Una bandiera israeliana su un carro armato ai confini con Gaza (foto Ap)

In prima fila a Gaza

“Vittoria”, dice Hamas e detta le condizioni per la tregua

Rolla Scolari

Toni trionfali del leader Meshaal. Le tattiche militari secondo gli esperti. Hamas ha “buoni combattenti”, dice un soldato della brigata Golani.

Milano. All’alba di domenica, secondo giorno dell’operazione di terra di Israele a Gaza, nel rione orientale di Shejaiya si è combattuta una terribile battaglia – che ancora continua – in cui sono morti almeno 72 palestinesi, tra cui decine di civili, e 13 soldati israeliani. Gli scontri avvengono in un quartiere densamente popolato, tra viuzze e case, in un terreno conosciuto metro per metro dai miliziani di Hamas, accusati da Israele e dalla comunità internazionale di nascondere le infrastrutture, gli imbocchi delle gallerie sotterranee, arsenali e postazioni di lancio dei razzi nel denso tessuto urbano civile del piccolo territorio costiero. Tredici era il numero complessivo dei morti dell’esercito israeliano nel 2009, al termine della lunga e più invasiva operazione Piombo fuso. Per Tsahal è un bilancio che dimostra le aumentate capacità militari di Hamas. I combattimenti continuano, i colpi di artiglieria assieme ai raid aerei israeliani vanno avanti, non smette il lancio di razzi palestinesi su Gaza.

 

E’ stato colpito dagli israeliani un ospedale – vuoto da una settimana, ha raccontato un medico a Haaretz – usato secondo Tsahal come postazione di lancio di razzi. La diplomazia è al lavoro: il segretario di stato americano John Kerry – arrivato in Israele e nei Territori – e un funzionario dell’Anp hanno parlato ieri pomeriggio separatamente di progressi nei tentativi di raggiungere una tregua, e in serata il leader di Hamas a Doha, in Qatar, ha fatto un lungo discorso in cui ha dichiarato la superiorità di Hamas sull’esercito israeliano e ha detto di essere pronto ad accettare una tregua umanitaria, ma per il cessate il fuoco Israele deve rispettare le condizioni dei palestinesi (l’apertura dei valichi). Navi Pillay, capo del Consiglio dei diritti umani dell’Onu, dice che Israele potrebbe avere commesso crimini di guerra. Molte persone sono rimaste uccise a Khuzaa, vicino a Khan Younes, nel sud della Striscia: secondo fonti di intelligence alcune strade erano state minate da Hamas e fatte poi esplodere all’arrivo dei blindati. Il numero delle vittime è salito a oltre 690, ed è di 32 il numero di soldati israeliani uccisi.

 

Con l’aumentare delle vittime tra le truppe sul campo, i vertici militari israeliani si rendono conto di aver davanti un movimento la cui ala militare è più strutturata rispetto ai conflitti degli ultimi anni. Lo hanno rivelato al corrispondente militare di Haaretz, Anshel Pfeffer, diversi ufficiali intervistati sul confine con la Striscia. “Sono stato a Shejaiya prima e non l’ho mai vista così, e neppure Hamas. I loro equipaggiamenti e le loro tattiche sono come quelle di Hezbollah”, ha spiegato un veterano delle guerre di Gaza riferendosi alle milizie sciite libanesi.

 

Ezzedine al Qassam, l’ala militare di Hamas, si è trasformata negli anni da gruppo terroristico a piccola organizzazione militare, spiega al Foglio Yossi Melman, esperto militare e autore del libro “Spies Against Armageddon: Inside Israel’s Secret Wars”: “Anche se l’esercito israeliano resta numericamente e tecnologicamente superiore, a Gaza ora hanno brigate, battaglioni, compagnie e unità speciali come i commando navali, i costruttori di tunnel, gli esperti di missili”. Secondo Melman, Tsahal sapeva che si sarebbe trovato davanti un movimento più addestrato di prima nella guerriglia asimmetrica di Gaza. La novità rispetto al passato è un cambio di tattica dei miliziani, che oltre ad attrarre i soldati israeliani in contesti urbani cercano ora di portare il campo di battaglia sul territorio israeliano attraverso l’utilizzo delle gallerie sotterranee. Negli ultimi giorni, ci sono già state cinque infiltrazioni, 15 uomini armati palestinesi sono stati uccisi da un raid israeliano dopo essere sbucati oltre il confine da un tunnel. Se per il generale del comando meridionale Sami Turgeman le attività sotterranee di Hamas sono cresciute nell’ultimo decennio – l’esercito ieri ha dichiarato di aver scoperto dall’inizio dell’operazione di terra 28 tunnel e 60 botole d’ingresso a gallerie – è aumentato anche l’utilizzo di razzi a lungo raggio che dall’inizio del conflitto colpiscono il centro di Israele e che hanno portato alla cancellazione di decine di voli americani ed europei diretti all’aeroporto di Tel Aviv. Hamas ha parlato ieri di una “vittoria” per il movimento.

 

Per anni, il governo israeliano e gli Stati Uniti hanno accusato l’Iran sciita di armare di razzi Hamas e soprattutto il Jihad islamico.

 

Secondo il sito al Monitor, però, sia durante gli ultimi anni della presidenza di Mubarak al Cairo sia oggi, con il regime dei militari del rais al Sisi, la tattica iraniana sarebbe cambiata. I due presidenti egiziani, entrambi ostili a Hamas perché costola di quei Fratelli musulmani mal tollerati da Mubarak e repressi da al Sisi, hanno sigillato a diverse riprese il valico di Rafah tra la Striscia e l’Egitto e arginato l’utilizzo dei tunnel tra Gaza e il Sinai. Così, invece di contrabbandare razzi e armi si è contrabbandato know-how, ovvero la capacità di costruire sul posto un arsenale missilistico.

 

Le forze speciali di Hamas che agiscono lungo il confine come unità di ricognizione e raccolta di informazioni, ma anche commando da combattimento – i Mourabitoun – si scontrano dall’inizio dell’offensiva con le prime linee della brigata Golani. “Devo ammettere che abbiamo affrontato buoni combattenti dall’altro lato, terroristi ma buoni combattenti”, ha detto un soldato israeliano al Wall Street Journal, da un letto di ospedale. La Golani ricopre in Israele un ruolo quasi leggendario. E’ una delle brigate più decorate dell’esercito, è la fanteria che dal 1948 è in prima linea in qualsiasi operazione militare di terra e spesso è il corpo su cui maggiormente pesa il bilancio delle vittime del conflitto: nella guerra del 2006 contro Hezbollah, nella sola battaglia di Bint Jbeil, nel sud del Libano, perse otto uomini. I suoi soldati hanno la fama di essere infaticabili – Ariel Sharon fu comandante di una compagnia di ricognizione della Golani – soprattutto quelli della sua sayeret, le forze speciali, Egoz. Shaul Oron, il militare sulle cui sorti c’è ancora poca chiarezza – catturato secondo Hamas, ucciso secondo Tsahal – ne è un membro. I 13 militari morti nella battaglia di Shejaiya facevano tutti parte della brigata Golani, tra loro anche un americano e un francese, la cui uccisione ha emozionato il pubblico israeliano, che ha partecipato a migliaia ai loro funerali.

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