Carlo Ancelotti con l'ultima Champions League vinta con il Rela Madrid (foto LaPresse)

La Champions delle sanzionate, ma il Fair play finanziario sembra funzionare

Francesco Caremani

Stasera scendono in campo i quattro club della massima competizione calcistica europea uniti dalla Uefa dopo il patteggiamento estivo. Platini fiducioso. E la Superlega europea indipendente allontana.

“I Maestri / I migliori / Le squadre più grandi / I Campioni”, così recita un passaggio dell’inno della Champions League che è entrato ormai nel nostro quotidiano. Di fatto un nonsense peggiore di molti cori ultrà, ma con una musica così trascinante da creare un effetto pavloviano. L’attesa è finita, riprende il suo cammino la coppa più ambita e seguita, l’edizione numero sessanta, la numero ventitré, invece, per coloro che non sanno cos’era la Coppa dei Campioni. Benfica-Zenit e Galatasaray-Anderlecht oggi, Bayern Monaco-Manchester City e Ajax-Psg domani, quattro partite che hanno in comune società sanzionate dalla Camera Investigativa del CFCB (Organo di Controllo Finanziario per Club) per non aver rispettato le norme sul Fair Play Finanziario. Insieme con Zenit, Galatasaray, Manchester City e Psg l’Uefa ha penalizzato anche Bursaspor, Trabzonspor (Europa League), entrambe turche, le russe Anzhi Makhachkala, Rubin Kazan e i bulgari del Levski Sofia.

 

Multe innanzitutto, dai 60 milioni di Manchester City e Psg ai 200mila euro dei club turchi e bulgari, nel mezzo i 12, 2 e 6 milioni per i tre russi; limiti di spesa nelle prossime campagne acquisti; tetti salariali; rose di Champions ridotte a soli 21 giocatori; obbligo del pareggio di bilancio nel 2016, per evitare ulteriori sanzioni; controllo sui contratti di sponsorizzazione stipulati con parti correlate (cioè aziende collegate alla proprietà), in particolar modo per Manchester City (Etihad) e Psg (Qatar Tourism Authority). Tutto o quasi risaputo, con alcune sbavature qua e là sulle cifre: si dice per esempio che il discusso contratto stipulato tra il Psg e l’ente del turismo qatariota messo a bilancio per 200 milioni di euro l’anno sia stato riportato al valore di mercato di 50.

 

[**Video_box_2**]In molti hanno gridato allo scandalo perché si aspettavano l’esclusione dalle coppe delle due corazzate di proprietà araba (le multe avranno comunque ripercussioni importanti, forse anche sul campo), dimenticando penali e intento del Fair Play Finanziario, non punitivo, ma strumento che aiuti i club a raggiungere il pareggio di bilancio, cercando di evitare gravi situazioni finanziarie (quelle debitorie verso terzi vengono già sanzionate con l’esclusione dalle competizioni internazionali, come accaduto al Malaga, ma questa norma è in vigore da oltre dieci anni), il tutto con un unico obiettivo: la sopravvivenza economica del calcio europeo, quindi dell’Uefa. Le ammende previste dal Fair Play Finanziario vanno dall’avvertimento alla revoca di un titolo, nel mezzo ci stanno quelle comminate ai nove club nominati, fuorché l’esclusione dai tornei che insieme alla riconsegna di una coppa rappresentano l’extrema ratio.

 

Quello che, però, in pochi hanno colto è stato l’importanza del patteggiamento di queste società, in modo particolare di Manchester City e Psg. Innanzi tutto perché hanno riconosciuto l’Uefa e le sue norme, cioè non hanno tentato in alcun modo di rivolgersi a tribunali terzi, in secondo luogo perché hanno ammesso le loro colpe. Si può dire che da adesso il Fair Play Finanziario è veramente operativo. Non è un caso che Michel Platini abbia partecipato alla riunione dell’European Club Association ribadendo l’importanza di queste misure e annunciando che in due stagioni le perdite delle squadre europee sono scese da 1,7 miliardi a 800 milioni di euro; Karl-Heinz Rummenigge, presidente ECA, gli è andato dietro invitando tutti i club a seguire le regole, con l’impegno di rivedersi il 13 ottobre per una tavola rotonda sul tema. Un gentlemen’s agreement che, di fatto, scongiura l’ipotesi di una Superlega europea al di fuori dell’Uefa, anche perché la Champions attuale se non lo è le somiglia molto. Il calcio europeo è salvo? Vedremo, di sicuro Michel Platini e l’ente che rappresenta possono tirare un sospiro di sollievo. Perché quello che conta alla fine è: “Un grande incontro / Un grande evento sportivo / L’evento principale / Loro sono i migliori / Loro sono i migliori / Loro sono i campioni”, the Champions!

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