Retroscena Ramallah

Daniele Raineri

Tutte le manovre dei palestinesi che vogliono diventare leader grazie a Qatar, Egitto e Stati Uniti

Il sito francese Intelligence Online ha informazioni sulla successione apertia a Mahmoud Abbas conosciuto anche come Abu Mazen, leader dell’Autorità nazionale palestinese.

 

Mohammed Dahlan era l’ex comandante della “Forza di sicurezza preventiva” quando l’Olp controllava anche la Striscia di Gaza, prima del 2007. Da mesi è impegnato in una campagna discreta per raccogliere sostenitori e ha dalla sua l’appoggio del neo presidente egiziano, Abdel Fattah al Sisi, e degli Emirati Arabi Uniti. Contro Dahlan c’è Jibril al Rajoub, di 62 anni, che occupò lo stesso ruolo nella sicurezza – ma nella Cisgiordania – e oggi presiede il Comitato olimpico palestinese. Rajoub è stato ricevuto dall’emiro del Qatar, Tamim bin Hamad al Thani, assieme al suo capo di gabinetto Khalid bin Khalifa al Attiya. Secondo le minute, le trascrizioni di quell’incontro, finite in mano a Intelligence Online, il Qatar appoggia con tutto il suo peso Rajoub, ma non è riuscito a convincere gli Stati Uniti, che restano indecisi.

 

[**Video_box_2**]Doha ha preso in mano il dossier e sta spingendo il candidato. A maggio l’emiro ha mandato il suo capo dell’intelligence, Ghanem al Qubaisi, a Washington per incontrare John Brennan, il direttore della Cia, e Susan Rice, il Consigliere per la sicurezza nazionale. Brennan e Rice sono due membri del governo americano che sulle questioni mediorientali hanno l’orecchio attento del presidente. Negli stessi giorni, l’emiro ha spedito il ministro degli Esteri, Khaled bin Mohammed al Attiyahh, a Londra a incontrare il segretario di Stato americano, John Kerry, e lo stesso Abu Mazen.

 

Secondo le minute dell’incontro, l’emiro del Qatar ha potuto dire a Rajoub che gli Stati Uniti sono sospettosi nei confronti di Dahlan, considerato troppo scostane, e incapace di controllare Cisgiordania e Gaza se fossero unificate.

 

A Washington però c’è una buona disposizione verso un’altra ipotesi, un tandem con Rajoub e Marwan Barghouti, che è in una prigione israeliana dal 2002 ed è molto popolare tra i palestinesi. Rajoub ha già detto al suo sponsor del Qatar di essere contro questa eventuale accoppiata. Ha anche approfittato dell’incontro per chiedere all’emiro di assumere 20 mila palestinesi per lavori edili, da cui salari l’Autorità palestinese potrà prelevare una tassa del 5 per cento per riempire le prorpie casse. Queste manovre sottobanco per decidere chi diventerà il nuovo leader palestinese acquistano importanza di giorno in giorno, mentre la tensione altissima con Israele – nel mezzo delle operazioni di Tsahal per ritrovare i tre ragazzi rapiti – rischia di aprire la strada a una nuova Intifada.

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  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)