La guerra a Donetsk
Ieri il governo ucraino ha annunciato di avere ripreso il controllo dell’aeroporto di Donetsk, occupato a sorpresa dai separatisti nella notte di domenica. E’ stata un’operazione cruenta e sono morti cinquanta miliziani e due civili – secondo il sindaco della città, Oleksandr Lukyanchenko. Il recupero dei corpi è difficile a causa della presenza di cecchini e quattro inviati dell’Osce in città sono spariti e non danno più notizie. L’esercito ucraino sostiene di non avere subìto perdite (intanto grandi proteste in Abkhazia di chi chiede al presidente più integrazione con la Russia).
Ieri il governo ucraino ha annunciato di avere ripreso il controllo dell’aeroporto di Donetsk, occupato a sorpresa dai separatisti nella notte di domenica. E’ stata un’operazione cruenta e sono morti cinquanta miliziani e due civili – secondo il sindaco della città, Oleksandr Lukyanchenko. Il recupero dei corpi è difficile a causa della presenza di cecchini e quattro inviati dell’Osce in città sono spariti e non danno più notizie. L’esercito ucraino sostiene di non avere subìto perdite (intanto grandi proteste in Abkhazia di chi chiede al presidente più integrazione con la Russia).
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La rete americana Cnn e quella internazionale Vice News hanno trasmesso video che provano la presenza di volontari ceceni tra i separatisti. Domenica a una manifestazione per la “Nuova Russia” (l’area dichiarata indipendente) i ceceni hanno detto davanti alle telecamere di essere “kadyrovtsy”, combattenti leali a Ramzan Kadyrov, il leader ceceno fedelissimo del presidente russo Vladimir Putin. Il nome del loro battaglione è Vostok (“Est”), che è lo stesso nome dell’unico battaglione di etnia cecena dell’esercito russo, controllato dall’intelligence militare di Mosca durante le guerre in Cecenia e in Georgia. Il Vostok è stato associato ad alcuni crimini di guerra ed è stato sciolto nel 2008, ma ora il reparto è risorto in forma irregolare nella “Repubblica popolare di Donetsk”.
Il giovane presidente della Repubblica cecena smentisce l’invio di volontari in Ucraina fin dal 9 maggio scorso, ma le sue parole non sono rassicuranti: “Se ci fossero davvero ceceni a Sloviansk, i soldati ucraini scapperebbero dal terrore”. Semyon Semyonchenko, comandante dei 16 soldati ucraini uccisi venerdì scorso, dice che gli aggressori erano “ceceni bene addestrati”. E’ difficile credere che volontari armati si spostino dal Caucaso fino all’Ucraina attraverso sei confini regionali e uno internazionale senza il consenso tacito dei governi di Grozny e Mosca.
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