D'Alema e gli altri. Il patto del Tavoliere contro Renzi
Con l'ex presidente del Consiglio, Fitto, Boccia e Garofoli. Sospetti del premier sul “quadrilatero delle Bermuda” e di tutte le Puglie.
Roma. A Palazzo Chigi lo chiamano il quadrilatero delle Bermuda e i protagonisti di questa storia hanno tre caratteristiche in comune: tutti diversamente renziani, tutti diversamente nazareni e soprattutto tutti pugliesi. A Palazzo Chigi lo chiamano il quadrilatero delle Bermuda perché se c’è un problema, un ritardo, un voto sospetto, una critica fuori contesto, la responsabilità viene spesso individuata in questo gruppetto formato da Raffaele Fitto (truppa di 13 senatori a Palazzo Madama, diciotto deputati alla Camera, tra cui Francesco Paolo Sisto, presidente della strategica commissione Affari costituzionali), da Massimo D’Alema (pugliese d’adozione, vecchio amico della famiglia Fitto), Francesco Boccia (deputato Pd, già lettiano, presidente della commissione Bilancio della Camera) e – nome a sorpresa – Roberto Garofoli (tarantino, consigliere di stato, ex segretario generale di Palazzo Chigi con Enrico Letta, oggi capo di gabinetto di Padoan).
Il quadrilatero delle Bermuda viene osservato con sospetto ogni volta che alla Camera o al Senato c’è un voto segreto che non va per il verso giusto (diciamo); ogni volta che un ufficio tecnico della Camera o del Mef mostra un allineamento non militare con il volere del Grande capo (Garofoli è il re degli emendamenti); ogni volta che gli ingranaggi della macchina di governo mostrano di non voler seguire la direzione di marcia imposta dal presidente del Consiglio. Spesso la convergenza è involontaria. Spesso la convergenza invece è frutto di una precisa strategia: destabilizzare il patto del Nazareno. Il terreno sul quale il Patto del Tavoliere proverà a indebolire il Patto del Nazareno oggi coincide con il campo della legge elettorale. E la battaglia non è più solo sui numeri o sulle soglie ma è soprattutto sui tempi. Con un obiettivo: rinviare il più tardi possibile la legge ed evitare che il premier possa arrivare all’elezione del presidente della Repubblica con l’Italicum in tasca. Oggi i quattro contano quello che contano, ma quando il gioco si farà duro Renzi sa che per andare avanti dovrà tenere conto degli anti nazareni del Tavoliere. Lo scivolo per le elezioni anticipate, un domani, potrebbe passare anche da lì.
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