La dottrina tirata per la giacca nella chiesa, arrivano le unioni civili
Nessuno, dice il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi, vuole mettere una pietra tombale sopra la Familiaris Consortio di Giovanni Paolo II.
Roma. Nessuno, dice il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi, vuole mettere una pietra tombale sopra la Familiaris Consortio di Giovanni Paolo II, l’esortazione sulla famiglia scritta a conclusione del Sinodo sulla famiglia del 1980. “Penso che con quel testo sia stato detto tutto, ma le situazioni oggi sono diverse”, ha detto Baldisseri a margine dell’incontro tra i rappresentanti delle conferenze episcopali d’Europa che s’è tenuto nei giorni scorsi a Lisbona: “Abbiamo bisogno di approfondire tutti i temi, da un punto di vista sociologico, antropologico, filosofico e anche teologico”. Oggi, ha aggiunto il porporato toscano, “ci sono problemi e sfide nuove cui la chiesa è chiamata a rispondere”, e per questo è necessario “mobilitare tutte le intelligenze” a disposizione, anche per discutere “con tranquillità e serenità” di dottrina. Se è assodato infatti che questa “è sempre la stessa”, è altrettanto vero che ci sono “aspetti che si rinnovano” nel tempo, ed è bene prendere atto che “l’insegnamento cattolico e la dottrina non possono essere solo teoria, ma devono entrare nell’esperienza delle persone. Bisogna considerare queste esperienze, le sofferenze, le nuove problematiche e dare a tutto ciò una risposta pastorale”. Il dibattito è aperto, è vero che all’interno dell’episcopato mondiale “ci sono posizioni che sembrano lontane”, e proprio per questo “è importante parlare e confrontarci, raccogliendo il meglio dalle varie proposte”, ha detto Baldisseri. Senza tabù, come aveva auspicato qualche settimana fa il nuovo segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, il quale si augura che la chiesa italiana possa in tempi brevi “parlare di qualsiasi argomento, di preti sposati, di eucarestia ai divorziati, di omosessualità. Partendo dal Vangelo e dando ragione delle proprie posizioni”. Più prudente sugli esiti della doppia assise sinodale del 2014 e 2015 è invece il presidente della conferenza episcopale statunitense, il vescovo di Louisville, mons. Joseph Kurtz. Conversando con il National Catholic Reporter al termine dell’assemblea generale di primavera che s’è tenuta la scorsa settimana a New Orleans, il presule plaude all’organizzazione del Sinodo, crede che sarà un’occasione per discutere apertamente e liberamente dei grandi temi che hanno a che fare con la famiglia, ma ritiene che “coloro che ripongono in questo appuntamento grandi aspettative, rischiano di vederle disattese”, chiara allusione alle richieste di cambiamento in fatto di morale sessuale emerse dalle risposte ai questionari inviati lo scorso autunno alle diocesi di tutto il mondo. Ad ogni modo, osserva ancora Kurtz, “è molto positivo vedere come stiamo affrontando le sfide della famiglia alla luce della tradizione e dell’insegnamento tradizionale [**Video_box_2**]della chiesa”, sottolineando con forza che il confronto, pur libero e franco, dovrà comunque avere come cardine la dottrina trasmessa e ribadita con forza nel corso dei secoli.
Il Sinodo straordinario, con la discussione sulle “situazioni inedite fino a pochi anni fa” aprirà i battenti mentre il Parlamento italiano inizierà a discutere il disegno di legge sulle unioni civili, una volta chiusa la partita sulla legge elettorale. Lo ha annunciato direttamente il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, secondo il quale è venuto il momento di “realizzare quell’impegno preso durante la campagna delle primarie”. Anche qui dibattito aperto all’interno della maggioranza sui contenuti, ma non ci sarà spazio – ha precisato il premier – per nessun ripensamento. Stando al progetto del governo, alle coppie omosessuali saranno riservati quasi gli stessi diritti spettanti alle coppie sposate: potranno iscriversi in un apposito registro delle unioni civili, avranno diritto alla successione, alla reversibilità della pensione del partner in caso di decesso di quest’ultimo. Non potranno, però, adottare bambini, benché sia allo studio la possibilità per uno dei due soggetti di adottare il figlio del partner. Il disegno di legge prevederà anche l’istituzione dei patti di convivenza riservati a tutte le coppie che sceglieranno di non sposarsi (nel caso di quelle etero) o che non vorranno iscriversi al registro delle unioni civili.
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