Lasciarsi un po'
Gwyneth Paltrow e Chris Martin hanno dato dimostrazione pratica di che cosa sia il nuovo matrimonio riuscito: un romantico divorzio. Li hanno fotografati vicini e sorridenti, testa bionda contro testa bionda, mentre guardano qualcosa, qualcosa di dolce che li fa stringere l’uno all’altra.
Dopo aver creato una nuova definizione di addio, “consciously uncoupling”, disaccoppiamento consapevole, responsabile, sostenibile, probabilmente ecologico, Gwyneth Paltrow e Chris Martin hanno dato dimostrazione pratica di che cosa sia il nuovo matrimonio riuscito: un romantico divorzio. Li hanno fotografati vicini e sorridenti, testa bionda contro testa bionda, mentre guardano qualcosa, forse una foto sull’iPhone, qualcosa di dolce che li fa stringere l’uno all’altra. In undici anni di matrimonio e due figli, le foto di loro due insieme quasi non esistono, e adesso invece sono così carini, si vogliono tanto bene: ora che lui non deve più mangiare le bacche di goji e vestirsi di fibre naturali, ora che può uscire con Rihanna, mentre Gwyneth può combattere in pace la guerra contro lo zucchero e innamorarsi di qualcun altro, fotografarsi con le amiche, non c’è più motivo di stare lontani, di tenersi il broncio. Si può andare in vacanza tutti insieme, si può passare il Natale come Rod Stewart, con tre ex mogli (quello è il giorno di “tre bionde e un tacchino”, ha detto lui) e mostrare questo affettuoso uncoupling, che secondo il Telegraph ha molto a [**Video_box_2**]che fare con il narcisismo competitivo, con il bisogno di essere sempre un esempio, un sogno: le gambe più belle, i capelli più biondi, l’Oscar più giovane, il divorzio più romantico. Così, se Jennifer Aniston passerà alla storia come la ragazza che non ha mai superato il divorzio da Brad Pitt, e Mia Farrow come l’“Attrazione fatale” di Woody Allen, Gwyneth Paltrow vuole essere ricordata per questo stile di vita responsabile ed elegante, una pubblica separazione piena di rose che sbocciano, il divorzio vegetariano insomma. Il lancio dei coltelli, dei piatti, dei bicchieri, gli occhi rossi e il momento liberatorio degli insulti probabilmente è esistito, molto tempo prima. Il dolore, anche. Ma in pubblico, il modello perfetto (che richiede molte energie) è quello della gioia condivisa: la nuova fidanzata del tuo ex marito diventerà la tua più cara amica, terrai i suoi figli per il weekend, consolerai la tua ex moglie quando il suo fidanzato la lascerà, quando torneranno insieme festeggerete la felicità ritrovata su un’isola tropicale, e quando il tuo ex marito sarà solo a casa, d’estate, gli porterai le lasagne di tua madre e lui in cambio ti compilerà la dichiarazione dei redditi, e mangiando quelle lasagne ti confiderà i problemi sentimentali con la nuova compagna (“è troppo giovane, morirò d’infarto”). Il divorzio sostenibile è forse più impegnativo di un matrimonio, perché bisogna essere comprensivi al di là di ogni immaginazione, mai nervosi, mai delusi, disponibili a tutti i cambi di programma, al Mondiale visto, da ex marito, sul proprio ex divano, accanto al nuovo occupante e alle sue ciabatte, disposti anche a comprare le pizze, a portare giù la spazzatura uscendo, tanto che, se si fosse stati così grandiosi durante la vita insieme, probabilmente non si sarebbe mai arrivati al divorzio. Ma è meglio non pensarci, adesso, la cosa più importante è l’ostentazione di serenità, di complicità, di consapevolezza appunto: il consciously uncoupling prevede molte foto insieme, quante non se ne sono fatte nemmeno alla festa di nozze, e l’allegria di Rossella O’Hara quando strappa la tenda per farsi un vestito nuovo e fingere di non essere povera. Tanto impegno è, a volte, ripagato da un consciously re-coupling. Però tenuto nascostissimo: niente foto, niente sorrisi, niente affettuosità. La prova che tutto è tornato come prima.
Il Foglio sportivo - in corpore sano