Una veduta del centro cittadino di Rotherham (Foto AP)

Il pedofilo politicamente corretto

Giulio Meotti

“Le autorità hanno fallito per paura di essere tacciate di ‘razzismo’”. Anche Paul Valley del Guardian ci va giù duro sull’incredibile caso di Rotherham, una città di 117 mila abitanti nel nord dell’Inghilterra famosa per il carbone, teatro di abusi e violenze sessuali dal 1997 al 2013.

Roma. “Le autorità hanno fallito per paura di essere tacciate di ‘razzismo’”. Anche Paul Valley del Guardian ci va giù duro sull’incredibile caso di Rotherham, una città di 117 mila abitanti nel nord dell’Inghilterra famosa per il carbone, teatro di abusi e violenze sessuali dal 1997 al 2013. Le vittime erano bambini da undici a sedici anni con problemi mentali, emozionali o familiari. Sarebbero oltre mille. Gli aggressori però non erano preti cattolici o star dell’establishment come Jimmy Savile, ma membri delle comunità pachistana e islamica. Così era stato tutto messo a tacere. Ieri il politico laburista Denis MacShane ha detto di non aver voluto indagare, sebbene fosse a conoscenza degli abusi, perché, “da lettore del Guardian e liberal di sinistra”, aveva paura di “affondare il barcone multiculturale”. Alexis Jay, incaricata dalle autorità di far luce su quanto era successo, ha trovato responsabilità di polizia, politici e assistenti sociali che non hanno voluto, pur sapendo, fermare le violenze. I funzionari “temevano di denunciare l’origine etnica di chi era coinvolto” col timore di essere definiti come “razzisti”.

 

Il sindaco di Rotherham, il laburista Roger Stone, ha dato le dimissioni dopo che è stato presentato il rapporto Jay e si ora chiedono anche quelle di Shaun Wright, responsabile per la polizia e per il dipartimento di contrasto al crimine dello Yorkshire del sud. Wright, ex politico per il Partito laburista, ai tempi delle prime rivelazioni, tre anni fa, era responsabile per la difesa dei diritti dell’infanzia nella stessa area. E Wright si è difeso così: “A quei tempi non avevamo idea che gli abusi avvenissero su scala industriale”. Le autorità, per non scatenare le ire della comunità islamica, avevano sempre messo a tacere le denunce delle vittime e delle loro famiglie.

 

“Il politicamente corretto si impadronisce dello Yorkshire”, titola il Wall Street Journal che dedica alla vicenda un saggio importante. Il Daily Mail e altri giornali conservatori inglesi stanno attaccando la Bbc e la stampa “progressista”, colpevole di aver “ripulito” la notizia degli abusi sessuali, non sottolineando il fatto che gli stupratori provenissero dal Pakistan. Ieri Parveen Qureshi, direttore dello United Multicultural Centre di Rotherham, ha accusato anche i leader islamici locali di essere stati a conoscenza degli abusi sessuali commessi dai giovani islamici: “Sapevano e non hanno fatto niente. In comunità si sussurrava”.

 

L’inchiesta governativa era partita un anno fa, dopo che il quotidiano Times aveva pubblicato alcuni documenti che dimostravano la latitanza dei servizi sociali e della polizia di Rotherham. Il giornale aveva parlato dell’“abuso endemico di ragazze adolescenti da parte di uomini più grandi, per lo più di origine pachistana”, che avveniva a Rotherham. “Sembra che alcuni pensassero che si trattasse di casi eccezionali, che secondo loro non si sarebbero ripetuti”, recita il rapporto Jay. “Altri erano preoccupati di riferire le origini etniche dei responsabili per paura di essere considerati razzisti; altri ancora ricordano invece di aver ricevuto chiare istruzioni di non farlo da parte dei propri dirigenti”. Tre anni fa cinque uomini, tutti pachistani, finirono in carcere per avere molestato e stuprato alcune ragazzine minorenni. Gli abusi si estendono alle città di Oldham, Rochdale e Derby. Interpellato dal Foglio, commenta così Douglas Murray, direttore della Henry Jackson Society. “Negli ultimi decenni, lo status quo ha cercato in ogni modo di far sì che nessuno offendesse qualcun altro o che sembrasse criticare qualcuno sulla base della razza, della religione o della cultura. Questa preoccupazione, legittima da un lato, ha portato a una autocensura del mainstream. Così si arriva a Rotherham. E’ un caso unico, dove tutti hanno cercato di nascondere il livello e la qualità degli abusi. Avevano tutti paura di essere accusati di ‘islamofobia’. La paura si è impadronita della cultura inglese”. Così, nella città dove sorgono le miniere inglesi di carbone, esempio di un “prosperoso futuro” nella retorica laburista, si è celebrato un sabba multiculturale. 

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.