Come fa Putin a mettere ordine fra i “turisti della guerra” nell'est ucraino?

Paola Peduzzi

“Il nostro presidente ci ha dato l’ordine. Ci hanno chiamato e siamo venuti”, ha detto al Financial Times Zelikhman, un combattente di 33 anni che ha avvicinato il reporter del quotidiano britannico vicino a un ospedale di Donetsk, nell’Ucraina dell’est. Il presidente cui fa riferimento il combattente è quello della Cecenia, Ramzan Kadyrov, il quale smentisce di aver dato alcun ordine, ma il ceceno Zelikhman pare convinto, dice che la sua unità si chiama “dikaya diviziya”, la “divisione selvaggia”.

    “Il nostro presidente ci ha dato l’ordine. Ci hanno chiamato e siamo venuti”, ha detto al Financial Times Zelikhman, un combattente di 33 anni che ha avvicinato il reporter del quotidiano britannico vicino a un ospedale di Donetsk, nell’Ucraina dell’est. Il presidente cui fa riferimento il combattente è quello della Cecenia, Ramzan Kadyrov, il quale smentisce di aver dato alcun ordine, ma il ceceno Zelikhman pare convinto, dice che la sua unità si chiama “dikaya diviziya”, la “divisione selvaggia”. Un funzionario del ministero degli Esteri russi dice che si tratta della solita propaganda occidentale, “se sono ceceni sono cittadini della Federazione russa, non possiamo controllare dove vanno tutti i nostri cittadini. Ma posso assicurare che non abbiamo mandato le nostre forze” nell’Ucraina dell’est. I russi si mostrano in Ucraina, titola didascalico il New York Times, e le prove della presenza dei combattenti russi sono ormai tante: quel che non è chiaro è quanto Mosca li controlli. Il neopresidente ucraino, Petro Poroshenko, questo dubbio non ce l’ha, e dice a Jackson Diehl del Washington Post che vuole un maggior sostegno da parte degli Stati Uniti, un aiuto diretto di Washington, “ho l’impressione che le sanzioni non siano abbastanza forti, e quando l’aggressione inizia non c’è nessuna sanzione che può aiutare”. Poroshenko chiede “cooperazione nell’assitenza tecnica militare e strategica. Siamo pronti a combattere per l’indipendenza, e dobbiamo costruire le forze armate dell’Ucraina”.

    [**Video_box_2**]L’esercito di Kiev è impegnato da settimane nell’operazione “antiterrorismo” nell’est dell’Ucraina, e negli ultimi giorni la guerriglia permanente tra soldati e separatisti si è trasformata in qualcosa che assomiglia più a una guerra, per quanto le forze in campo siano sempre meno identificabili. All’aeroporto di Donetsk – che nella strategia di Kiev è considerato una “linea rossa”: quando sono arrivati circa 200 separatisti per occuparlo è scattato l’ordine di intervento – c’è stata l’ultima battaglia feroce, circa un centinaio di morti: le vittime sono più dal lato dei separatisti, formati da milizie diverse tra loro, molto litigiose anche, che sono state schiacciate dall’esercito ucraino. La violenza deve essere fermata, dice in coro la comunità internazionale, e anche il presidente russo, Vladimir Putin, potrebbe essere d’accordo (il capo del Cremlino è difficilmente intelliggibile, come si sa). L’analista ucraino Tim Ash ha spiegato alla Reuters qual è il dilemma di Putin: “Rimanere ai margini e non fare nulla può comportare un contraccolpo in Russia, perché sembra che il presidente lasci i russi d’Ucraina alla mercé del governo di Kiev”. Ma anche un intervento formale da parte della Russia avrebbe conseguenze gravi.

    Mark Galeotti, esperto di sicurezza e milizie russe, spiega sul suo blog che Putin ora deve cercare di riprendere il controllo “dei turisti della guerra” dell’Ucraina dell’est: “Avendo deciso di combattere un conflitto non lineare attraverso alleati locali, avventurieri, disertori, i russi ora sembrano realizzare che una guerra così a buon mercato ma anche senza riserve è invero difficile da controllare”. Come rimettere ordine, quindi? Ci sono molte speculazioni, ma di certo c’è che la settimana prossima Putin andrà a Deauville per la celebrazione del 70esimo anniversario dello sbarco in Normandia. Ieri l’Eliseo ha fatto sapere che la sera del 5 giugno ci sarà un bilaterale tra il presidente francese, François Hollande, e Putin per discutere di Ucraina. Per ottenere cosa, però? La Russia chiede all’occidente di fermare l’operazione militare di Kiev, Kiev chiede all’occidente un aiuto militare diretto: non ci sono le premesse per un negoziato – e anche il grande accordo di Ginevra con la sua road map celebrata dai sostenitori europei della linea morbida con Putin pare piuttosto in bilico.

    • Paola Peduzzi
    • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi