Io, Costanza e i metodi naturali

Camillo Langone

Dialogo sul Metodo della vita, e della vita sessuale felice, tra un uomo artificiale e una pluripara appagata. A confutazione dei Carlin Petrini e delle Vandana Shiva che vogliono la natura solo per le pannocchie.

Costanza, tu ultimamente mi esorti a parlare di metodi naturali. Ma io che ne so di metodi naturali, io sono artificiale, sono culturale, sono uomo. Tu invece che sei donna e madre puoi dirmi in due parole di che si tratta?

 

Costanza Miriano: Proprio in parole povere significa sapere che la donna è fertile più o meno cento ore per ogni ciclo mestruale. Il tempo in cui l’ovulo può essere fecondato. Quindi una coppia può valutare quando fare l’amore, tenendo conto del fatto che in quei pochi giorni può nascere un bambino. Se ci si conosce il margine di rischio è bassissimo. Si valutano tutti i segni, chiarissimi, che il corpo femminile manda. Ci si può aiutare anche con dei test in farmacia o con la misurazione di altri parametri. Se vuoi entro nei dettagli ma non vorrei tediarti. Il margine di insicurezza, diciamo tra l’1 e il 5 per cento, è dovuto al fatto che l’ovulazione non la si può prevedere con precisione millimetrica, e gli spermatozoi possono vivere nell’ambiente femminile, a loro congeniale, fino a cinque giorni.

 

Camillo Langone: Meno male che ti avevo detto due parole.

M: Scusa ma mi infervoro. Non ne parla mai nessuno!

L: Ma perché dovrei parlarne proprio io di metodi naturali? Non ci sono i preti?

M: Molti preti non osano, ma alcuni lo fanno. Io però credo che dovremmo parlarne noi laici.

L: E perché dei metodi naturali non ne parlano i naturalisti, gli ambientalisti, i seguaci del biologico, del chilometro zero? Strano che Carlo Petrini e Vandana Shiva non abbiano nulla da dire in proposito. Ho l’impressione che per loro un pupo valga meno di una pannocchia.

M: Penso che molti siano talmente accecati dall’ideologia, dal desiderio di autodeterminazione, che l’ecologia la accettano solo per i pomodori, non per i bambini e il corpo umano. Ma quello che più mi preme dire è che i metodi naturali aumentano il desiderio. Alla fine i preti che ne sanno di desiderio? Della stanchezza indotta dalla routine? Dell’emozione di dare la vita? E di quanto fa male la pillola, di quanto è poco sicuro e piacevole il preservativo, del fatto che la spirale uccide, che il diaframma è una specie di roulette russa?

L: Bella questa descrizione dei metodi artificiali.

M: Nessuno dice che le coppie che seguono i metodi naturali si desiderano di più. La pillola invece azzera il desiderio femminile e toglie il sesso dalla sfera del proibito, del sacro e dell’intoccabile. Il preservativo non è piacevole per l’uomo e non è sicuro neanche quando non si rompe…

L: No, il preservativo non è piacevole per l’uomo. In questo campo credo sia l’unica cosa che so meglio di te.

M: Io riferisco le confidenze… Comunque il Monde dice che adesso in Francia i metodi naturali sono stati scoperti dagli ecologisti. Finalmente avranno letto l’Humanae Vitae?

L: Ho qualche dubbio.

M: Sarà una cosa di nicchia. E qui in Italia nessun ginecologo me ne ha mai parlato, per trovare il numero di un’insegnante di metodi naturali dovetti chiamare il Policlino Gemelli.

L: E’ già molto che ce l’avevano.

M: Mi diedero il nome di una donna, madre, lavoratrice, che, Dio gliene renda merito, perse tempo con me, mi spiegò il metodo Billings accogliendomi varie volte a casa sua, consegnandomi un libretto con dei bollini colorati da incollare a seconda di alcuni sintomi. Su confederazionemetodinaturali.it c’è un motore di ricerca per trovare l’insegnante più vicina a casa propria.

L: Aspetta un attimo, fammi guardare.

M: Guarda.

L: Ma ce ne sono tantissime! In tutte le regioni, in tutte le città, perfino nell’insensibile Parma.

M: Il mondo è pieno di persone pronte a fare qualcosa per gli altri. Vorrei aggiungere una cosa.

L: Aggiungi.

M: I metodi naturali non vanno usati solo per evitare gravidanze. Ma anche per cercarle, perché sinceramente vedo molte più coppie con questo problema, con questo desiderio.

L: Anch’io vorrei aggiungere una cosa: a me, maschio italiano cattolico e quindi per prima cosa maschio, tutta questa ginecologia mi repelle. Sarò mistico ma voi pluripare siete così fisiche.

M: Lo sai che le donne se smettono di essere di nutrimento si deprimono, invece se sentiamo di accogliere qualcuno diventiamo più belle?

L: Non so niente, in effetti. Ma l’uomo dev’essere obbligatoriamente messo a parte di dettagli umidicci? Io per esempio vorrei restarne all’oscuro, è solo il dovere che mi spinge a farti queste domande.

M: No, infatti, non bisogna entrare nei dettagli. La macchinetta Persona per esempio si limita a dare luce rossa o verde.

L: La macchinetta Persona?

M: Persona è una delle diverse macchinette che aiutano a decifrare i sintomi fisici. Un po’ ti osservi tu, un po’ ti aiuti con questi test che sono simili a quelli di gravidanza, da fare, nel caso di Persona, otto giorni al mese.

L: Bene.

M: Comunque insisto col dire che i metodi naturali fanno bene all’amore. Sai quante coppie negli anni smettono di avere rapporti?

L: Non lo so, non stimolo confidenze di questo tipo.

M: Mi diceva un ginecologo che dopo i quaranta è molto più comune del caso contrario. Se niente è proibito e niente è pericoloso, ci si stufa, no?

L: Sempre l’uomo desidera di variare, diceva Boccaccio.

M: Credo che anche il fatto che l’uomo desideri cambiare sia naturale, non per niente quando Gesù parla del matrimonio i discepoli dicono: “Se le cose stanno così non conviene sposarsi”. Ma vivere il sesso nella grazia, e considerare il letto matrimoniale come un altare lo rende un’avventura molto diversa dalla ginnastica. E poi c’è la bellezza di dire ogni volta: se viene una nuova vita io e te insieme la accoglieremo, e ce la faremo. Non mi pare certo un atteggiamento routinario.

L: I metodi naturali quando sono stati messi a punto? E da chi? Ogino-Knaus?

M: Mi dovrei informare. Io come ti ho detto ho imparato il metodo Billings, che se non sbaglio è venuto dopo.

L: Purtroppo intorno a questi metodi c’è sempre stato molto scetticismo. Non la ritengo una smentita scientifica però mi ricordo un gruppo rock che si chiamava “I figli di Ogino”…

M: Rispetto ai primi tempi sono molto molto progrediti, grazie alle varie macchinette.

L: Magari un giorno ci faranno una app o una funzione di Apple Watch.

M: Sì, può darsi che un giorno riesca a misurare la temperatura basale.

L: Temperatura basale?

M: Tu non devi interessartene. Come dice una mia amica, un uomo che si interessa di temperatura basale è al limite del transgender. A meno che non sia un ginecologo.

L: Come non detto. E invece cosa pensate degli uomini che si interessano di travaglio e contrazioni? Io l’uomo in sala parto lo trovo ai limiti dell’abominevole, del veterinario…

M: Tu esageri sempre! Veterinario no, mi sembra di offendere le donne che hanno scelto di avere l’uomo accanto nel momento del parto, però anch’io come te sono profondamente contraria. Credo che troppa condivisione faccia male al matrimonio e credo che debba rimanere un po’ di mistero, soprattutto nell’intimità, se si vuole mantenere la tensione che serve alla seduzione. Per millenni il parto è stata solo cosa da donne. Il fatto che ora vada di moda condividerlo con gli uomini mi lascia estremamente perplessa. Mi sembra una moda figlia dell’ideologia del gender, ma poi ognuna ha la sua sensibilità.

L: Tornando al desiderio, perché i metodi naturali lo aumentano? Perché impongono un’astinenza?

M: Esatto. E dopo è come una luna di miele.

L: Quanti giorni di astinenza bisogna rispettare in un mese?

M: Per essere larghissimi dieci ma in realtà quelli proprio pericolosi sono cinque.

L: Hai detto pericolosi!

M: Diciamo che dopo quattro figli, e alla mia età, forse posso anche dirlo che un altro figlio sarebbe un’avventura. Ma se arriva, eccomi. Comunque credo che sia normale, molte amiche mi raccontano di un atteggiamento ambivalente: ogni mese c’è la preoccupazione che un figlio arrivi (hai in mente quanti sconvolgimenti procura?) e insieme anche il desiderio inconfessabile di accogliere un altro misterioso, entusiasmante, prodigioso pacchetto regalo dal Padreterno. Ma avrei dovuto definire pericolosa la pillola. Le donne che la prendono vedono alterate una trentina delle loro funzioni vitali.

L: Diventano anche cattive?

M: In un certo modo si può dire di sì. E’ una specie di continua sindrome premestruale. Oppure si deprimono e diventano lamentose. E il sesso fatto con queste premesse non interessa più a nessuno.

L: Intendi l’amplesso senza nemmeno l’ipotesi della procreazione?

[**Video_box_2**]M: Non solo. Anche senza il senso del limite, del sacro, senza più la consapevolezza di entrare in un territorio inviolabile. Il sesso praticato dall’uomo che si crede al centro dell’universo è poca cosa, è ginnastica e dopo un po’ annoia. Hai notato che ormai ci sono più pubblicità di lubrificanti che di preservativi?

