Un “cabinet noir” all'Eliseo contro Sarkozy? Qualche sospetto e tutti i nomi
L'inchiesta del settimanale Valeurs Actuelles del 31 ottobre scorso, i sospetti e le accuse che stanno alimentando il dibattito politico francese.
Parigi. Il 31 ottobre dello scorso anno, il settimanale Valeurs Actuelles pubblicava un’inchiesta che per la prima volta evocava l’esistenza di un “cabinet noir” all’interno dell’Eliseo, incaricato di orchestrare le offensive giudiziarie contro Nicolas Sarkozy, al fine di ostacolare il suo ritorno in politica. Tra le prove riportate dal settimanale, emergeva per rilevanza la confessione di Bernard Muenkel, ex capo del dipartimento di Telecomunicazioni e Informatica presso la presidenza della Repubblica. Quest’ultimo aveva infatti dichiarato di essere stato retrocesso di grado per non “essersi piegato a una richiesta illecita del ‘gabinetto nero’ dell’Eliseo”, secondo la quale avrebbe dovuto frugare negli archivi dell’ex capo di stato. Per la gauche era solo una favola inventata dalla Pravda del sarkozismo, da “Valeurs Poubelles”, come lo avevano etichettato, cioè valori spazzatura. Un mirabile esempio di giornalismo pataccaro e dietrologista, imbastito da un manipolo di devoti all’ex capo di stato, che voleva spiegare in tal modo i guai giudiziari che pesavano sulla sua testa. Eppure nulla di quanto scritto da Valeurs Actuelles è mai stato contraddetto. L’Eliseo si è sempre limitato ad affermare “di aver agito nel massimo rispetto delle regole del diritto”, ogni qualvolta è stato sollecitato dalla giustizia.
Per la stampa benpensante, lo scoop di Valeurs Actuelles era solo una “manipolazione grossolana fondata sulla fede di una testimonianza fragile”. Ma da allora di cose ne sono successe parecchie ed è lo stesso Valeurs Actuelles a metterle tutte in fila nel suo ultimo numero, consacrato all’affaire Jouyet-Fillon che ha ravvivato i sospetti sull’esistenza di un “gabinetto nero” attorno a Hollande che tramerebbe contro Sarkozy. “Con François Hollande, l’Eliseo si è trasformato in un nido di spie?”, chiede il settimanale. E’ il 17 febbraio 2014 e il presidente socialista, dinanzi a un nugolo di fedelissimi, si lascia andare, ignaro dell’effetto che genereranno le sue parole: “Sarkozy, lo sorveglio, so tutto quello che fa”. Passano pochi giorni e si scopre che l’ex capo di stato e il suo avvocato sono sotto intercettazione telefonica da oltre un anno. Sarko si sfoga sulle pagine del Figaro, denunciando il clima da Stasi che regna in Francia e la magistratura politicizzata che in combutta con l’Eliseo vuole metterlo fuori gioco.
[**Video_box_2**]A luglio, Sarkozy è incriminato per corruzione, ma l’inchiesta è sospesa due mesi dopo dalla Corte d’appello di Parigi. Nel frattempo due giornalisti investigativi del Monde, Gérard Davet e Fabrice Lhomme, frequentano spesso l’Eliseo e il ministero della Giustizia, spostandosi da un lato all’altro di Parigi con l’auto blu e protetti da quattro poliziotti messi a disposizione dal governo (un po’ strano no?): ufficialmente per preparare un libro sul quinquennato di Hollande, ma forse anche per ottenere qualche informazione in più sull’ex capo di stato. Una settimana fa hanno pubblicato un libro sugli affaire di Sarkozy, “Sarko s’est tuer”, che per molti è un po’ troppo informato per essere il frutto di un’investigazione “nel rispetto delle regole del diritto”. Interrogato da Valeurs Actuelles, Olivier Marleix, deputato dell’Ump, ha rilevato nel libro dei due giornalisti 70 violazioni del segreto istruttorio e ha annunciato di aver appena ottenuto l’apertura di un’inchiesta preliminare a riguardo, che mira a far luce sull’esistenza del famigerato “gabinetto nero”. Ma chi sarebbero gli orchestratori di questa cellula di spionaggio? Valeurs Actuelles li ha messi uno accanto all’altro definendoli i “porte-flingues” di Hollande: gli sgherri del presidente. C’è Eric Bio-Farina, l’“esecutore”, c’è Pierre Valleix, il “giustiziere”, c’è Alain Zabulon, il “direttore d’orchestra” e c’è soprattutto lei, Sylvie Hubac, la direttrice di gabinetto di François Hollande e per molti anche la direttrice del “gabinetto nero”. Sarà solo una coincidenza, ma da quando è scoppiato l’affaire Jouyet-Fillon, si susseguono le voci su una sua dipartita.
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