Supertalpa a Beirut
Il comandante del gruppo più pericoloso di Hezbollah in realtà era una spia israeliana da anni.
Roma. Ieri l’agenzia France Presse ha rilanciato una storia che circola da due settimane su alcuni giornali arabi (l’ultimo ad aggiungere elementi è stato Al Rai, in Kuwait, il giorno di Natale): uno dei leader militari più importanti del gruppo armato libanese Hezbollah da anni lavorava per l’intelligence di Israele, circa tre mesi fa è stato scoperto e ora è prigioniero dei suoi per una indagine interna non meglio specificata.
La fonte della notizia sono i conoscenti dell’uomo, Mohammed Shawraba di 42 anni, che vive nel quartiere roccaforte di Hezbollah nel sud di Beirut (Dahiye) ma viene da un villaggio del sud del Libano ed è cresciuto in un clan molto fedele al gruppo sciita. “Siamo pronti a disconoscerlo”, ha detto la famiglia dopo avere saputo dell’arresto. I giornali israeliani non hanno informazioni in più sul suo caso e citano le fonti arabe.
Shawraba comandava l’unità 901, che si occupa delle operazioni segrete all’estero – come gli attentati contro obiettivi legati a Israele. Gli agenti dell’unità 901 fanno spesso parte della grande diaspora libanese (ci sono più libanesi all’estero che in Libano), passano molto tempo fuori dal paese, viaggiano come uomini d’affari, frequentano donne straniere, curano un’immagine di copertura plausibile – per quel poco che si sa. Shawraba in questi anni sarebbe stato anche responsabile della sicurezza personale del capo del gruppo, Hassan Nasrallah. L’unità 910 a partire dal 2012 avrebbe operato in Siria, a fianco delle forze del governo del presidente Bashar el Assad. Negli ultimi due giorni un sito anonimo che conteneva informazioni sull’unità speciale – stop910.com – è sparito.
Il gruppo libanese ha cominciato a sospettare di Shawraba dopo una serie di cinque attentati falliti all’inizio del 2012, scrivono i giornali. Quelle bombe avrebbero dovuto vendicare l’assassinio a Damasco di un generale di Hezbollah, Imad Mughniyeh (anche lui capo dell’unità 901).
Proviamo a rileggere le notizie di quel periodo di due anni fa. Il tre gennaio a Sofia, in Bulgaria, fu scoperta una bomba sull’autobus che avrebbe dovuto portare una comitiva di turisti israeliani verso una località sciistica. Il 13 gennaio, la polizia thailandese arrestò a Bangkok un libanese con passaporto della Svezia che confessò di essere in missione per colpire cittadini israeliani in vacanza e indicò il nascondiglio di quattro tonnellate d’esplosivo. Una settimana più tardi, il ministero della Sicurezza dell’Azerbaigian arrestò tre uomini che preparavano attentati contro obiettivi israeliani. Il 12 febbraio, altri due tentativi: a Nuova Delhi, in India e a Tbilisi, capitale della Georgia.
[**Video_box_2**]Secondo quello che scrivono i giornali arabi, Hezbollah fu certa di avere una talpa nel gruppo dopo un attentato riuscito a Burgas, in Bulgaria, nel luglio 2012: le autorità locali furono troppo veloci a individuare la rete d’appoggi dell’attentatore, che portava a Hezbollah. Morirono 5 turisti israeliani e il loro autista, colpiti da un kamikaze su un autobus dell’aeroporto. Shawraba è stato arrestato assieme ad altri quattro uomini, grazie alla collaborazione dell’intelligence iraniana, dicono persone a conoscenza del caso al Washington Post.
Ora che si sa che c’era un infiltrato dell’intelligence israeliana ai vertici di Hezbollah, è possibile guardare agli ultimi anni di storia del gruppo e vederli sotto una luce diversa. Ci sono molti episodi misteriosi e qui di seguito se ne elencano quattro – senza però fare alcun collegamento con Shawraba. L’assassinio nel 2008 di Mughniyeh, con una piccola bomba montata dentro il poggiatesta della sua auto in un quartiere di Damasco. L’uccisione di Hassan Laqees nel dicembre 2013; era il comandante di Hezbollah che si occupava di procurare al gruppo gli armamenti più pericolosi e avanzati e fu ucciso da una squadra di sicari mentre rientrava in un appartamento che usava poche volte, nemmeno i suoi vicini di casa sapevano chi era. L’uccisione di Hassan Aidar Ali, un comandante di Hezbollah che si occupava della rete di comunicazione del gruppo – un circuito telefonico indipendente; Aidar morì quando tentò di aprire un congegno di ascolto piazzato dagli israeliani che però conteneva una bomba. E il quarto episodio è in realtà una sequenza di tante notizie: i bombardamenti che l’aviazione israeliana compie con regolarità a partire dal febbraio 2012 per distruggere i convogli che dalla Siria tentano di portare missili in Libano (nota: le missioni dell’aviazione israeliana sono continuate anche dopo il presunto arresto di Shawraba, quindi forse lui non era determinante in questo caso).
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