Rosamund Pike in una scena tratta da Gone girl di David Fincher (foto Ap)

Barboni famosi e film barbosi, tramonti rosa e idoli per ambosessi

Mariarosa Mancuso

"Gone Girl” fa furore qui e al box office Usa. Il più bel film n. 2 visto finora è “Escobar: Paradise Lost”, con Benicio Del Toro, la prima regia di Andrea Di Stefano, ex attore italiano. Frotte di adolescenti bivaccano sin dall’alba accanto al Red Carpet per salutare gli idoli Josh Hutcherson, Sam Claflin e Lily Collins. E Richard Gere.

GONE GIRL di David Fincher, con Rosamund Pike (Gala)
Bellissimo avvincente e perfido, il miglior adattamento possibile del romanzo “L’amore bugiardo” (perdonate il titolatore folle, non chi vi svela i colpi di scena). Delitti e talk-show, senza messaggio e moralismi: incubi così erano materia hollywoodiana già negli anni 50. Due ore e mezza che volano, un diario scritto con una penna rosa ornata di piume, cacce al tesoro per l’anniversario di matrimonio. Al quinto, la moglie lascia le buste con gli indizi e non si trova.

 

BUONI A NULLA di Gianni Di Gregorio, con Marco Mazzocca (Gala)
Una meravigliosa maschera, stavolta impiegatizia. Trasferita dal centro storico di Roma allo sprofondo del Torrino, per scontare gli ultimi tre anni che separano dalla pensione. Fantozziano nella prima parte, free style nella seconda. Incazzarsi fa bene, dice il dentista psicologo: Gianni Di Gregorio nega l’acqua ai fiori e blocca con il chewing gum il campanello dei vicini Giovanna Cau e Ugo Gregoretti. Marco Mazzocca – era con Corrado Guzzanti in “Aniene” – coglie l’occasione per dimostrare quanto è bravo.

 

LULU di Luis Ortega, con Ailín Salas (Cinema d’oggi)
Barboni 1. Un film che punta tutto sul magnetismo degli attori, due adolescenti sbandati a Buenos Aires. Lucas raccoglie i rifiuti delle macelleria (mai visto tante ossa e  tanto grasso, scaricano e caricano di continuo). Lulu gira in sedia a rotelle per divertirsi. Insieme rapinano farmacie e sparano ai monumenti.

 

TIME OUT OF MIND di Oren Moverman, con Richard Gere (Cinema d’oggi)
Barboni 2. Dicono che Richard Gere abbia chiesto davvero l’elemosina a Manhattan, senza essere riconosciuto. Non potevano sapere che sotto il berretto di lana aveva i capelli a spazzola sempre della stessa lunghezza, in pendant con la barba regolata a dovere. Abbiamo rimpianto “Gli amanti del Pont-Neuf” di Leos Carax, lì Juliette Binoche sembrava davvero puzzolente. Trama inesistente e finale spalancato, lo spettatore vuole indietro le due ore.

 

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"Gone Girl” fa furore qui e al box office Usa. Il più bel film n. 2 visto finora è “Escobar: Paradise Lost”, con Benicio Del Toro, la prima regia di Andrea Di Stefano, ex attore italiano. Frotte di adolescenti bivaccano sin dall’alba accanto al Red Carpet per salutare gli idoli Josh Hutcherson (“Escobar”) Sam Claflin e Lily Collins, star di “#ScrivimiAncora”, storia di amici di sempre senza il coraggio di dichiararsi: boo-hoo anche per la cagnetta. Richard Gere spopola pure con i capelli bianchi, in “Time Out Of Mind”. Parla di un ex normale, oggi smarrito di fronte alla complessità della vita. Gere ha realmente girovagato per strada come homeless per le riprese. Premeva a lui e al regista Oren Moverman (“The Messenger”) dimostrare che anche un divo celebre come Gere, se dressed down e chiede l’elemosina, diventa un invisibile. Clive Owen è sempre un gran fico con adoratori ambosessi; è il medico “wild, dangerous and original” della serie che debutta tra poco su Sky Atlantic, “The Knick”. Ci siamo rifatte nuove alla Mac, dove i truccatori fanno divini gli accreditati. Barbara de Poli organizza un’accoglienza di razza, e il dotato Stefano Comelli renderebbe affascinante un pit bull: bel ragazzo, Stefano ha solo 22 anni, è da 5 all’azienda di cosmetici internazionale: un giovane che non si lamenta! Il primo goody-bag del “festa-val” (sic): cofanetto con rimmel volumizzante e curvante (oh, yes!) un rossetto Russian Red, colore di lipstick apprezzato dall’Elefantino, e una gamma di ombretti perlati (da regalare: alle cagnette non donano). Siamo andati ad annusare lo Spazio Ulisse dell’Alitalia. Davanti a un tramonto rosa, la direttrice Maria Paola Piccin ci accoglie festosa, anche con la sala zeppa di divi. In un angolo Tomás Milián è abbagliato da una falange di fotografi; Riccardo Scamarcio arriva a sorpresa: “Mi date da bere?”. Marco Mueller sorveglia il tutto, mentre il regista Luca Guadagnino (“Io sono l’amore”) ci racconta il suo nuovo film, ora al montaggio, “A Bigger Splash”, non a caso lo stesso titolo del celebre quadro di David Hockney, starring Tilda Swinton, Dakota Johnson (“50 sfumature di grigio”, da noi esce a febbraio), il magnifico Ralph (si pronuncia “reif”) Fiennes (“Grand Budapest Hotel”). Riprese al Tate Britain e Pantelleria. Esce a marzo.

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