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Un liberale a Roma

Giulia Pompili

La ritrovata stabilità politica, la necessità di far ripartire la crescita economica, l’èra delle grandi riforme, l’urgenza di affrontare questioni geopolitiche delicate. Non sono poche in questo momento le cose in comune tra il presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, e il premier giapponese Shinzo Abe. E di questo parleranno durante l’incontro che si terrà a Roma venerdì, durante la brevissima visita di Abe nella capitale.

    La ritrovata stabilità politica, la necessità di far ripartire la crescita economica, l’èra delle grandi riforme, l’urgenza di affrontare questioni geopolitiche delicate. Non sono poche in questo momento le cose in comune tra il presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, e il premier giapponese Shinzo Abe. E di questo parleranno durante l’incontro che si terrà a Roma venerdì, durante la brevissima visita di Abe nella capitale. Il premier giapponese è già in volo da Tokyo per Bruxelles, dove mercoledì parteciperà al G7, per poi atterrare a Roma giovedì sera. Una visita improvvisa e super blindata – nessun incontro con la stampa previsto – durante la quale l’artefice dell’Abenomics [leggi Il Giappone cresce da pazzi dopo un lungo sonno] spera di ottenere delle rassicurazioni dall’Italia per quanto riguarda gli accordi di libero scambio tra Giappone e Ue, in vista del semestre di presidenza dell’Unione europea. Inoltre le questioni internazionali sono un problema da affrontare: Italia e Giappone si sono trovati uniti nel condannare (e sanzionare) l’azione militare di Putin in Crimea, ma alcune fonti dicono che “non è possibile, né per Tokyo né per Roma, congelare definitivamente i contatti diplomatici e commerciali con la Russia”. Ben altro problema è quello della Cina, che da tempo è tornata a ricoprire il ruolo di “bulla” nel Pacifico [leggi l'intervista all'ambasciatore giapponese in Italia Masaharu Kohno]. Per esempio i venti di guerra tra Hanoi e Pechino, che stanno vivendo il peggior momento delle loro relazioni dagli anni Settanta a oggi [leggi l'editoriale]. E forse non è un caso che Renzi, due giorni dopo il suo incontro con Abe, partirà per un viaggio di stato che inizierà in Vietnam e terminerà in Cina (ma “it’s only business”, dicono fonti giapponesi).
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    In ogni caso uno degli aspetti più interessanti della visita di Abe a Roma è il suo incontro privato con Papa Francesco previsto per venerdì mattina. Bergoglio – che in un’intervista aerea all’inizio del pontificato aveva espresso il desiderio di andare a fare il missionario in Giappone ma che nel suo viaggio apostolico in Asia andrà in Corea e non in Giappone – riceverà Abe non per motivi religiosi ma soprattutto per questioni politiche. Secondo alcune fonti Abe vuole collaborare con la chiesa per l’assistenza dei paesi in via di sviluppo e portare in Vaticano la sua idea di “un Giappone che contribuisce proattivamente alla pace”. Il governo di Abe sta infatti promuovendo una modifica interpretativa della Costituzione post bellica per potersi dotare di un esercito (oggi gli è negato, il Giappone può possedere solo Forze di Autodifesa), una variante che gli ha attirato le critiche dei pacifisti di mezzo mondo. Inoltre il premier giapponese non ha mai nascosto la sua fede scintoista, e nel dicembre scorso ha provocato le ire di Cina e Corea del sud visitando il santuario shintoista Yasukuni, dove sono commemorate, tra le 2.466.532 anime di militari e servitori dello stato caduti in guerra, anche quelle di quattordici persone classificate come criminali di classe A, condannate per “crimini contro la pace” [leggi Perché Abe è andato al santuario Yasukuni]. L’ultimo primo ministro giapponese a visitare l’Italia era stato, nel luglio del 2009, Taro Aso, che attualmente ricopre la carica di viceministro del gabinetto di Abe e di ministro delle Finanze. In quella occasione Aso, che è un cattolico, incontrò anche Papa Benedetto XVI. Nel settembre dello stesso anno fu Napolitano a visitare Tokyo, incontrando il successivo primo ministro Hatoyama e l’imperatore Akihito. Forse per i tempi così contingentati non sono previste visite del premier Abe al Quirinale.

    Renzi e il premier Abe si erano incontrati nel marzo scorso in un incontro bilaterale all’Aja, durante il Nuclear security summit. Abe aveva espresso interesse per l’azione del governo Renzi, “la ripresa economica italiana dipende dalla sua leadership”, aveva detto. E dopo il consenso ottenuto alle elezioni europee, il governo di Tokyo si aspetta di poter rafforzare la collaborazione con Roma sia dal punto di vista turistico ma anche e soprattutto in vista dell’Expo di Milano.

    • Giulia Pompili
    • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.