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Scontri a Hong Kong tra studenti e anti Occupy

Eugenio Cau

Le controproteste, che arrivano il giorno dopo una conferenza stampa strategica in cui il governo ha cercato di dividere e disorientare la manifestazione offrendo dialogo ma rifiutando di venire incontro a tutte le richieste degli studenti, secondo molti è sospetta.

Il sesto giorno di proteste a Hong Kong è quello degli anti Occupy. Nel pomeriggio di oggi in alcune zone dell’ex colonia, tra cui il distretto di Mong Kok, una grande folla di residenti della città si è radunata per scacciare dalle strade gli studenti pacifici che da sabato stanno occupando il quartiere finanziario di Hong Kong e alcune zone del centro per chiedere il suffragio universale alle elezioni e le dimissioni del capo dell’esecutivo Leung Chun-ying. A Mong Kok gli anti Occupy sovrastano per numero i manifestanti, hanno malmenato gli studenti e distrutto le loro tende. La polizia in alcuni casi ha fatto cordone per proteggere i ragazzi, in altri ha lasciato correre, in serata la situazione è diventata confusa e rabbiosa e i leader della manifestazione hanno accusato le forze dell’ordine di parteggiare per i gruppi violenti e di usare la confusione per rimuovere le barricate e le strutture degli studenti.

 

L’arrivo degli anti Occupy è un segnale del fatto che dopo quasi una settimana di occupazione parte della città è stanca della protesta e del blocco del traffico e delle attività del centro. Ma il tempismo delle controproteste, che arrivano il giorno dopo una conferenza stampa strategica in cui il governo ha cercato di dividere e disorientare la manifestazione offrendo dialogo ma rifiutando di venire incontro a tutte le richieste degli studenti, secondo molti è sospetto. In Cina una delle strategie del Partito comunista per scoraggiare il malcontento è organizzare delle manifestazioni piene di figuranti, spesso pagati per sostenere le istanze del governo. E’ già successo anche a Hong Kong nei mesi scorsi, e la protesta di oggi, in cui molti degli anti Occupy sventolavano bandiere cinesi, agli studenti è apparsa come una provocazione pensata a tavolino. In serata, dopo ore di scontri, i manifestanti hanno annunciato l’annullamento dell’incontro tra gli studenti e la numero due del governo della città Carrie Lam. Avrebbe dovuto tenersi domani, ma le violenze, dicono i manifestanti, hanno mostrato la cattiva coscienza del governo.

 

Gli studenti sono stanchi e divisi, sanno che le proposte di dialogo del governo non porteranno a vere concessioni e sono soprattutto un modo per prendere tempo e sfiancare l’occupazione, ma esitano a radicalizzare la protesta. L’arrivo degli anti Occupy nel momento in cui gli studenti sono più disorientati sembra un colpo organizzato per distruggere il morale della piazza. Ieri a Mong Kok le foto mostravano un gruppo di studenti ormai sparuto, circondato da una folla di residenti pro Pechino inferociti.

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  • Eugenio Cau
  • E’ nato a Bologna, si è laureato in Storia, fa parte della redazione del Foglio a Milano. Ha vissuto un periodo in Messico, dove ha deciso di fare il giornalista. E’ un ottimista tecnologico. Per il Foglio cura Silicio, una newsletter settimanale a tema tech, e il Foglio Innovazione, un inserto mensile in cui si parla di tecnologia e progresso. Ha una passione per la Cina e vorrebbe imparare il mandarino.