L: No, mi è sfuggito. E’ un segno dei tempi?

M: Sì, è un segno dei tempi.

L: Un altro segno di tempi poco lubrificati potrebbero essere questi esponenti dell’alto clero secondo i quali il compito più urgente della chiesa è mettere l’ostia nelle mani degli uomini che hanno piantato la moglie.

M: Sul Sinodo sto facendo lo sforzo di non lasciarmi condizionare dai giornali. Sono certa che lo Spirito Santo soffierà ancora, e la Provvidenza provvederà. Sono certa che la priorità non saranno i divorziati risposati ma la crisi mondiale endemica della famiglia. Il Sinodo si concluderà con la beatificazione di Paolo VI, che con la sua Humanae Vitae non ha mollato di un centimetro. Mi preoccupa di più sapere che di metodi naturali non se ne parla più neanche nei corsi per fidanzati, neanche in chiesa a messa, neanche in confessione. Forse tanti uomini di chiesa hanno perso il coraggio e qui noi laiche dobbiamo soccorrerli. A loro ricordare i principi, a noi dire, anzi gridare al mondo, sulla base della nostra esperienza, che c’è una convenienza grandissima nel seguire i metodi. Alla fin fine i preti non possono sapere così bene certi particolari.

L: Invece le organizzazioni internazionali, onusiane, europeane, che cosa dicono dei metodi naturali, ammesso ne dicano qualcosa?

M: Mi pare chiaro che siano tutte contro la vita. Nei paesi in via di sviluppo l’Onu porta avanti campagne di sterilizzazione e diffusione del preservativo. Mentre l’Unione europea vuole la nostra estinzione, temo.

L: Vorrei concludere con la mia idea circa la fecondazione eterologa naturale.

M: Ti ascolto.

L: Io su molti dolorosi e delicati argomenti, droga, prostituzione, guerra, sono con san Tommaso d’Aquino per il male minore.

M: Ho paura di quello che dirai.

L: Perché oggi il mondo cattolico invece che studiare un dottore della chiesa preferisce abbandonarsi agli utopismi tipici delle eresie: ti fanno sentire più buono e più puro. Io sono per il male minore anche nel campo dell’eterologa. Ovviamente non ci sono prove ma sono convinto che nei secoli passati, nelle famiglie reali e in ogni altra famiglia in cui fosse indispensabile produrre un erede, in caso di marito omosessuale o impotente si risolvesse con lo stalliere, con il giovane ufficiale… Ecco un metodo naturale che, riscoperto, può liberarci dai faustismi della provetta.

M: Beh, che dire… Credo che peggio di comprare sperma da un cosiddetto donatore e infliggere al bambino la condanna di non poter mai neanche sotto tortura estorcere da nessuno il nome del padre, ecco, peggio di questo non ci sia niente.

L: Sembra anche a me. Mi sembra anche che il metodo da me suggerito abbia radici nell’Antico Testamento: penso al levirato, alle figlie di Lot, alla vedova Tamar che mise in atto l’estremo stratagemma di travestirsi da prostituta per farsi mettere incinta dal suocero, e che l’autore biblico si guarda bene dal condannare.

M: Ma credo che meglio di tutto siano i veri metodi naturali, quelli che mettono la vita nelle mani di Dio. Se un bambino non arriva, accogliere la circostanza e spendere la propria capacità di essere babbo e mamma con altri bambini, adottandoli. Oppure essere fecondi in altro modo.

L: Mmm, le adozioni… Non vorrei aprire un nuovo fronte, anche l’adozione mi sa un po’ di artificiale: se non dal punto di vista medico, dal punto di vista sociale. E poi secondo me l’idea di eternarsi procurandosi un figlio in qualche modo non fa i conti con l’Erasmus, con i voli low cost, con la liquefazione della famiglia. Oggi un ragazzo prende e va a Londra, va in America, va in Cina, e addio bastone della vecchiaia.

M: Ragioni pensando al figlio per te, e non a metterti in servizio di un bambino che ha bisogno di genitori. I figli non sono un nostro diritto. Sono i bambini ad avere diritto a dei genitori e l’adozione risponde a questo in modo meraviglioso, generoso, e del tutto privo della gratificazione di proiettare se stessi su un bambino che si genera, un rischio che per i genitori naturali c’è sempre. Il rischio dell’egoismo.

L: Io sono un uomo ad alto rischio egoismo. E penso che l’egoismo spesso sia sano: quando si facevano figli per egoismo, magari per mandarli a lavorare nei campi a cinque anni, i figli si facevano, adesso che bisognerebbe farli per altruismo ecco che ci stiamo estinguendo.

M: In tema di egoismo, bisogna assolutamente far sapere a tutti che i metodi naturali sono migliori anche per biechi motivi di appagamento.

L: Lo dicevo che voi pluripare siete così fisiche.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).