Buona Malefica

Annalena Benini

Quando Malefica fa la faccia cattiva, con gli occhi trasparenti di Angelina Jolie e quegli zigomi adatti a tagliare il burro, e dice ad Aurora neonata: “Ti odio”, ma Aurora ride nella culla, i bambini ridono, sollevati. Non hanno più paura di una strega vestita di nero con le corna e senza più le ali, che protegge il suo regno con i rovi e sorride solo quando lancia i malefici contro ragazzine innocenti. Non hanno più paura, ma sono molto confusi: allora non è più cattiva!, urla il più piccolo, facendo girare gli adulti in sala (sono tutti adulti, e tutti fanno la stessa battuta sulle corna di Angelina Jolie), ma la sorella gli lancia i pop corn: non capisci niente, lei era buona anche prima, solo che Stefano l’ha fatta soffrire.

    Quando Malefica fa la faccia cattiva, con gli occhi trasparenti di Angelina Jolie e quegli zigomi adatti a tagliare il burro, e dice ad Aurora neonata: “Ti odio”, ma Aurora ride nella culla, i bambini ridono, sollevati. Non hanno più paura di una strega vestita di nero con le corna e senza più le ali, che protegge il suo regno con i rovi e sorride solo quando lancia i malefici contro ragazzine innocenti. Non hanno più paura, ma sono molto confusi: allora non è più cattiva!, urla il più piccolo, facendo girare gli adulti in sala (sono tutti adulti, e tutti fanno la stessa battuta sulle corna di Angelina Jolie), ma la sorella gli lancia i pop corn: non capisci niente, lei era buona anche prima, solo che Stefano l’ha fatta soffrire. Dopo brevi colluttazioni, in cui di solito il maschio rivendica con nettezza la cattiveria di una donna pallidissima, sempre arrabbiata, che vive in un luogo spettrale e fa annunciare il suo arrivo da fumo e tuoni e vento, e la femmina invece è convinta della bontà di quel cuore ferito (“lei prima era felice, era anche bionda!”), i bambini si appassionano a “Maleficent” (l’ultimo film Disney) per scoprire la vera storia della “Bella Addormentata”. La vera storia del male, che sta anche dentro il bene. E il bene, che quando si arrabbia fa molto male. E’ la prima volta che il male assoluto delle favole, così rassicurante perché, una volta sconfitto, vivono tutti felici e contenti, con la strega in fondo a un dirupo, non esiste più: Malefica odia, perché ha molto amato (“Lei era innamorata di quel bambino bruttissimo”, dice la bambina che non vuole innamorarsi di nessuno). E a poco a poco non odia più, e si pente, vorrebbe tornare indietro, ritirare il maleficio. Quando guarda Aurora, la figlia dell’uomo che l’ha tradita, prima la trova disgustosa, e poi la ammira. Per quella incrollabile, ingenua fiducia nel mondo. Per il fatto che non ha paura di lei, e la chiama “fata madrina”. Perché le piace la brughiera, e le piacciono i mostri fatti di foglie, le piace il corvo che diventa un uomo, le piacciono anche il buio, gli zigomi taglienti e l’aria infelice e altera di Malefica. A tutti, da sempre, piace più Malefica di Aurora.

    [**Video_box_2**]Malefica con la faccia verdognola e gli occhi che roteano, Malefica che si trasforma in un drago e combatte fino alla fine la sua battaglia. Troppo noioso essere Aurora, bellissima, con i capelli d’oro, e addosso i doni delle fate: non deve fare niente, solo cantare con gli uccellini, sorridere, pungersi stupidamente un dito e aspettare che gli altri fatichino per lei, per quel bacio di vero amore. Aurora, così com’era concepita da Perrault, non era più sopportabile, serviva un po’ di Malefica a rivitalizzarla, a farla guardare con sgomento dal padre, che la ritrova, dopo sedici anni, dalla parte dei cattivi. Ma poiché i bambini (e anche i grandi) hanno bisogno di qualcuno da indicare come il colpevole di tutto (perché “il male è di questo mondo” non è abbastanza), allora la figura peggiore, come in molti nuovi film Disney, la fa un uomo: Stefano, che diventa re per avere tagliato le ali alla fata che lo amava e si fidava di lui, diventa pazzo, ossessionato da Malefica, niente ha importanza (nemmeno la moglie, la figlia, il regno) tranne catturare la fata cattiva. Parla alle ali strappate, ha lo sguardo infossato, e tutti si chiedono come Malefica si sia potuta innamorare di una tale nullità. “E’ lui il male del mondo!”, urla trionfante il bambino più piccolo, durante la battaglia finale piena di catene, fiamme e magie. “Macché, non lo vedi che è ubriaco”, gli risponde la bambina.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.