Scandale! In Francia i gay da copertina non possono votare Le Pen
Matthieu Chartraire si è guadagnato il titolo di “Mister Gay 2015” dai lettori del magazine lgbt più patinato e fighetto di Francia: Têtu. Ma non ha mai nascosto le sue simpatie per il Front national, un dettaglio che alla redazione del mensile, così come a molti lettori, non è piaciuto.
Parigi. Matthieu Chartraire ha ventidue anni, è nato e abita a Troyes, nella Champagne-Ardenne, dove lavora come esperto commerciale per un grande gruppo internazionale che opera nel settore agro alimentare. E’ vegetariano e animalista, si definisce una persona “terra-terra”, ama profondamente la sua città d’origine, ma viaggia spesso in tutta la Francia, e in particolare nella regione parigina, perché il suo sogno è quello di guadagnarsi da vivere come modello. Per ora si è guadagnato il titolo di “Mister Gay 2015” dai lettori del magazine lgbt più patinato e fighetto di Francia: Têtu, il cui editore, fino al 2013, era Pierre Bergé, socio in affari ed ex compagno di Yves Saint-Laurent, nonché attuale azionista del Monde assieme a Xavier Niel e Matthieu Pigasse. Ogni mese, i lettori della rivista votano sul web un “Mister Gay”. E alla fine dell’anno i dodici laureati si affrontano per il titolo supremo. Ma il concorso di bellezza che dal 2010 accompagna l’uscita in edicola di Têtu ha preso quest’anno una piega inattesa, che ha fatto scorrere molto inchiostro livoroso e polemico sui media francesi. Motivo? Il neo “Mister Gay” non ha mai nascosto le sue simpatie per il Front national, un dettaglio che alla redazione del mensile, così come a molti lettori, non è piaciuto. Il direttore, Yannick Barbe, per calmare le proteste di una grossa fetta della comunità omosessuale (che ha letteralmente bombardato il sito di insulti dopo l’annuncio dell’elezione di Chartraire) ha preso subito le distanze in un’intervista rilasciata a Libération, spiegando imbarazzato che Têtu “non ha mai avuto la vocazione di eleggere dei ‘portavoce’ o dei ‘rappresentanti’ della comunità gay e che i Mister Gay sono responsabili delle loro prese di posizione”. Chartraire aveva già sollevato le polemiche lo scorso maggio, quando, appena eletto “Mister Gay” del mese, aveva postato su Facebook il video di un donna bianca percossa da un giovane nero, commentandolo in questi termini: “Ecco perché voto Front national!”. Anche in quell’occasione, tramite Twitter, Têtu aveva preso le distanze dalle “frasi scioccanti di Matthieu”: “Condanniamo con forza le dichiarazioni e i molteplici commenti razzisti o che incitano al razzismo tenuti da questa persona”.
Il malessere per l’elezione del giovane Matthieu come “Mister Gay 2015” ha spinto la redazione di Têtu a fare un passo più in là. E a decidere, in vista del prossimo concorso, di cambiare le regole, annunciando la creazione di una “carta della deontologia”. I candidati al concorso di “Mister Gay” saranno obbligati a firmare la suddetta se vorranno partecipare: “Ogni candidato dovrà riempire un questionario più dettagliato rispetto a prima, esponendo in particolare le sue motivazioni e giustificando il suo impegno per la comunità lgbt (…) Ogni candidato dovrà firmare una carta di deontologia che stipula le regole del concorso e i valori difesi da Têtu (rispetto, rifiuto delle discriminazioni, qualunque esse siano)”. Non ci vuole un ermeneuta di lungo corso, per capire che il significato di questo annuncio è pressapoco il seguente: d’ora in poi i gay li vogliamo solo de’ sinistra, niente destrorsi, frontisti et similia. Persino Libération, notoriamente gay-friendly, ha scritto che le nuove norme annunciate in pompa magna sul sito web di Têtu taglieranno fuori dalla lista degli aspiranti “Mister Gay” tutti coloro che non apparterranno alla sponda politica che piace al mensile Lgbt: “E’ probabile che tutte le condizioni siano riunite, ormai, per far sì che un ammiratore del Fn non possa più vincere”. Chartraire, incalzato da Têtu.com sulla sua prossimità di idee con il Fn, ha difeso la sua posizione, rivendicando “il diritto di votare per chi si vuole”. “Mister Gay 2016” non sarà quindi un simpatizzante del Fn, ma intanto Marine Le Pen si gode l’ennesimo acquisto dalla comunità lgbt, dopo l’adesione di Sébastien Chenu, ex Ump e fondatore dell’associazione Gay Lib, e Julien Odoul, ex Udi e “cover boy” di Têtu nel 2006. Manna dal cielo in vista delle presidenziali del 2017.
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