Il quartier generale della Nato a Bruxelles (Foto AP)

Nato contro Russia, ritorno al futuro

David Carretta

Al vertice di Newport di domani, l’Alleanza atlantica aveva un’agenda sonnolenta da fine guerra al terrore, ma ora valuta l’invio di una forza di reazione rapida ai confini con la Russia. Arriva Obama nei paesi baltici.

Bruxelles. Il vertice della Nato che si apre domani a Newport in Galles segna il ritorno alle origini dell’Alleanza atlantica, di nuovo di fronte a una Russia belligerante che è pronta a usare in modo più o meno esplicito la forza militare per evitare di perdere altri pezzi della sua sfera di influenza e forse a riconquistare quelli perduti. Lunedì il presidente ucraino, Petro Poroshenko, ha accusato Mosca di condurre una “aggressione diretta” contro il suo paese. Il ministro della Difesa Valeriy Heletey ha annunciato la fine delle operazioni “per liberare l’Ucraina dell’est dai ribelli”, perché l’Ucraina “deve difendersi contro la Russia”. L’esercito di Kiev, che fino a una decina di giorni fa sembrava sul punto di vincere la battaglia di Donetsk contro i separatisti sostenuti dai russi, ha perso l’aeroporto di Lugansk. Soldati e armi russi continuano ad attraversare liberamente la frontiera. La città portuale di Mariupol’, nel sud-est del paese, è di nuovo minacciata, dopo che i ribelli e le forze russe hanno aperto un fronte a Novoazovsk sul mar d’Azov. Europei e americani hanno rafforzato la loro retorica e i gesti simbolici, e si preparano a fare altrettanto con le sanzioni. Ma c’è un solo uomo che è in grado di fermare la guerra, anche se non sembra avere alcuna intenzione di cedere alle pressioni occidentali: il presidente russo, Vladimir Putin. Ed è qui che la Nato entra in gioco. L’Alleanza militare non andrà in guerra contro la Russia per salvare l’Ucraina. Ma negli ultimi 25 anni, mentre si occupava di Balcani e Afghanistan con l’aspirazione di diventare una specie di poliziotto globale in grado di mantenere la pace nel mondo in virtù della fine dell’èra bipolare, ha aperto le sue porte a repubbliche ex sovietiche e del Patto di Varsavia. Newport doveva festeggiare la fine della missione afghana di Isaf e avviare un difficile dibattito sul ruolo futuro dell’Alleanza. E invece la crisi ucraina ha costretto la Nato a ritornare alla missione del passato: proteggere le sue frontiere dalla Russia.

 

Fresca di nomina ad Alto rappresentante dell’Unione europea, Federica Mogherini ieri ha annunciato che la proposta di sanzioni rafforzate contro Mosca sarà presentata oggi per arrivare a una “decisione” venerdì. “La partnership strategica con la Russia è finita, per colpa di Mosca”, ha riconosciuto Mogherini. Le sanzioni sono l’unica arma in mano a un occidente che non vuole parlare di “soluzione militare”. Ma finora – tra esitazioni, divisioni e approccio incrementale – non hanno cambiato i calcoli di Putin. Anzi. Non ci sono state solo le rappresaglie contro il settore agricolo europeo. Gli aerei russi hanno iniziato a violare lo spazio aereo dei paesi Baltici e della Finlandia. Ieri Mosca ha annunciato che riformerà la propria dottrina militare entro la fine dell’anno per rispondere “alle nuove minacce di sicurezza”. La preoccupazione dell’Alleanza è che dopo l’Ucraina – spiega una fonte Nato – “l’obiettivo possano essere i Baltici, dove sono presenti ampie comunità russofone”. Rivolte, accompagnate dalla comparsa di “uomini verdi” (i soldati russi senza insegne militari) in Estonia, Lettonia e Lituania, non sono escluse.

 

A Newport i leader dell’Alleanza si troveranno a discutere una serie di proposte volta a rassicurare i Baltici e gli altri membri ai confini con la Russia: una nuova forza di reazione rapida composta da quattromila uomini in grado di essere dispiegata in 48 ore e un aumento di esercitazioni e manovre nell’est europeo. La forza di reazione rapida sarà la “punta di lancia” della Nato in caso di minaccia ai suoi membri, ha promesso il segretario generale Anders Fogh Rasmussen. Prima di andare a Newport, il presidente americano Barack Obama oggi farà tappa in Estonia per un minivertice con i tre paesi baltici volto a rassicurare le nazioni più esposte. “L’articolo 5 (sulla difesa collettiva, ndr) non è solo un pezzo di carta”, ha detto Mogherini in un’audizione davanti all’Europarlamento. Ma gli analisti dubitano che tutti gli stati membri siano determinati a rispettare gli impegni dell’Alleanza. Il presidente Obama chiede agli europei di assumersi le loro responsabilità e sgravare gli Stati Uniti da un peso. Solo Stati Uniti, Regno Unito, Estonia, Francia e Grecia hanno mantenuto la promessa di spendere il 2 per cento del pil per la Difesa. Alcune capitali hanno respinto la richiesta di Polonia e Lituania di istituire basi permanenti sul loro territorio, con la scusa che il Nato-Russia Founding Act del 1997 – che pose ufficialmente fine alle ostilità – le vieta. La cancelliera Angela Merkel ha rifiutato di fornire aiuti militari a Poroshenko (ma ha inviato armi tedesche ai peshmerga curdi per fermare lo Stato islamico in Iraq). Il grande interrogativo di Newport è se una Nato che non intende “morire per Kiev” è pronta a vivere per difendere Tallinn.

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