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Il tragicomico, e vieppiù inutile, sforzo di far tornare il politico dalle ferie

Stefano Di Michele

D’estate bisognerebbe far lavorare chi sa farlo davvero – tipo il Papa, o Napolitano, o Matteo Renzi (il “lupetto” scout di Palazzo Chigi).

D’estate bisognerebbe far lavorare chi sa farlo davvero – tipo il Papa, o Napolitano, o Matteo Renzi (il “lupetto” scout di Palazzo Chigi). C’erano state ripetute minacce, fino a inizio agosto, di gente decisa a nome e per conto del presidio democratico a marinare le coste e a lasciar desolate le baite. “Questa estate non abbandonare la Costituzione”, implorava il blog di Grillo – con la stessa legata a un palo, a mo’ di cagnetto che i più stronzi tra i vacanzieri lasciano in autostrada. Dai, non si può lasciare, non andare via, non un combattente democratico giurava di abbandonare la lotta – “ne me quitte pas”. Le Termopoli alle porte. Poi, saggiamente, gli ammonimenti si sono fatti meno drastici, i proponimenti meno urgenti. Persino il sen. Vito Crimi – il Leonida di Palazzo Madama – annuncia su Facebook che “prima di prendermi una pausa di qualche giorno…”, e segue sleppa di saluti & abbracci & propositi di lotte future. Meravigliosamente surreale, poi, la storia della convocazione delle commissioni Esteri di Camera e Senato per domani. Sì sa – se c’è una tragedia in corso, come in Iraq, l’opinione dell’eletto nostrano a poco serve, ma lo stesso se la competenza latita pure la vanità sospinge. Ma proprio sotto ferragosto… così, narrano le cronache dei titanici sforzi telefonici del presidente La Torre (Esteri Senato) per convenientemente radunare i suoi.

 

Non c’è modo: chi sta già in America, chi ha il biglietto pronto e non ha il rimborso, il sen. Razzi (particolarmente ferrato sulla Corea del nord) ha il compleanno della suocera in Spagna, Gasparri è “appena riuscito a partire”, e già lo rivogliono qui? Il grillino è in Namibia, ma giura che se lui non c’è “ci saremo come Movimento” – il quale Movimento, per ora, è al più un rivolo stentato rappresentato dal solitario e disponibile on. Artini, praticamente a presidio del globo terracqueo. “Per il Movimento per ora sono solo io. Sto provando a sentire i colleghi degli Esteri, ma molti di loro sono già fuori dall’Italia” (al Fatto). Fioroni (Pd): “Non ne so niente. Sono in montagna da due giorni”. Stumpo (altro Pd): “Non so nulla, ho iniziato le ferie oggi, non leggo i giornali da due giorni” (ma che fanno le vacanze insieme, quei due?). Insomma, generale invocazione alla pietà, alla comprensione e al fuso orario: dell’eletto, prima che del curdo. E La Torre chiama: “Scendi dal pattino e vieni a Roma…”. Resta (se ancora su piazza) il Di Battista, “Cittadino alla Camera dei Deputati”, quello che vorrebbe ammansire il terrorista dell’Isis “elevandolo a interlocutore”: siccome è stato “cooperante nella giungla del Guatemala” magari si farà vedere nella boscaglia della commissione. E’ sempre un po’ mesta, peraltro, la faccenda del politico che crede di mantenere la sua indispensabilità persino sotto il solleone. L’umano richiamo dell’ombrellone si sente, ed è pure giusto assecondarlo. Tanto più che, se non sei il ministro Boschi in bikini, a rallegrar il bagnasciuga al passaggio e gli occhi dalle pagine di Chi sulla sdraio, chi ti si fila? Sulla diga di Mosul, se resta o se torna, si faranno impressionare dall’on. Stumpo?

 

Che poi, se si resta, c’è sempre il rischio di pessime figure, come i piatti in famiglia che volano, in pieno ferragosto, tra Salvini e Bossi per questioni di odiati euro, mica di stimate lire padane. O con sortite tra la curiosità e il surreale. Come quella del sen. Fioroni (ad oggi posteggiato sui monti) che ha proposto di dedicare la prossima festa dell’Unità nientemeno a De Gasperi – già bisogna fare la festa dell’Unità senza l’Unità, adesso addirittura intitolata al dicì più prestigioso della storia patria… deputato pidì di Viterbo, Fioroni si becca una secca replica da Ugo Sposetti, senatore sempre pidì sempre in quel di Viterbo – che altro che De Gasperi, proprio giovedì prossimo, in occasione nel cinquantesimo della morte, si appresta a rendere omaggio alla tomba di Togliatti. “Cheeeee?”, domanda informato della proposta di Fioroni. Colpo di sole, dice? Scuote la testa: “Mica è il sole d’agosto, con quello lì il sole non c’entra niente. E’ capace di dire le stesse cose col gelo di febbraio o la nebbia di ottobre… Tutti scout: Fioroni, Rutelli, Lusi, Renzi… Ma ha da passa’ ‘a nuttata…”. Intanto, chi resta a Roma va da Togliatti.