Fabio Aru (foto Ap)

Aru alla conquista della Spagna. Sua la prima tappa pirenaica della Vuelta

Giovanni Battistuzzi

Alberto Contador rimane in maglia rossa, ma il sardo risale in classifica e ora è solamente a poco più di un minuto dal podio. L'ultimo italiano ad aver trionfato alla Vuelta è stato Vincenzo Nibali nel 2011.

Lame sarde alla conquista delle bene più note spagnole. Fabio Aru, da San Gavino Monreale, provincia del Medio Campidano, Sardegna, fa sua la Pamplona - Santuario de San Miguel de Aralar, prima tappa pirenaica della Vuelta 2014. E lo fa alla grande, con uno scatto nel tratto più duro dell'ultima salita, lasciandosi alle spalle campioni dal pedigree lungo e prestigioso. Alejandro Valverde, Joaquim Rodriguez, Alberto Contador, Chris Froome, ovvero tre Tour, tre Vuelte e un Giro in totale in carriera, sui pedali lingua in fuori a inseguire. Staccati, a guardarsi, piegati dalla forza e agilità dello scalatore italiano. E sì che i grandi della corsa non sono stati a guardare, hanno provato a tenere le ruote dell'uomo dell'Astana, poi si sono guardati, hanno pensato alla classifica, ad andare su del passo loro, comunque più forte di quello di tutti gli altri, hanno lasciato sfogare il ventiquattrenne sperando si sgonfiasse, patisse lo sforzo. Aru ha pagato negli ultimi cento metri, gamba più legnosa e andare scomposto, quando però era ormai imprendibile. Primo, braccia alzate, gli altri a inseguire, a sette secondi, che è poco per sogni da podio, forse, ma che è comunque un segnale importante. Per tutti, per lui soprattutto.

 

“Incredibile, sono contentissimo, non pensavo di vincere. La dedico alla mia squadra, allo staff, alla mia famiglia”. Non è ancora abituato al palcoscenico del vincitore il sardo. Secondo successo in carriera. Tutti nel secondo anno di professionismo, tutti in questo 2014. Anno magico che lo ha già visto trionfare a Plan di Montecampione al Giro d'Italia, il teatro del Pantani più bello, del suo scontro più affascinante, quello del 1998 contro Pavel Tonkov.

 

Aru ora guarda al futuro. Non immediato, domani a Logroño sarà discorso per velocisti, ma prossimo: sabato a La Campora - Valle de Sabero, lama avvelenata, soprattutto negli ultimi due chilometri quando la strada inizierà a inerpicarsi a oltre il 15 per cento di media con punte al 19,5 per cento. Le capacità ci sono, la sparata anche, ma conterà soprattutto motivazione, a mille, soprattutto forza e resistenza, ma soprattutto capacità di reggere la pressione. E a chi dice "è troppo giovane, non ce la farà", si ricordino i fatti, quelli già passati al vaglio della storia, ovvero il terzo posto al Giro e le ottime prestazioni nell'ultima settimana della corsa rosa.

 

Sul fronte classifica cambia poco, ma quel poco è significativo (oltre al ritiro di Nairo Quintana dopo la caduta di ieri e quella di oggi). Alberto Contador rimane in maglia rossa, Valverde gli rosicchia sette secondi (ovvero l'abbuono), il colombiano Anacona salta e ora si ritrova alle spalle del sardo e soprattutto il podio è a poco più di un minuto, quasi 30 secondi più vicino che ieri. E davanti, ad eccezione, forse, dei primi due, nessuno sembra irraggiungibile. Sogna Aru, sogna.

 

Così all'arrivo:

 

Così in classifica generale:

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