Il presidente della Camera Laura Boldrini (foto Ap)

Il liberismo e l'ebola secondo Boldrini? Ecco cosa ne pensa il Fmi

Luciano Capone

Il Fondo monetario internazionale risponde alle accuse del presidente della Camera. E i dati della Banca Mondiale (Bm) e dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) dimostrano che nei paesi colpiti – Guinea, Sierra Leone, Liberia e Nigeria – la spesa sanitaria è costantemente aumentata.

Nei giorni scorsi, parlando del tic linguistico “è colpa del liberismo” che in Italia e in Europa scatta ogniqualvolta si parla di un qualsiasi problema socio-economico, ci eravamo interessati a una dichiarazione della Presidente della Camera. In un discorso al Programma alimentare mondiale, a proposito dell’epidemia di ebola in Africa occidentale, Laura Boldrini ha affermato che “si è giunti alla situazione estremamente allarmante di oggi” a causa “delle drastiche politiche di risanamento finanziario adottate in paesi in difficoltà, con tagli alla spesa pubblica e privatizzazione dei servizi”. Avevamo fatto notare che non era possibile trarre conclusioni del genere perché, prima di ogni considerazione, erano i fatti a smentire le premesse della Boldrini: i dati della Banca Mondiale (Bm) e dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) dimostrano che nei paesi colpiti – Guinea, Sierra Leone, Liberia e Nigeria – la spesa sanitaria è costantemente aumentata. Quindi niente tagli selvaggi.

 

La Presidente della Camera ha risposto all’editoriale che conteneva queste osservazioni con una lettera al Foglio in cui dice: “Confermo la tesi parola per parola”. Nella lettera sostiene che “nei paesi più colpiti da ebola, l’incidenza della spesa sanitaria pubblica è di gran lunga inferiore rispetto a quella privata” e che “secondo i dati Oms e Bm, dove la sanità è prevalentemente pubblica i risultati sono migliori”. Dietro questa spinta liberista, secondo Boldrini “c’entrano non poco le politiche imposte dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale”. Sulla base di queste e altre considerazioni, la Presidente della Camera chiede se non sia il caso di discutere dell’epidemia di ebola “senza inforcare le lenti dell’ideologia” (intendendo che quelle lenti le indossi chi ha criticato la sua tesi) e di “guardare in faccia con realismo gli esiti di determinate politiche”. Per un approfondimento sulle incongruenze logiche, sulle contraddizioni e sulle fallacie argomentative esposte dalla presidente Boldrini si rimanda a questo post. Ma ciò che a questo punto è più rilevante, tra gli argomenti esposti nella sua lettera, è l’accusa di una responsabilità diretta nella diffusione dell’Ebola rivolta al Fmi e alla Bm per le loro “politiche liberiste”. L’affermazione è pesante e autorevole perché proviene dalla terza carica dello Stato e da una personalità che conosce bene le istituzioni internazionali per essere stata a lungo portavoce dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.

 

[**Video_box_2**]Abbiamo contattato il Fmi per conoscere la loro posizione rispetto all’accusa di avere delle responsabilità nella diffusione dell’ebola a causa dell’imposizione di tagli alla spesa sanitaria. Da Washington, pur non volendo commentare le dichiarazioni della Presidente Boldrini, hanno risposto al Foglio con una lettera del capo della comunicazione Gerry Rice: “Una recente ricerca del Fmi mostra che la spesa per sanità e istruzione è cresciuta più rapidamente nei paesi con programmi supportati dal Fmi che in quelli senza. Allo stesso modo – prosegue Rice – un altro studio dello staff del Fmi indica che in un periodo di cinque anni, la spesa sanitaria è cresciuta di circa 1 punto percentuale di pil nei paesi a basso reddito con programmi supportati dal Fmi. E questo vale anche per i paesi colpiti dall’Ebola: in Guinea (aumento di 0,7 punti), in Liberia (aumento di 1,56 punti) e Sierra Leone (aumento di 0,24 punti dal 2010 al 2013)”. La lettera del direttore del dipartimento Comunicazione del Fmi prosegue spiegando come la stragrande maggioranza dei paesi poveri assistiti dal Fmi abbia visto crescere investimenti pubblici in scuola e sanità. Parla del grave danno socio-economico che l’ebola sta arrecando a paesi poveri e fragili che avevano iniziato a crescere dopo anni di sanguinose guerre civili. Il Fmi inoltre informa sugli stanziamenti straordinari per arginare l’emergenza e su possibili ulteriori provvedimenti come la cancellazione del debito dei paesi colpiti. Ma questo riguarda più un altro tema, che è il contrasto agli effetti dell’epidemia di ebola.

 

Ciò che è rilevante, rispetto alle parole della presidente della Camera, sono invece le cifre sulla spesa sanitaria in costante aumento nei paesi colpiti che contraddicono la sua affermazione sui “tagli alla spesa pubblica”. Non è quindi possibile, stando ai dati del Fmi, che fino a prova contraria si presumono veri e affidabili, dimostrare alcun nesso di causa-effetto tra tagli alla spesa e ebola, semplicemente perché questi tagli non ci sono stati. Oltre alla Bm e all’Oms lo dice anche il Fmi. I dati sono lì, basta togliere “le lenti dell’ideologia” per vederli e per guardare con realismo a come sia più efficace risolvere un’emergenza sanitaria, sociale ed economica in paesi che stavano iniziando a vedere finalmente un po’ di crescita e sviluppo.

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  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali