Il partito intelligente
Il Gop ha costruito il trionfo al midterm diversificando il messaggio e scegliendo candidati credibili. Al resto ci ha pensato Obama.
New York. Per quanto ci si sforzi di isolare l’idea sintetica che ha fruttato ai repubblicani una monumentale vittoria alle elezioni di midterm, la sintesi sfugge. Non c’è un tema dominante, una piattaforma politica replicabile, un messaggio elettorale a reti unificate, non c’è il punto di Archimede su cui il partito ha fatto leva per riprendersi il Senato con potente esibizione di muscoli elettorali. E’ stata la vittoria della virtuosa frammentazione del messaggio conservatore. Come ha detto Mitt Romney: “Big tent Republicans win big races”. I candidati di vari orientamenti e correnti riuniti sotto la “big tent” del partito hanno vinto sfide concepite e condotte a livello locale, senza la pretesa di agganciarsi forzosamente a un’astratta agenda nazionale. Quattro anni fa, quando il Gop ha ottenuto la maggioranza alla Camera, il centro di gravità del conservatorismo era la lotta senza quartiere al big government trascinata dall’intransigenza libertaria del Tea Party. Il movimento ha dato i suoi frutti, ma i candidati più estremi e ideologicamente puri sono stati bocciati. In questa tornata la disunione ideologica ha fatto la forza e “siamo entrati nella corsa avendo imparato una lezione fondamentale: i candidati contano”, come ha spiegato lo stratega repubblicano Scott Reed.
Cory Gardner in Colorado ha soffiato il seggio a Mark Udall spostandosi al centro sulle questioni etiche; per sfuggire all’etichetta di guerriero della “culture war” ha proposto di vendere contraccettivi in farmacia senza ricetta. Joni Ernst, prima rappresentante donna dell’Iowa, ha vinto toccando i tasti cari al Tea Party, il giovane Tom Cotton in Arkansas ha attinto dal manuale della politica estera neocon per seppellire l’avversario sotto un distacco di 17 punti. La destra ha vinto puntando, a seconda dei casi, sulle questioni etiche, sulle tasse, sull’Obamacare, sulle armi da fuoco, sulle trivellazioni, sulla debolezza della politica estera di Obama. La vittoria di Mitch McConnell, con ogni probabilità prossimo leader del Senato, ha dimostrato che la presunta divisione fra establishment e novatori, fra l’insipienza dei vecchi insider di Washington può forse mobilitare l’elettorato nella campagna presidenziale. In Kentucky l’aspirante rottamatrice se n’è tornata a casa con quindici punti e rotti di distacco, dopo mesi di sondaggi che la davano a mezza ruota dall’avversario.
[**Video_box_2**]In questo contesto, il grande merito del partito è stato selezionare le persone giuste e diversificare scaltramente il proprio messaggio, adattandosi alle esigenze di un’America ideologicamente fluida che è ben rappresentata dai contraddittori esiti dei referendum che punteggiavano la nazione. Gli americani hanno votato per un paese con salari minimi più alti, aborti più facili, marijuana legalizzata e a guida repubblicana. Esercitandosi nell’antica (e apparentemente perduta) arte della selezione di candidati credibili il partito ha guadagnato sette seggi al Senato (l’Alaska è ancora in bilico, per la Louisiana tutto è rimandato al ballottaggio) e ha consolidato la maggioranza alla Camera. L’avversione per Obama è stata un buon collante ideologico, certo, ma anche a sinistra lo smarcamento dal presidente è stato molto praticato in campagna elettorale, magari per trovare riparo sotto l’ala di Hillary Clinton. Ora le timeline dei clintoniani sono invase da #hillarylosers. Il Gop ha stravinto anche la sfida dei governatori. Simbolo di questa vittoria è Scott Walker, governatore del Wisconsin che ha vinto con sei punti di vantaggio la sua terza elezione in quattro anni. Walker è l’immagine della destra che funziona, corrente pragmaticamente orientata alle soluzioni economiche e allo snellimento della pubblica amministrazione più che ai grandi temi culturali. Era stato trascinato in una “recall election” dopo aver dato scudisciate allo strapotere immobilista dei sindacati. Ha passato la prova e martedì notte ha vinto di nuovo, legittimando le speculazioni intorno a una sua promozione sulla scena nazionale. Si vedrà. Intanto, cresce la generazione di governatori di destra – specialmente nella Rust Belt che oltre alla crisi si trova con strutture sociali dure da riformare – che sistema bilanci tagliando la spesa e approvando misure per creare lavoro. Chris Christie dice che i governatori devono riempire il vuoto di Washington. Al gruppo s’è aggiunto il businessman Bruce Rauner, nuovo governatore repubblicano dell’Illinois, lo stato di Obama.
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