La nottata è passata

Giuliano Ferrara

Adesso si scopre il risveglio del patto del Nazareno, che come ogni compromesso politico e istituzionale al massimo aveva provocato ai contraenti qualche incubo a occhi aperti. Il patto non si è mai addormentato, e vigila tutt’ora.

Adesso si scopre il risveglio del patto del Nazareno, che come ogni compromesso politico e istituzionale al massimo aveva provocato ai contraenti qualche incubo a occhi aperti. Il patto non si è mai addormentato, e vigila tutt’ora. Infatti Berlusconi non mette veti, Renzi a sua volta si mostra aperto a discutere con lui e con ogni altro interlocutore possibile, solo Vendola e Grillo, ciascuno a suo modo, sembrano intenti alla battaglia navale, ma potrebbero di nuovo autoaffondarsi. Le truppe sparse e numerose delle minoranze, sia nel Pd sia nel giro berlusconiano sia nell’area centrista, sono destinate a riallinearsi a scelte prudenti che saranno proposte dalla leadership renziana, d’intesa con il suo interlocutore del centrodestra. E’ che non esiste, non si mostra nemmeno in figura o in metafora, una linea alternativa a quella delle riforme istituzionali, della legge elettorale ultramaggioritaria con ballottaggio, e del tentativo di sbloccare l’economia italiana contrattando anche duramente un nuovo modo di essere dell’area euro, a partire dalle questioni di debito, rigore e crescita di investimenti e di posti di lavoro in un quadro di riforme sociali e di sistema. La ripetizione dello scontro nichilista determinato dal risultato elettorale del febbraio 2013, quando Bersani si intestardì a cercare soluzioni di scontro per governo e Quirinale, e così mise in crisi la sua segreteria e portò alla rielezione di Napolitano e alla nascita di un governo di larga coalizione, sarebbe grottesca, ed è giudicata grottesca dal mainstream politico e parlamentare, al di là dei sussurri e delle solite acrobazie più o meno speculative sui nomi da mettere anticipatamente in ballo.

 

L’elezione di un capo dello stato si svolge con modalità paramassoniche (riunione delle Camere costituite in seggio elettorale con espresso divieto di discutere, nessuna candidatura anticipata o esplicita, nessuna procedura di vetting o scrutinio pubblico della persona, accordi riservati) che sembrano fatte apposta per le ambizioni sbagliate di certuni, per i giochi pericolosi di certi altri, per la diffusione di una logica di sospetto e di sfiducia reciproca, tutte cose che il regime costituzionale dei partiti padroneggiava fino a un certo punto, e che solo in rare occasioni (come l’elezione al primo turno di Francesco Cossiga) si risolsero in scelte ordinate e pienamente condivise (ci pensò poi l’eletto a dare una bella scaldata alla funzione costituzionale ricoperta dando il via a una stagione di febbricitante e picconante polemica). Ma è il clima generale che conta. Grazie a Napolitano, a Berlusconi e a Renzi un’epoca è finita, e con l’incardinamento della legge elettorale al Senato di questa fine c’è anche un segno esterno chiaro. Al di là di nervosismi di piccolo gruppo e di vecchie abitudini démodé, chi ha interesse a rovesciare il tavolo? Chi ne ha effettivamente il potere? Possiamo sbagliarci ma la risposta è: nessuno.

  • Giuliano Ferrara Fondatore
  • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.