Il Mondiale dei bolliti inizia con uno spiedino
In quello che rischia di essere il Mondiale dei bolliti, uno spiedino va bene. Il Brasile ha dovuto lottare per regolare la Croazia: il 3 a 1 rafforza il gran cliché del calcio, gol sbagliato gol subito.
In quello che rischia di essere il Mondiale dei bolliti, uno spiedino va bene. Il Brasile ha dovuto lottare per regolare la Croazia: il 3 a 1 rafforza il gran cliché del calcio, gol sbagliato gol subito. Due volte la Croazia può raddrizzare la barca, due volte viene punita. La prima da Neymar che mette gesso sulla stecca e dai venticinque metri manda il pallone a carambolare sulla faccia interna del palo. Poi, nei minuti finali, da Oscar, uno dei migliori, che ribalta in modo fulmineo l’azione fallita dei croati per una prodigiosa parata del portiere.
Avevano paura i brasiliani di steccare la prima. Sono giovani per lo più, cantano l’inno nazionale e si vede subito che sentono la pressione, il primo quarto d’ora lo giocano da vagotonici: un croato armato di tozzi tronchetti scardina i piedi di Oscar, la palla arriva a Rakitic che spinge subito Olic sull’out sinistro, cross teso al centro, impappinamento collettivo fino a che arriva Marcelo a buttarla dentro: e quando la combina grossa gli si ammutolisce lo sguardo così che sembra davvero Ficarra del noto duo Ficarra e Picone.
La Croazia regge il ritorno dei brasiliani, troppo lento per impensierire: hanno un fior di centrocampo, Rakitic cervello del Siviglia, Kovacic grande speranza nero azzurra e infine quel Luka Modric di lotta e di governo e quanta lungimiranza dimostrò Mourinho a mettere le chiavi del centro campo del Real Madrid in mano a lui e non all’usurato e molto caro Kakà.
Neymar jr dei verde oro è la stella: è esile, non ha ferite di guerra calcistica, ha faccia da buono, quando sente arrivare l’urto cade a terra non per barare ma perché fisicamente proprio non gliela fa. Quando segna non alza le braccia al cielo, non ringrazia Gesù ma colei o coloro che gli fanno battere il cuoricino. Insomma ha grande talento ma è un pupo. Thiago Silva si vede che è stanco, sessanta partite giocate in Europa tra campionato e coppe lasciano il segno. Marcelo è fortissimo come ala, deve impegnarsi molto per essere anche un buon terzino. Non è una buona squadra il Brasile ma è una squadra: il gruppo c’è e visto come andò quello del 1982, che con Socrates Zico Falcao eccetera fu il più grande dell’epoca moderna, c’è caso che riesca a vincere il sesto titolo mondiale.
Prima della partita, l’ouverture . E’ partita male, giallo oro, blu e verde sparati, festa colorata per bambini dall’aria un po’ scema, ballerini senza ritmo e questa sì che è una notizia, un incessante roteare di palle e palline di varie dimensioni, poi un certo Pittbull e due simoneventura oceaniche, Jennifer Lopez e Claudia Leitte, l’hanno definitivamente affondata.
Parte che abbiano speso dieci milioni di euro per mettere a punto un marchingegno per consentire a un handicappato totale di dare il calcio d’inizio: hanno ragione quelli che manifestano, i buoni sentimenti portano spesso a fare qualcosa di indecente.
Il Foglio sportivo - in corpore sano