaria, sovvertitrice concatenazione d’eventi. Altro che la solfa che i popoli in genere non capiscono. Un voto così pienamente, lucidamente politico non lo si vedeva da tempo. Gli inglesi in piena emergenza immigrazione protestano contro l’Europa, bacchettano Cameron, fanno vincere Farage ma tengono a galla i laburisti I francesi hanno sparato sull’ambulanza. Più che di vittoria della signora Le Pen, largamente prevedibile, si deve parlare di disfatta dei socialisti e di Hollande. Il Fn aveva già compiuto simili exploit, la differenza è che questa volta ha corso contro una destra repubblicana divisa e in evidente crisi di leadership, contro una sinistra inconcludente e un presidente al minimo storico della popolarità. Il cosiddetto motore franco-tedesco, già in panne, ora è a terra. La Merkel da oggi è un po’ più sola. In un colpo solo, italiani e francesi hanno sgonfiato il pallone e segato la gamba di legno. Possono darsi il cinque.

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    • Lanfranco Pace
    • Giornalista da tempo e per caso, crede che gli animali abbiano un'anima. Per proteggere i suoi, potrebbe anche chiedere un'ordinanza restrittiva contro Camillo Langone.