Beppe Grillo e Marco Travaglio

Anvedi come balla il Fatto, tra dittatura e Nazareno 2.0

Giuliano Ferrara

I lettori del Fatto quotidiano si sono addormentati l’altro ieri sera (dormono parecchio, anche da svegli) con l’affresco della dittatura infernale Renzi & Napolitano più Berlusconi, e si sono risvegliati ieri mattina con il patto Casaleggio-Di Maio-Renzi-Napolitano-Berlusconi: che trauma.

I lettori del Fatto quotidiano si sono addormentati l’altro ieri sera (dormono parecchio, anche da svegli) con l’affresco della dittatura infernale Renzi & Napolitano più Berlusconi, e si sono risvegliati ieri mattina con il patto Casaleggio-Di Maio-Renzi-Napolitano-Berlusconi: che trauma. Dalla dittatura esecrabile contro l’eroico fronte grillino al patto del Nazareno 2.0 firmato dal guru della rete, e il tutto in nemmeno 24 ore mentre il guru del vaffanculo veniva umiliato come a pochi è toccato di esserlo. Sono gli incerti del mestiere per chi fa piccoli giornali vendutissimi e rumorosissimi, anzi decisamente chiassosi, allo scopo di rifilare il piccolo pregiudizio, il banale e il luogo comune che una vasta platea di creduloni hanno voglia di farsi rifilare.

 

Il problema è complicato, e infatti il giornalino di Marco Dettaglio era ieri costretto a parlare di “mossa grillina per stanare il dittatore Renzi”, anvedi!, e a registrare certe “tortuosità” del capo supremo del vaffanculo, che ha fatto il gradasso a mezzogiorno per rivelarsi molliccio a mezzanotte. Le intese larghissime, universali, sono troppa grazia per chiunque, via, non esageriamo, ma costituiscono un veleno letale per i dettaglisti del patto corruttivo tutelato dal superautocrate del Quirinale. Hanno promosso incautamente anche la solita petizione di massa tra i lettori, all’insegna della lotta contro la democrazia autoritaria, e ora si trovano a firmare contro un Casaleggio e un Grillo, che disdetta, che imbarazzo.

 

[**Video_box_2**]La trattativa Grillo-Mafia, contro la quale per adesso non si trova un pm da immolare in nessuna delle diocesi della giustizia ingiusta, è un altro capitolo della rovina politica occorsa ai vincitori di tutte le sfide demagogiche nel perseguimento dello sputtanamento della politica. Volevano sembrare perbene, e allearsi con i verdi in Europa, gli è toccato il simpaticissimo Farage, non proprio un babà da establishment e non proprio un progressista come i fattisti vogliono talvolta disperatamente sembrare. Troveranno un modo di portare a termine la loro petizione, possono sempre allearsi con il professor Asor Rosa, anche lui teorico della democrazia autoritaria, ma le penne per adesso devono abbassarle, perché la politica sa essere maliziosa, sa sorvegliare e punire chi rovista nei suoi bassifondi per estrarne il più effimero dei successi: l’abuso di credulità popolare.

 

  • Giuliano Ferrara Fondatore
  • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.