Giro di Foglio

I segreti della cronometro del Monte Grappa e di miss Giro d'Italia

Giovanni Battistuzzi

Oggi c’è l’ultima cronometro di questo Giro d’Italia: da Bassano del Grappa sino al Monte Grappa. Mancano tre tappe alla fine e Nairo Quintana è davanti a Rigoberto Uran di 1’41”. Il Giro se lo giocano loro. Bene. Analisi concisa ma efficace dicono alla Rai. Ho finito le ovvietà per oggi, quindi inizio a parlare della vera corsa. Anzi. Mi concedo un’altra divagazione sulla classifica generale. La situazione è molto complicata e piena d’insidie e si prospetta una lotta serrata.

    Quanto narrato in questo articolo è opera di fantasia. Ogni riferimento a cose, persone o fatti realmente accaduti è (quasi) puramente casuale. Nessun ciclista è stato maltrattato nella realizzazione di questo servizio.

    Oggi c’è l’ultima cronometro di questo Giro d’Italia: da Bassano del Grappa sino al Monte Grappa. Mancano tre tappe alla fine e Nairo Quintana è davanti a Rigoberto Uran di 1’41”. Il Giro se lo giocano loro.

    Bene. Analisi concisa ma efficace dicono alla Rai. Ho finito le ovvietà per oggi, quindi inizio a parlare della vera corsa. Anzi. Mi concedo un’altra divagazione sulla classifica generale. La situazione è molto complicata e piena d’insidie e si prospetta una lotta serrata. Tre in dieci secondi e considerando il pericolo di gruppetto di domani e il clima di festa di domenica, è evidente che oggi ci si giocherà la maglia nera. Al momento la indosso io con un vantaggio di 6” sul mio nemico prussiano e 9” sullo sprinter olandese della Belkin Jetse Bol, eccellente interprete del detto “chi va piano, va sano e va lontano”. Contento del primato, ma deluso dalle prestazioni dei miei due pupilli, nonché favoriti per la classifica finale: Marco Bandiera, solo 149° e Alan Marangoni, 138°. Peccato. Sono giovani, si faranno.

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    Ieri ha vinto un altro colombiano, Julian Arredondo. In maglia rosa c’è un colombiano, Nairo Quintana, in seconda posizione Rigoberto Uran, colombiano anch’esso. Mi chiama il presidente della Colombia. “Dato che ormai vinciamo solo noi, ho proposto a Mauro Vegni, direttore del Giro, che il prossimo anno il Giro parta dalla Colombia”. Gli ho risposto che è impossibile dato che il Giro è stato acquistato dagli emiri e che il prossimo anno si correrà interamente negli Emirati. C’è rimasto male e mi assicura che proporrà ai suoi connazionali di ritirarsi dal Giro. Gli dico di ripensarci. Non lo fa. Mi chiamano Uran e Quintana e mi assicurano di avere discendenti italiani: sono entrambi figli della Carrà. Dato che la somiglianza è evidente vengono subito tesserati per la Federazione e parteciperanno ai Campionati del Mondo che si correranno in Spagna con la formazione diretta da Davide Cassani. Due grandi acquisti. A tal proposito il comitato veneto per il ciclismo veneto indipendente ha proposto un referendum per l’uscita dalla Federazione in segno di protesta. In poche ore hanno votato 55 milioni di veneti, il 95 per cento a favore, il 3 per cento contrari, mentre il restante 2 per cento si è astenuto. 47 milioni di voti arrivavano dal Cile, paese verso il quale si è diretta la maggior parte del popolo serenissimo dopo la più grande diaspora di veneti della storia alla fine dell’800.

    Sono stato il primo a partire. Sette chilometri di pianura, poi 19 in salita. Una mazzata. Per prepararmi meglio alla prova presenzio alla finale di Miss Giro d’Italia. Io e Poldo siamo due dei giurati, ma nessuno lo sa per evitare sconvenienti abbordaggi. Peccato, ci rammarichiamo. La scelta della data non è casuale. La nota diffusa dall’organizzazione spiega che la decisione di svolgere a Bassano l’evento è stata presa perché è noto a tutti la bellezza della cittadina veneta, scenario ideale per premiare la bellezza femminile. Con tutto il rispetto per Bassano, ritengo che anche Roncobilaccio sia una cittadina bellissima (grazie a questa frase ho intascato 4milioni di euro dal Comune di Roncobilaccio). Comunque non è vero che la decisione è stata presa per questo. Vi spiego i retroscena. Il direttore di Miss Giro d’Italia ha una figlia che partecipa al concorso, ma che è molto brutta, talmente brutta che Platinette sembra accettabile. Quindi, dato che non la poteva organizzare prima della cronometro del vino rosso, Barbaresco-Barolo, perché la figlia era all’estero, ha dovuto rimandarla a oggi in quanto tutti sanno che a Bassano nelle tubature dell’acquedotto scorre l’acqua del Monte Grappa che come è risaputo non è acqua, ma grappa. Infatti i bassanesi sono famosi in tutto il mondo per la loro resistenza all’alcol, tanto che il venti volte campione mondiale di alcol bevuto è tal Alessio Gerolin, proprio di Bassano. Da qui la scelta: dato l’organizzatore è un po’ spilorcio e che corrompere i 55 giurati, termine minimo per disputare un concorso di bellezza secondo il regolamento burocratico italiano, gli sarebbe venuto a costare troppo, ha preferito sfruttare la grappa gratis di Bassano.

    Sua figlia ha vinto. Tutti erano ubriachi e contenti. E la tirannia del bello per una volta non ha trionfato. Applausi da parte dell’Onu. Tutti hanno festeggiato cantando a squarciagola Maracaibo.

    Ilfoglio.it seguirà con alcune uscite settimanali il Giro d'Italia ospitando la "cronaca" di viaggio del nostro inviato dal blog Girodiruota (che invece sarà aggiornato quotidianamente).

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