Tunnel a Gaza

Per Israele, i tunnel che portano armi e nemici sono più pericolosi dei razzi

Rolla Scolari

Secondo fonti della sicurezza israeliana le gallerie sotterranee di Hamas e di altri movimenti armati sarebbero per Israele una minaccia più robusta dei razzi che da giorni cadono sul sud e sul centro del paese.

Milano. Il 25 giugno 2006, in un agguato di uomini armati appartenenti a Hamas a un gruppo di soldati israeliani lungo la frontiera della Striscia di Gaza, fu sequestrato il caporale Gilad Shalit. Il rapimento aprì un capitolo complicato per Israele, che si concluse cinque anni dopo, il 18 ottobre 2011, con lo scambio tra il giovane e 1.027 prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. Nel giorno dell’imboscata e del rapimento, il soldato Shalit fu ferito da un commando palestinese emerso da un tunnel sotterraneo. I miliziani lo rapirono e lo trascinarono nella galleria, oltre il confine. L’operazione di terra israeliana iniziata alle dieci di sera di giovedì avrebbe secondo i vertici militari un obiettivo tattico immediato: la distruzione di tunnel sotterranei utilizzati dai gruppi armati palestinesi di Gaza per infiltrarsi nel territorio israeliano da una parte e dall’altra per contrabbandare armi – ma anche far passare carburante e beni di consumo – lungo la frontiera con l’Egitto.

 

Scrive il Wall Street Journal che secondo fonti della sicurezza israeliana le gallerie sotterranee di Hamas e di altri movimenti armati della Striscia sarebbero per Israele una minaccia più robusta perfino delle centinaia di razzi che da giorni cadono sul sud e sul centro del paese. Proprio un ultimo episodio, avvenuto giovedì, avrebbe spinto la dirigenza di Israele a decidere di dare il via a un’operazione di terra. Tsahal ha infatti sorpreso 13 membri di un commando palestinese mentre entravano in territorio israeliano attraverso una galleria sotterranea. Gli uomini sono stati respinti nel tunnel con l’intervento dell’aviazione.

 

In cinque anni i militari avrebbero individuato l’esistenza di almeno cinque tunnel sotterranei che attraversano il confine tra Gaza e Israele. Nel 2013, le unità israeliane hanno scoperto una galleria sotterranea lunga quasi due chilometri, scavata 18 metri sottoterra e rafforzata con 500 tonnellate di cemento. Gili Cohen sul quotidiano israeliano Haaretz spiega che secondo l’intelligence militare il movimento islamista avrebbe addestrato unità speciali nella costruzione di queste gallerie, spesso dotate di luce elettrica e linee telefoniche, armate di cariche esplosive per provocarne il collasso in caso di emergenza, scavate a una profondità che arriva anche a 20 metri nel sottosuolo.

 

I vertici militari israeliani, dopo dieci giorni di raid aerei che hanno fatto circa 260 vittime nella Striscia di Gaza, hanno deciso l’incursione di terra proprio per annientare la rete di tunnel. Per farlo, spiegano gli esperti militari, è necessaria la presenza di soldati sul campo, coperti dal fuoco dell’aviazione.

 

La rete di gallerie scavate dai palestinesi di Gaza non rappresenta una minaccia soltanto per gli israeliani. L’esercito egiziano, allora guidato ancora dal futuro presidente Abdel Fattah al Sisi, a marzo annunciò di aver distrutto 1.370 gallerie sotteranee che attraversavano gli appena 12 chilometri di confine tra la Striscia e il Sinai egiziano. I tunnel sotto la cittadina frontaliera di Rafah rappresentano per i cittadini di Gaza un canale per ottenere carburante, prodotti alimentari e beni di ogni tipo soprattutto da quando al Cairo siedono i militari ostili a Hamas, costola della Fratellanza musulmana egiziana. La nuova leadership egiziana ha infatti ristretto quasi totalmente il passaggio attraverso il valico di confine, e in questo modo ha sigillato ancora di più il milione e mezzo di abitanti della Striscia in 360 chilometri quadrati di costa. I gruppi armati continuano però a usare le gallerie per il contrabbando di armi e per tenere vivi i contatti tra i movimenti della Striscia e i gruppi estremisti del Sinai egiziano.