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La Francia ritrova l'autostima, la Svizzera il kiulo di Hitzfeld
3-0 dei Bleus contro l'Honduras grazie alla doppietta di Benzema. Gli elvetici ribaltano il risultato e vincono all'ultimo minuto contro l'Ecuador.
Entrano Francia e Honduras, non ci sono gli inni nazionali, se abbiamo capito bene ci sono problemi tecnici. La République avanza in modo solenne, lento e un po’ spocchioso, come le si addice. Per un po’ prende legni e mazzate, i difensori e i centrocampisti dell’Honduras hanno gambe di massello e danno l’anima arrivando spesso e volentieri primi sia sui rimbalzi che nelle contese palla a terra. Benzema si muove poco, parla ai compagni da quando Didier Deschamps lo ha scelto come capitano e come suo uomo in campo. Matuidi fa confusione, Pogba trotterella al ritmo basico dello svogliato che non contempla accelerazioni, più vispi gli esterni, Valbuena e Griezmann, se non avessero la tendenza a creare ingorgo al centro.
E’ noia fino al 44’: quando Pogba si ritrova solo a qualche metro dalla porta e viene buttato giù con una spallata di Wilson Palacios, armadio in forza allo Stoke City. Espulsione per doppia ammonizione e calcio di rigore: tira un concentratissimo Benzema e segna. Il 2 a 0 arriva all’inizio del secondo tempo, pratica archiviata, l’Honduras già attaccava poco quando erano in undici, con l’uomo in meno cerca solo di evitare l’imbarcata.
Arriverà anche il 3 a 0. Una partita contro un avversario modesto che però era decisiva per la Francia: doveva costruirsi autostima dopo essersi qualificata al Mondiale di straforo, all’ultima partita e con un gol losco. Alla fine tutti contenti e tifosi che cantano la Marsigliese.
Quelli svizzeri invece hanno diverso senso dell’umorismo. Alla partita del pomeriggio con l’Ecuador si sono presentati con fette di groviera in polistirolo sopra i tradizionali cappelli rossi con la croce bianca: è stata dura per la squadra di Ottmar Hitzfeld che va al riposo addirittura in svantaggio. Poi due cambi, entrano Mehmedi e Seferovic e segnano entrambi, il centravanti della Real Sociedad segna il gol della vittoria all’ultimo secondo, una ripartenza fulminea dopo che l’Ecuador aveva scioccamente ciccato il 2 a 1 a suo favore. Hitzfeld è un vecchio saggio, ha avuto certamente kiulo: quando stai perdendo e cambi due giocatori all’intervallo e vinci vuol dire quanto meno che hai toppato la formazione di partenza.
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