(foto AP)

Training autogeno a Mosca

Putin offre la bozza della nuova dottrina del Cremlino

Anna Zafesova

Vladimir Putin nel suo discorso annuale alle Camere riunite – l’equivalente russo del messaggio sullo stato dell’Unione americano – non solo non mostra segni di cedimento, ma offre la bozza finale della nuova dottrina del Cremlino. Il russo fa il duro, rublo e petrolio non ascoltano

Milano. Il rublo precipita insieme al prezzo del petrolio, il governo russo ammette la recessione imminente e taglia le spese sociali, ma Vladimir Putin nel suo discorso annuale alle Camere riunite – l’equivalente russo del messaggio sullo stato dell’Unione americano – non solo non mostra segni di cedimento, ma offre la bozza finale della nuova dottrina del Cremlino. La Russia è vittima dell’ostilità americana, e lancia la sfida a Washington perché “difende la verità e la giustizia”, difendendo la sua sovranità basata su “una nazione sana, una famiglia sana e i valori tradizionali ereditati dagli antenati”, opponendosi al degrado di un’Europa “dove molti hanno dimenticato da tempo cos’è l’orgoglio nazionale”. Il disastro del rublo è opera di “speculatori” che verranno puniti, e dalla “trappola della crescita zero” si uscirà grazie all’impegno dei russi e all’autarchia, per tornare in quattro anni a crescere “sopra la media mondiale”.

 

Il presidente russo torna a cavalcare il suo ultimo motto, “siamo forti perché abbiamo ragione”, citando i suoi filosofi preferiti, Ivan Ilin e Nikolaj Fëdorov con la sua teoria della “causa comune” che unisce il popolo. La situazione russa viene affrontata in termini morali se non mistici, e la fonte della forza nazionale è “il ritorno” della Crimea, che ha “un valore sacrale” (in un’altra zona a rischio, la Cecenia, ieri un attacco ha ucciso 16 persone). L’annessione – che a Mosca non viene mai chiamata con il suo nome – è stata solo un pretesto per le sanzioni occidentali: “Non sono state uno scatto di nervi, se non ci fosse stata la Crimea avrebbero inventato un altro motivo per isolarci”. Così la teoria della Russia odiata da tutti perché migliore, tradizionale negli ambienti nazionalisti, trova la sua formalizzazione definitiva, anche se Putin promette che non si chiuderà al mondo “perché sarebbe una debolezza, mentre noi siamo forti e sicuri di noi”, ma rivendicherà i suoi interessi anche militarmente perché “nessuno potrà mai costringerci con la forza” e a nessuno verrà permesso di avere una “supremazia militare”. In occidente ci sono i nemici, innanzitutto l’America, mentre gli europei vengono dismessi come nazioni per le quali “la sovranità è un lusso che non possono permettersi” e Putin ironizza che “certe volte non si capisce se parlare con alcuni governi o direttamente con i loro patron americani”. Che hanno ordinato a Bruxelles di “mandarci a quel paese” sulla crisi in Ucraina, finita con un “golpe”. I “sinceri amici e partner strategici” si trovano in Asia, anche se la Cina non viene nominata, ma la Russia ha intenzione di contare soprattutto su se stessa, e i riferimenti autarchici sono stati numerosi.

 

Quasi una sessione di training autogeno, alla quale i 1.100 vip presenti al Cremlino hanno reagito, secondo le misurazioni degli applausi fatte dall’inviato di Gazeta.ru “con meno entusiasmo del solito”.  Anche perché le notizie dal fronte economico sono catastrofiche, e diversi imprenditori avevano cautamente auspicato una svolta di liberalizzazione. Ma Putin opera con numeri ormai scaduti – pone come obiettivo l’inflazione al 4 per cento mentre la Banca centrale pronostica il 10 per cento già a gennaio – e promette una moratoria fiscale di quattro anni proprio mentre ci sono già nuove imposte in arrivo. Offre un’amnistia per i capitali rimpatriati quando la Banca centrale pronostica una fuga di 130 miliardi di dollari, e parla dei successi della Sanità e dell’aspettativa di vita aumentata a 71 anni pochi giorni dopo che i medici moscoviti sono scesi in piazza per protestare contro i tagli. Il portavoce di Putin Dmitri Peskov ha ribadito che il presidente “non ha lanciato una nuova politica economica”, rimproverando le attese che “avrebbe fatto vedere una enorme pillola che cura tutti i mali”. Pochi minuti prima però il capo di Rosneft Igor Sechin ha promesso ai giornalisti che il prezzo del barile avrebbe reagito subito al discorso del presidente.

 

[**Video_box_2**]Il greggio però è rimasto più o meno dov’era, mentre il rublo dopo aver ascoltato il messaggio di Putin ha ripreso a scendere. In compenso la diplomazia di Mosca è allineata con la nuova dottrina. Alla conferenza dell’Osce a Basilea il ministro degli Esteri Sergei Lavrov ha polemizzato con John Kerry e, dopo aver incontrato per la prima volta Federica Mogherini nel suo nuovo ruolo, ha proposto come agenda “la lotta al nazismo in Europa e contro i colpi di stato”, un’evidente offensiva contro Kiev e i suoi sostenitori occidentali.

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