Non solo indagini. Tutti i numeri del capitalismo municipale romano

Andrea Giuricin

Atac e gli sprechi delle municipalizzate a Roma. E’ necessario separare la gestione aziendale dalla politica. Il “grande male” è una gestione che ha come obiettivo non l’efficienza per i cittadini romani del trasporto pubblico, quanto altri obiettivi. E' necessario liberalizzare.

Siamo alla frutta. Roma si ritrova di nuovo al centro delle polemiche, dimostrando come il sistema politico nazionale abbia un grave problema: l’intreccio tra politica e amministrazioni nella gestione delle aziende pubbliche ed in particolare in quelle municipalizzate. Un intreccio troppo stretto che provoca uno spreco di denaro pubblico enorme.

 

Ricordando che senza sentenza definitiva è rischioso trarre conclusioni, allora forse è meglio concentrarsi sui 4,6 miliardi di euro di spreco che la principale società pubblica gestita dal Comune di Roma ha accumulato nel corso degli ultimi cinque anni. Di cosa stiamo parlando? Dei contributi e delle perdite accumulate da Atac, la società municipalizzata che gestisce la maggior parte del trasporto pubblico locale nella capitale.

 

In un paper con il professore Ugo Arrigo, avevamo già ricordato quanto fosse inefficiente. I dati si fermavano al 2012, ma ora con quelli riguardanti il 2013 risulta evidente come la situazione non solo non è cambiata, ma è addirittura peggiorata. Se ci si focalizza sugli ultimi cinque anni, Atac è costata ai cittadini, tra contributi pubblici e perdite nette oltre 4,6 miliardi di euro.

 

 

E nell’ultimo anno, pur con le ristrettezze che avrebbero dovuto colpire il Comune di Roma, Atac ha mostrato di saper spendere ancora più soldi. Nel complesso i costi per vettura/chilometro sono incrementati ancora, passando dai 7,34 euro del 2012 a 7,67.

 

 

Il dato preoccupante è che questo aumento è avvenuto nonostante il costo delle materie prime, come i carburanti, sia diminuito di oltre l’8 per cento. Le perdite sono cresciute fino a 219 milioni di euro, in crescita del 40 per cento rispetto al 2012, nonostante l’incremento dei ricavi dei biglietti di oltre l’8 per cento.

 

[**Video_box_2**]Tutti dati che non solo devono preoccupare, ma che devono scandalizzare. Cosa si può e deve fare per eliminare questo spreco di ricorse pubbliche?

 

E’ necessario separare la gestione aziendale dalla politica. Il “grande male” è una gestione che ha come obiettivo non l’efficienza per i cittadini romani del trasporto pubblico, quanto altri obiettivi (ad esempio l’incremento dei posti pubblici).

 

Per fare ciò il primo passo è liberalizzare, in modo da fare entrare quegli operatori che sanno effettuare meglio il servizio, con qualità superiore e costi inferiori. È necessario per il Comune di Roma, che rischia un commissariamento economico, è necessario per l’Italia, che continua a cadere in un immobilismo sempre più grave e sempre più deleterio.

 

Andrea Giuricin è research fellow dell'Istituto Bruno Leoni

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