I Repubblicani conquistano l'America. Disfatta di Obama
La destra alle elezioni del Midterm ottiene la maggioranza dei seggi sia della Camera sia del Senato.
Il principale problema dei commentatori politici incollati a Twitter nella notte dello spoglio è stato trovare il termine giusto. Il classico “landslide”, la vittoria a valanga, non rende l’idea. Il Partito repubblicano ha ufficializzato la conquista della maggioranza al Senato attorno alle 23.30 e ora attende con soddisfazione di quantificare il margine. La mappa completa del nuovo potere repubblicano si avrà dopo il 6 dicembre, quando si terrà il ballottaggio per il seggio in Louisiana (la democratica Mary Landrieu è favorita) ma al momento il guadagno netto di nove seggi – ovvero tutti quelli contendibili – è ancora alla portata del Gop. Il sogno è quello di eguagliare il +9 del 1994, anno elettorale glorioso per i repubblicani. Anche allora un democratico abitava alla Casa Bianca.
I repubblicani hanno vinto dove si presentavano da sfidanti (Colorado, Arkansas, Iowa, North Carolina) e hanno tenuto con distacchi enormi negli stati dove già detenevano il seggio (Georgia, Kentucky). Ancora incerto l’esito in Alaska, l’ultimo stato a chiudere le operazioni di voto.
Nel giro di qualche ora dalla chiusura dei seggi elettorali si è capito che non c’era storia. Le competizioni che i democratici consideravano abbordabili si sono tramutate in fragorose sconfitte, quelle sicure si sono ridotte a vittorie di misura. Un macroscopico errore di prospettiva. Nella roccaforte liberal del New Hampshire il margine fra il repubblicano Scott Brown e la democratica e Jeanne Shaheen è così ridotto che si parla di un “recount”. Per settimane la distanza in fra il leader dell’opposizione al Senato Mitch McConnell e la giovane Alison Lundegran Grimes in Kentucky è stata venduta dai sondaggisti come risibile, forse addirittura dentro il margine di errore. McConnell ha vinto con quasi 17 (diciassette) punti di vantaggio, e con una performance del genere sarà difficile per gli intransigenti del partito impedirgli di diventare il leader del Senato. Dinamica simile in Georgia, dove le performance pre elettorali di Michelle Nunn hanno titillato il sogno democratico di una breccia nel sud repubblicano: Nunn ha perso di dieci punti.
[**Video_box_2**]Forse nessuna corsa rende l’idea della disperazione democratica quanto quella di Wendy Davis, candidata al posto di governatore in Texas e già protagonista di una campagna nazionale che le ha dato lustro e visibilità presso il mondo liberal. E’ stata spazzata via con un distacco di oltre 21 punti percentuali. E sempre in tema di governatori, l’idolo del Wisconsin repubblicano Scott Walker ha stravinto la sua terza elezione in quattro anni, mentre l’Illinois, lo stato di Barack Obama avrà un governatore di destra. Se queste elezioni di midterm sono da intendere come un referendum sull'operato di Obama, il presidente ne esce distrutto.
Il Foglio sportivo - in corpore sano