Dietro la distanza tra Europa e Cina, le lontane colpe degli Unni
Un confronto tra noi e Pechino. Sulla "fragilità della solidità", propria del potere accentrato, e la "solidità della fragilità" di quelli decentrati.
Si ha un’immensa steppa, con ai lati la Manciuria e la Russia. Questa steppa permette alla cavalleria dei nomadi di scorrazzare senza molti problemi. Ai nomadi, in caso di sconfitta, è infatti sufficiente ritirarsi, perché le distanze sono tali che nessun nemico stanziale è in grado di riportare una vittoria definitiva. Naturalmente con le armi da fuoco cambia il quadro. Fintanto però che la pressione della cavalleria faceva la differenza, i nomadi erano una potenza militare terrestre di prima grandezza. La Cina non ha difese naturali a nord, mentre le ha a sud: le montagne del Tibet e le foreste dell’Indonesia. La distanza della Cina dalla steppa è modesta. La Cina di conseguenza deve reagire alle minacce “unidirezionali”, ossia al pericolo d’invasione dei nomadi dal nord. La distanza dell’Europa dalla steppa è, invece, considerevole. L’Europa non ha perciò di fronte a sé una minaccia “unidirezionale”, ma molte minacce: dal nord, dal sud e da est, nessuna con un impatto militare vicino a quello del nomadi. In questo caso, abbiamo le minacce “pluridirezionali”.
[**Video_box_2**]Di fronte a una potente minaccia unidirezionale, si ha l’incentivo a costituire un’unica entità politica che consenta di mettere in campo una potenza militare adeguata. Se la minaccia è invece pluridirezionale e mai troppo potente, non si ha questo incentivo e dunque si possono avere molte entità politiche piccole con una potenza militare relativa ma adeguata. La Cina, nonostante la forza del suo centralismo, è stata fragile, mentre l’Europa, nonostante la debolezza del suo sistema decentrato, è stata forte. Abbiamo a che fare con la fragilità della solidità (Cina) e la solidità della fragilità (Europa).
Il concetto di forza della fragilità è stato inventato da Nassim Taleb ed è riassumibile con una parabola. Un re, che voleva punire il figlio tirandogli una pietra, non voleva però fargli del male. Volendolo comunque punire, doveva lanciare la pietra. Come uscirne? Su consiglio di un rabbino molto saggio, la pietra venne spezzata in tanti frammenti. Una volta suddivisa in tanti frammenti, fu lanciata contro il figlio che fu punito ma non si fece male. Il concetto è che il lancio di una pietra intera produce sulla vittima un danno maggiore di quello che si genera dall’accumularsi di tanti frammenti della stessa pietra. Alla Cina sono state tirate pietre, all’Europa frammenti di pietra. Perciò, per quanto centralizzata, la Cina era fragile di fronte all’impatto delle pietre-nomadi. Invece l’Europa, per quanto decentralizzata, ha potuto resistere ai molti frammenti di pietra – gli arabi, i vichinghi. Questo sostengono tra le altre cose tre economisti – Chiu Yu Ko, Mark Koyama, Tuan-Hwee Sng – nella loro ricerca intitolata “Unified China and Divided Europe”.
Procedendo nel ragionamento, arrivano alle conclusioni – per così dire – pratiche. Mentre un sistema centralizzato fa poche guerre ma distruttive, un sistema decentralizzato di potenze di pari peso fa molte guerre mai distruttive. In Cina le guerre sono state contro i nomadi, in Europa fra gli stati europei. Un sistema centralizzato spende meno in campo militare perché ha economie di scala, mentre uno decentralizzato spende molto perché è sempre in allerta con gli altri stati che sono circa delle sue dimensioni. La Cina ha infatti prelevato meno imposte dell’Europa nel corso dei secoli pre-industrializzazione.
Inoltre la popolazione fluttua molto quando si è colpiti da un’unica e potente pietra. La Cina ha infatti registrato una variabilità demografica maggiore dell’Europa. Lo sviluppo economico richiede una popolazione numerosa ma soprattutto stabile per avere un diffuso apprendimento attraverso l’esperienza e per avere una diffusione veloce delle innovazioni. A causa della volatilità della sua pur numerosa popolazione la Cina non è decollata come l’Europa, se non negli ultimi decenni. In Cina è accaduto diverse volte che la popolazione si contraesse, in Europa è accaduto solo con la peste nera. Il reddito pro capite cinese dall’anno mille fino a poco tempo fa è stato, infatti, una frazione di quello europeo.
Oggi la Cina non deve più centralizzarsi per combattere le orde di nomadi che calano dalla steppa, con la conseguente fluttuazione violenta della sua popolazione. Oggi gli stati dell’Europa non hanno più bisogno di grandi spese militari per evitare che i vicini di pari potenza possano dominarli. Manca insomma la “spinta propulsiva” per la centralizzazione in Cina, e per la spesa militare in Europa. In Europa la spesa per lo stato sociale ha sostituito la spesa militare – in Prussia la spesa militare era pari all’ottanta per cento delle entrate statali – in Cina vedremo.
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