Il passato nel calcio non esiste. E la maglia del Chelsea dà a Fàbregas un’espressione più intelligente del solito (foto AP)

Un campionato a parte

Jack O'Malley

L’isteria collettiva la posso capire. Posso capire la rabbia e gli eccessi melodrammatici, i tweet mandati a caldo, i commenti di cui poi ci si pente, come messaggi inviati a tarda notte con un paio di bicchieri di troppo in corpo. Dopo le oscenità arbitrali di Juve-Roma rifatevi occhi e fegato con Premier e brandy

Londra. Di passaggio in Italia, domenica mi sono sgranocchiato Chelsea-Arsenal con il commento tecnico di quell’eroe moderno che è Paolo Di Canio. A parte saperne a pacchi di calcio inglese, l’ex manager del Sunderland ha il pregio di non dire mai quello che un telecronista direbbe commentando una partita. Quando Wenger si è avventato contro Mourinho, spintonandolo e mandando a puttane l’aplomb inglese che quella sfida avrebbe richiesto, Di Canio non ha chiesto la sospensione dei due allenatori per cattivo esempio dato ai ragazzini, né si è fatto portavoce di qualche ridicola interrogazione parlamentare, ma si è limitato a spiegare che tra i due c’è antipatia umana, e che quindi si può capire il tentativo di rissa a bordo campo, che certe cose nella vita succedono e basta. Anche perché poi il tutto è finito lì, senza svaccare in isterie da fighette offese come succede in serie A. Che goduria poi sentirlo esaltarsi per ogni entrata dura, inneggiando al gioco maschio e chissenefrega se non ci sono tiri in porta. In Italia ci sarebbero stati svenimenti a ogni contrasto, lamentele e pianti per novanta minuti con il risultato di trasformare un match meraviglioso nella solita farsa. Quando Courtois è stato tramortito da una cosciata di Sánchez (e poco dopo gli sanguinava l’orecchio), ci si è limitati a far entrare in campo la fisioterapista figa per curarlo. Avercene.

 

Manone. Il Manchester United ha finalmente scoperto di avere un portiere tra i pali, e non la controfigura coi capelli di Abbiati: David De Gea domenica pomeriggio ha salvato chiappe e ciuffo di Van Gaal almeno tre volte contro lo spompato Everton di Lukaku. Il pubblico di Old Trafford, attonito, ha persino inneggiato a lui. Fino alla prossima cappella.

 

Grattatina di Pellè. Nota scaramatica per Graziano Pellè, che appena convocato da Antonio Conte in Nazionale ha perso la sfida del suo Southampton contro il Tottenham. Qui in Inghilterra speriamo che almeno su di lui non si faccia sentire l’effetto Zaza.

 

La modella ungherese Viktória Varga visibilmente emozionata per la prima convocazione in Nazionale del fidanzato Graziano Pellè

 

Al mercato. Leggo che in Italia c’è ancora chi si stupisce del fatto che Balotelli non venga più convocato in Nazionale. Rodgers a Liverpool ha già capito tutto, e ha iniziato a purgarlo con una panchina sabato (i Reds hanno perso, ma non per l’assenza di Mario, tranquilli). I tifosi lo hanno subito eletto a capro espiatorio prediletto, e il suo allenatore ha dovuto ammettere di averlo acquistato perché a fine agosto sul mercato erano rimasti lui, un paio di mozzarelle fatte in casa, dei salumi stagionati e qualche offerta in scadenza al banco del pesce. Pensare che al Liverpool è costato quanto Welbeck all’Arsenal, al momento giustifica l’incazzatura dei tifosi.

 

[**Video_box_2**]Marotta a Guantanamo? L’isteria collettiva la posso capire. Posso capire la rabbia e gli eccessi melodrammatici, i tweet mandati a caldo, i commenti di cui poi ci si pente, come messaggi inviati a tarda notte con un paio di bicchieri di troppo in corpo. Quello che non capisco è perché il dramma deve poi sconfinare nell’operetta. Non so se è più desolante quello che è successo durante la partita Juventus-Roma oppure quello che si è visto dopo. Walter Sabatini dice che la Roma odia la parte della vittima, mai l’ha recitata e mai la reciterà, epperò ci sono due rigori inesistenti e un gol in fuorigioco, come la mettiamo? Giocherellando con sottigliezze semantiche dice che loro non si lamentano, semplicemente “constatano”, e a suon di constatazioni vien fuori un guazzabuglio che risulta perfino in un’interrogazione parlamentare. Non stupisce che il deputato del Pd Marco Miccoli dica che gli errori arbitrali “falsano il campionato”, ma che “minano la credibilità del paese” pare un’iperbole rischiosa. Mina di più la credibilità del paese un arbitro confuso o anche in malafede oppure il fatto che il Parlamento se ne occupi e che i rappresentanti eletti dal popolo invochino l’intervento di Bruxelles, di Strasburgo, magari pure dell’Aja, della Nato, del Consiglio di sicurezza dell’Onu? Qual è il passo successivo, mandare Marotta a Guantanamo? Addirittura si parla delle ripercussioni dell’accaduto sulla Borsa, perché stiamo parlando pur sempre di società quotate, e automaticamente si tira un filo invisibile tra la crisi economica e la crisi morale del paese incarnata dalla sudditanza psicologica di Rocchi nei confronti della Juventus. Alla faccia delle constatazioni.

 

Armadietto. L’Inter di Mazzarri è tutta nel ciuffo di Danilo D’Ambrosio, perfettamente conservato perché l’esterno non ha sudato poi molto in una partita dove il primo tiro in porta dell’Inter è arrivato dopo 38 minuti, quando già era sotto di due gol. Questo per dire che qui non regaliamo indulgenza. Certo però che l’uscita di Mentana, che suggerisce risolutamente all’allenatore dell’Inter di svuotare l’armadietto e levarsi dalle palle, mette voglia di dare fiducia all’allenatore ingessato e ai suoi ragazzi perfettamente pettinati.

 

Leggete questo articolo passeggiando con

 

 

 

 

Di più su questi argomenti: