Papa Francesco (foto LaPresse)

Arresto, condanno ma non giudico

Giuliano Ferrara

Beatissimo padre Francesco, cari cattolici. Vi dovete decidere, secondo l’aut aut che pure nel Vangelo c’è: sì sì, no no. Chi sono io per imprigionare? Decidetevi, padre santo e cattolici.

Beatissimo padre Francesco, cari cattolici.

 

Vi dovete decidere, secondo l’aut aut che pure nel Vangelo c’è: sì sì, no no. Don Gelmini compiva atti sessuali con ospiti maggiorenni, giovanotti, della comunità da lui fondata in cui da decenni salvava le loro vite. Un peccato contro l’etica sessuale della chiesa e del catechismo. Un peccato di solitudine e di cedimento al maligno, al carnale. Va bene. Francesco dice: una messa nera, evidente esagerazione per un pompino. Chi è lui per giudicare? Lo avete ridotto, Pierino Gelmini, allo stato laicale, è morto ovviamente di dolore, solo e cupo, sebbene reati non ne fossero stati accertati. Il vescovo Wesolowski è ai domiciliari in Vaticano, arrestato con opportuno leak al tg di Mentana, un giornalista che ha fatto tutto quello che ha potuto per mettere alla gogna la chiesa cattolica su soldi e appalti, ha fatto più ancora di quanto abbia fatto la chiesa stessa dei Bertone e soci, ciò che non era obiettivamente facile.

 

L’Onu vi aveva di recente intimato due cose: via l’opposizione all’aborto, le posizioni antiabortiste sono una “tortura” verso le donne; gli atti sessuali con i ragazzini, mercenari o no poco importa, sono il sale dello stato clericale, fate sposare i vostri preti, che scopino come tutti e si levino di testa il monosessualismo, e dopo il Sinodo divorzino pure in chiesa. Gli avete prontamente obbedito, a questa Ong che ha dimenticato i diritti (sanciti dalla Carta di San Francisco istitutiva) di un miliardo e oltre di bambini aspirati e frantumati dagli strumenti di morte del mondo moderno, nella pancia delle donne: in Spagna il ministro cattolico e popolare Gallardón, personalità gigantesca e coraggiosa, è fuori dal governo e fuori dalla politica, perché non c’è consenso per una legge che limita fortemente il “diritto all’aborto”, e il Papa se ne frega, sono cose per esperti di bioetica. Gli avete obbedito anche abolendo la distinzione tra peccato e reato, alla quale i finti laici del caso Buttiglione fingevano di tenere assai, e ogni regola di garanzia canonica e giuridica: un arcivescovo cattolico e diplomatico della Santa Sede, quel Wesolowski che forse compiva atti sessuali fortemente immorali e contra legem con i ragazzini di Santo Domingo, appetiti dai meglio italiani ed europei che in passato si sono fatti addirittura delle compagnie aeree e di tour operator specializzate in turismo sessuale, è stato arrestato “per volontà del papa”, così padre Federico Lombardi SJ ha detto. Il processo canonico non è concluso perché l’appello è in corso, quello penale non è praticamente cominciato, non c’è dibattimento in corso, ma si spalancono all’arcivescovo e nunzio, per volontà del monarca e su istigazione della meglio gente del mondo, quella politicamente corretta, le porte della prigione. Mastro Titta il boia del Vaticano dov’è?

 

[**Video_box_2**]Sono faccende grottesche. Deludenti, a dir poco. In poco più di un anno è scomparsa la chiesa dell’Humanae vitae, dell’Evangelium vitae, della Fides et ratio, della Veritatis splendor, della Dominus Jesus, della Spe salvi, le encicliche e istruzioni di tre grandissimi papi e prefetti della fede. In contraddizione con tutto quel che si predica in Santa Marta, per di più. Dov’è la misericordia, la preghiera di perdono, la misericordina addirittura, dov’è un papa che prega e piange di disperazione ricca di speranza per un suo fratello caduto in peccato mortale, la cui salvezza è in pericolo? Per un ministro cattolico e laico in ritirata, insieme alla sua legge, nella Spagna governata dai populares? No, vediamo un monarca medievale la cui volontà sa di battitura di ferri, di cella e non monastica, di consenso del mondo dei media. Uno scandalo per noi laici, i fedeli vedranno che cosa pensarne nel cuore vero del loro cuore, spero non sentimentale. Ma il grottesco dello scandalo, il suo carattere eminentemente culturale, la prova che una chiesa che rinuncia alla sua missione diventa ente inutile, sta nel giornale dei vescovi italiani. Tarquinio il direttore, prisco e superbo, non fu avvertito. Accanto alla notizia dell’arresto di Wesolowski campeggia su Avvenire di ieri la santificazione di Pier Paolo Pasolini e del suo vangelo corsaro, secondo Matteo, vecchio film ruffiano e  a suo modo sublime, specie per la platea di Radiotre. Padre Fantuzzi dice che “Pier Paolo stava cercando il riscatto dopo la condanna per blasfemia del film “La Ricotta”, colpa, immagino, di Pio XII o dei suoi infernali e lebbrosi apparati curiali che approfittarono (era il 1963) della debolezza di Giovanni XXIII. Monsignor Dario Viganò dice che “da noi Pasolini ha diviso sia i cattolici che i comunisti, in America latina fu un modello per i teologi della liberazione”. Devo ricordare che Pasolini ha trascorso tutta la sua poetica vita alla ricerca di ragazzi di vita, meglio se in età fresca, con i quali commettere quegli atti sessuali che costano la galera e la damnatio memoriae agli uomini di chiesa e di vangelo, non quello corsaro, quello secondo il catechismo? Devo ricordarlo io, che lezioni di catechismo non ne ho mai prese, tantomeno da Scalfari?

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  • Giuliano Ferrara Fondatore
  • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.