Come ci scoprimmo scozzesi e berlusco-putiniani (e altri buffi revenant)
Sperano nella vittoria del Sì nel referendum per l’indipendenza in Scozia, i leghisti, e il giornale della City impagina un Veneto pieno di William Wallace pronti a battersi per la secessione dall’Italia.
Tutto è possibile, anche vedere la foto di Matteo Salvini, barba incolta, birra in mano, sul Financial Times. Sperano nella vittoria del Sì nel referendum per l’indipendenza in Scozia, i leghisti, e il giornale della City impagina un Veneto pieno di William Wallace pronti a battersi per la secessione dall’Italia. In attesa di vedere Braveheart in gondola, a Edimburgo ignoti segnalano la presenza di una delegazione del Partito sardo d’azione, mentre il Daily Telegraph informa che il dittatore nordcoreano Kim Jong-un sostiene la causa indipendentista. E’ venerdì 12 settembre e la settimana si chiude al suono delle cornamuse.
Sette giorni politicamente scorretti. Renzi non va al meeting di Cernobbio ma fa visita all’inaugurazione di un rubinettificio nel bresciano (sabato 6 settembre) e in quell’occasione rispunta la zoopolitica: “Ci sono due Italie: quelli che ci credono e i gufi”; mentre il premier apre il rubinetto delle dichiarazioni, a Cernobbio Gianroberto Casaleggio sfora i tempi, fa un discorso a cinque stelle ma lunare e Trichet lo taglia senza pietà (cronache da Villa d’Este, sempre sabato 6 settembre); Silvio Berlusconi telefona all’Everest (non la montagna, ma il convegno dei giovani di Forza Italia, domenica 7 settembre) e dice una cosa che pensano in molti ma dicono in pochi: “C’è un atteggiamento ridicolmente sanzionatorio nei confronti della Federazione russa che non può non difendere i cittadini ucraini di origine russa, che considera come fratelli”; Renzi all’ora di pranzo annuncia il “patto del tortellino” con i leader della sinistra europea e inaugura live, sul palco della Festa dell’Unità, una nuova linea d’abbigliamento che punta tutto su jeans e camicia bianca, chiara conferma della politica casual; l’8 settembre Roberto Maroni apre la doccia scozzese con sauna padana: “Non bisogna avere paura del popolo sovrano”; il fu zar della spesa da tagliare, Carlo Cottarelli, presenta il suo piano: grazie, a non rivederci, torno al Fondo monetario internazionale e Renzi invita i ministri alla sforbiciata fai da te (8 settembre, ore 20); toh! chi si rivede, Enrico Letta va al Quirinale da Giorgio Napolitano la mattina del 9 settembre; toh! chi si rivede, Massimo D’Alema alla Festa dell’Unità dice che Renzi dovrebbe riconoscere i meriti di D’Alema e Prodi per aver portato in Italia l’Expo e non sarebbe “una cosa eversiva”; toh! chi si rivede, la giustizia a orologeria: casualmente i due candidati del Pd alle primarie in Emilia Romagna vengono indagati per i rimborsi spese della regione; toh! chi si rivede, Romano Prodi mercoledì 10 settembre ribadisce il concetto dell’offside personale: “Ogni ipotesi relativa a un coinvolgimento del presidente Romano Prodi nella partita della presidenza della Giunta regionale dell’Emilia Romagna è totalmente destituita di fondamento”; toh! chi si rivede, giovedì 11 settembre le regioni si oppongono ai tagli alla sanità allo studio del governo.
[**Video_box_2**]A forza di rivederli tutti insieme, fatti, misfatti e disfatti, un quarantenne come Renzi appare per forza come un rivoluzionario. Tiene la barra dritta sul caso Eni e le indagini su Descalzi (“sono felice di aver scelto Claudio Descalzi ceo di Eni. Potessi lo rifarei domattina. Io rispetto le indagini e aspetto le sentenze”, venerdì 12 settembre, via Twitter, ore 10 e 16) e respinge al mittente la selezione della classe dirigente per via giudiziaria (“i candidati del Pd gli scelgono i cittadini con le primarie, non soggetti esterni. In Emilia Romagna vinca il migliore”, ancora via Twitter, ore 10 e 10). Cose che un segretario del Pd old style non avrebbe mai detto. In mezzo, c’è uno scenario da far tremare i polsi: la ripresa economica rischia di essere un venticello, Mario Draghi invoca ancora “riforme più ambiziose per far tornare gli investimenti” (venerdì 12, ore 14 e 32), la Borsa gira in negativo, lo spread Btp-Bund sale a quota 145, sta per partire un’altra gara di sanzioni e controsanzioni tra Europa e Russia, il rublo è ai minimi storici sul dollaro (37,73) e le banche inglesi fanno sapere di avere pronto il treno per Londra se la Scozia sceglierà l’indipendenza. Nota finale sul taccuino: Dio salvi la Regina, e un po’ anche l’Italia.
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