“Freeze Your Eggs, Free Your Career” è il motto che qualche mese fa campeggiava sulla copertina di Bloomberg Businessweek

L'ovocita in carriera come benefit

Dei metodi per prevenire o curare una malattia suggellata dalla postmodernità, la gravidanza indesiderata, si è molto detto. La pianificazione famigliare, eufemismo che si regge sui pilastri della contraccezione e dell’aborto, è incastonata nelle strutture sociali.

New York. Dei metodi per prevenire o curare una malattia suggellata dalla postmodernità, la gravidanza indesiderata, si è molto detto. La pianificazione famigliare, eufemismo che si regge sui pilastri della contraccezione e dell’aborto, è incastonata nelle strutture sociali, permea l’orizzonte culturale. L’Obamacare mette pillola (del giorno prima o dopo) e preservativo fra i diritti inalienabili del cittadino, la Corte suprema difende le cliniche che praticano l’aborto, e non solo l’aborto antico e figlio dei drammi della vita, ma anche quello modernamente ridanciano e leggero di “Obvious Child”, il film in cui l’interruzione di gravidanza ha la stessa rilevanza morale dell’estrazione di un dente del giudizio. La nuova frontiera del problema riguarda piuttosto la gravidanza desiderata. La producibilità filiale è più o meno garantita da molteplici opzioni tecniche, ma dato che il desiderio è sovrano e con il passare delle stagioni la sovranità si esprime in termini viepiù capricciosi e stravaganti, magari la voglia di maternità c’è, ma sarebbe meglio se si realizzasse fra una decina d’anni.

 

Ora c’è una carriera da costruire, un gender gap da colmare, c’è uno status sociale da conquistare, ed è una vera disdetta che in natura la stagione in cui ci si può fare strada sul lavoro coincida con quella della massima fertilità. Per accomodare l’inconveniente Facebook e Apple offrono ai dipendenti il congelamento gratuito degli ovociti, in modo da rimandare la gravidanza a dopo la fine della fase più intensa della carriera. Chi l’ha detto che le donne “can’t have it all”? Basta separare il tempo biologico da quello professionale per soddisfare tutti i desideri, essere madri e donne in carriera senza l’insostenibile scocciatura di esserlo allo stesso momento. Sono le estreme conseguenze del “lean in” di Sheryl Sandberg, la capa di Facebook, secondo cui nessuna dovrebbe fare la vita che lei ha fatto per avere successo a casa e in ufficio.

 

“Freeze Your Eggs, Free Your Career” è il motto che qualche mese fa campeggiava sulla copertina di Bloomberg Businessweek, e la storia della pianificazione famigliare a scoppio ritardato poteva sembrare un po’ iperbolica, almeno fino a che le aziende più illuminate della terra, dove l’umano si supera e diventa transumano, non hanno preso a mettere il congelamento degli ovociti fra i benefit aziendali, come i buoni pasto. La procedura costa decine di migliaia di dollari, ma alle compagnie conviene coprire i costi piuttosto che perdere le migliori risorse, e poi il core business della Silicon Valley non è contenere i costi, ma cambiare il mondo. Inserire nello statuto dei lavoratori il diritto all’ovocita congelato è una bella rivoluzione, e se lo fanno Facebook e Apple significa che gli altri, presto o tardi, dovranno adeguarsi.

 

[**Video_box_2**]Le cronache americane riportano però che in questo sorridente brave new world di parentalità on demand e altre manipolazioni emergono sacche di resistenza. Movimenti minoritari ma pugnaci come quello di Tom Parker, giudice della Corte suprema dell’Alabama, ispiratore della campagna per il riconoscimento dello status di persona a partire dal concepimento. E’ un movimento fatto per lo più di attivisti nati diversi anni dopo la legalizzazione dell’aborto in America, gente nauseata dalla foga manipolatoria della vita che ogni giorno trova un nuovo campo di applicazione. Il 4 novembre, mentre altrove si pianificano figli e carriere, in Colorado e in North Dakota si terrà un referendum per decidere se dichiarare persona quel grumo di vita appena concepito.

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