Orrore in Israele

Trovati i tre ragazzi rapiti a Hebron, sepolti in un campo

Daniele Raineri

Riunione d’emergenza con i militari Netanyahu: “Ora Hamas la pagherà”

Oggi i soldati hanno trovato i corpi dei tre ragazzi israeliani rapiti il 12 giugno a nord di Hebron mentre facevano l’autostop sull’autostrada 60 in Cisgiordania. Naftali Frenkel e Gilad Shaar, di 16 anni, e Eyal Yifrach, di 19, sono stati uccisi e sepolti in un campo a Halhul, forse poco dopo la loro sparizione. Per ritrovarli, l’esercito e le forze di sicurezza hanno montato nelle ultime settimane un’operazione di ricerca gigantesca – Brother’s Keeper – in Cisgiordania e hanno colpito alcuni target di Hamas, il gruppo terrorista palestinese che secondo Gerusalemme è responsabile del rapimento e dell’uccisione dei tre ragazzi. Da quando è iniziata l’operazione militare, sono stati lanciati almeno quaranta razzi sul territorio israeliano dalla Striscia di Gaza. Il governo di Benjamin Netanyahu ha riunito ieri sera d’emergenza il consiglio di sicurezza per discutere la risposta all’assassinio, con il viceministro della Difesa, Danny Danon, che ha chiesto un assalto militare a Hamas, “questa fine tragica” della vicenda del rapimento dei tre adolescenti “sarà anche la fine di Hamas”, ha detto. Il governo è diviso fra ministri che propongono un’azione massiccia contro il gruppo armato e chi invece vuole cercare la solidarietà internazionale. Hamas risponde: “Qualsiasi attacco aprirà le porte dell’inferno”.

 

La settimana scorsa le autorità israeliane hanno diffuso i nomi di due membri di Hamas sospettati del rapimento, Abu Aysha e Marwan Kawasme, mancano dal loro quartiere Heres di Hebron fin da prima del sequestro e sono ancora latitanti. Uomini di Hamas a Hebron confermano che i due fanno parte del gruppo e i soldati dell’esercito israeliano in queste settimane sono entrati nelle case e hanno sequestrato alcuni oggetti considerati come possibili prove. La polizia israeliana è finita sotto accusa, perché non avrebbe risposto alla chiamata notturna di uno dei tre ragazzi dal suo cellulare, che sosteneva di essere stato rapito. Quando il padre ha dato l’allarme all’esercito e alle forze di sicurezza dello Shin Bet, erano ormai passate cinque ore. Proprio lo Shin Bet ieri si è assunto la paternità delle indagini e del ritrovamento con un comunicato: “Dopo un intenso lavoro d’intelligence, meno di 24 ore dopo il sequestro abbiamo individuato i responsabili, Abu Aysha e Marwan Kawasme. Più tardi, grazie ad altre informazioni d’intelligence abbiamo indicato alle squadre di ricerca l’area su cui concentrarsi, a ovest di Halhul e nord di Hebron. Da allora, lo Shin Bet e le forze speciali dell’esercito hanno condotto ricerche intensive in quell’area”.

 

[**Video_box_2**]Sedici razzi in una notte da Gaza Il ministro Yaakov Perry dice che il presidente palestinese Mohamed Abbas, detto anche Abu Mazen, dovrebbe revocare immediatamente il patto di riconciliazione con Hamas. La morte dei tre ragazzi arriva nel momento del fallimento del processo di pace tra Israele e i palestinesi. Dopo una mediazione laboriosa e infinita da parte del segretario di stato americano, John Kerry, non soltanto i negoziati non sono cominciati, ma l’Autorità nazionale palestinese ha firmato un riavvicinamento e formato un governo assieme a Hamas. Il gruppo che controlla la Striscia di Gaza si è tenuto molto di lato e non ha preteso ruoli rilevanti, ma la fusione con la Cisgiordania – di cui ora Perry chiede la fine – è effettiva. L’America si trova nella posizione imbarazzante di chi deve continuare a finanziare un governo, quello palestinese, che ora contiene elementi che fanno la guerra a colpi di razzi da Gaza, nella speranza remota di controllarlo in qualche modo e di farlo un giorno sedere al tavolo dei colloqui.

 

Due giorni fa gli aerei israeliani hanno colpito una cellula di lanciatori di razzi. Tra domenica notte e l’alba di lunedì sedici razzi sono stati sparati su Israele, dieci in una volta unica per ingannare le contromisure israeliane, ma sono caduti su un’area disabitata senza causare danni.

 

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  • Daniele Raineri
  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)