Marine Le Pen

Nel Front national arrivano i “gay di Marine Le Pen”. Ma occhio a Marion

Mauro Zanon

Lo avrà detto anche in maniera ruvida e molto poco pol. corr. per piacere al giornalista collettivo, ma il settimanale Minute aveva già capito nel gennaio del 2013 che i “gays de la Marine ont la main sur l’appareil”.

Parigi. Lo avrà detto anche in maniera ruvida e molto poco pol. corr. per piacere al giornalista collettivo, ma il settimanale Minute aveva già capito nel gennaio del 2013 che i “gays de la Marine ont la main sur l’appareil”. Il tabù era stato sfatato successivamente anche da un giovane eletto frontista, Octave Nitkowski, che in un suo libro, “Le Front national des villes et le Front national des champs” raccontava di come la presenza di omosessuali nel cerchio magico di Marine Le Pen avesse stravolto le sue strategie e spiegato la sua titubanza sulla questione del mariage pour tous. Nitkowski, per primo, aveva rivelato l’omosessualità di Steeve Briois – informazione poi confermata da Libération –, figura di prua del nuovo Front, divenuto quest’anno sindaco del comune di Hénin-Beaumont. Sottolineando come la progressiva rottura tra Jean-Marie e Marine Le Pen fosse soprattutto figlia della divergenza di vedute sulla questione omosessuale. Il primo non ha mai esitato a manifestare la sua poca simpatia per i gay, la seconda, da quando ha assunto il comando del Partito, ha regolarmente dato segnali d’ouverture, e da alcuni gay, come conferma l’ultimo numero del magazine Closer, si fa consigliare. Il settimanale scandalistico che lo scorso gennaio ha iniziato il feuilleton Hollande-Gayet, ha pubblicato ieri un servizio fotografico che porta sotto i riflettori l’omosessualità di Florian Philippot, vicepresidente del Fn, noto come l’“uomo che mormora all’orecchio di Marine”. Gli scatti mostrano il numero due della formazione frontista con il suo attuale compagno, a Vienna, città in cui si sono recati lo scorso weekend. L’uomo, di cui Closer non rivela l’identità, è un “giornalista televisivo – scrive il settimanale – conosciuto per la sua militanza in favore dei diritti degli omosessuali”.

 

Sorvoliamo sulla colata d’indignazione bipartisan della stampa francese – i meccanismi scattati sono i medesimi di quando scoppiò il Gayetgate, “che disgusto”, “è vergognoso”, “è un’ignominia mediatica”, “il diritto alla vita privata è sacro” ripetono in coro, poi però quando si tratta di leader o esponenti di spicco stranieri sono i primi a voler sapere tutto fino all’ultimo dettaglio – e diciamo innanzitutto che la notizia di per sé non ha nulla di sorprendente – l’orientamento di Philippot era arcinoto da tempo agli addetti ai lavori e non solo. Ma fa un certo effetto se accostata all’annuncio, questo sì sorprendente e inatteso, dell’adesione al Rassemblement bleu marine di Sébastien Chenu, fondatore di GayLib, ex antenna Lgbt dell’Ump. “Ho scelto Marine Le Pen per la coerenza delle sue posizioni sull’Europa e sulle questioni di società”, ha dichiarato Chenu, che secondo quanto riportato dal Figaro animerà in seno a Rbm un collettivo consacrato alla cultura. “Ero in totale disaccordo con l’Ump su due questioni – ha sottolineato il neo acquisto frontista per spiegare la sua fuga –: sull’Europa, perché l’Ump ha accettato la sottomissione totale ai tecnocrati di Bruxelles, e sulla sua posizione costernante in merito al matrimonio omosessuale. L’Ump è divenuto un Tea Party alla francese, un partito conservatore”. Il primo a dare il benvenuto giovedì sera al militante per i diritti Lgbt era stato proprio Florian Philippot tramite un messaggio su Twitter: “Bienvenue à Sébastien Chenu: le rassemblement des patriotes est en marche!”.

 

“En marche” è anche la riverniciatura arcobaleno del Front national, come dimostrano questi due ultimi episodi. Resta ora da capire se basterà la bellezza della giovane Marion Le Pen e il suo engagement nelle battaglie della Manif pour tous per tenere buona la frangia tradizionalista e cattolica del Fn, la base storica rappresentata dal patriarca Jean-Marie e dai “vieux camarades”. Per Marine, la vera sfida inizia ora: far coesistere in equilibrio l’aile gauche guidata da Philippot e dai giovani gollisti e l’aile droite del partito frontista, l’anima liberal-conservatrice di cui Marion è la portabandiera.

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