Il Papa: "Tanta gente ridicolizza le altre religioni. Può arrivare un pugno"
Il Papa parla ai giornalisti durante il viaggio che l'ha portato dallo Sri Lanka nelle Filippine. Libertà religiosa, dialogo con le altre confessioni, libertà d'espressione che – a giudizio di Francesco – ha dei limiti. Perché se si offende la mamma, "arriva il pugno".
E' destinata a far discutere a lungo la conferenza stampa che il Papa ha tenuto a bordo dell'aereo che lo portava dallo Sri Lanka nelle Filippine, seconda tappa del suo viaggio in Asia. Gran parte delle domande hanno avuto come tema il dialogo interreligioso, i rapporti tra le fedi e in particolare con l'Islam. Sullo sfondo, ovviamente, la strage al settimanale francese Charlie Hebdo. Per far comprendere meglio la portata delle dichiarazioni di Francesco, è utile riportare quanto scrive Radio Vaticana: "Il brivido lungo la schiena dei cronisti e dei cameraman scorre all’unisono quando Francesco, alla domanda sul diritto alla libertà di religione e a quello di espressione, come sua abitudine non svicola e va diritto al punto".
Ma ecco le frasi clou della conferenza stampa del Pontefice:
"Ognuno ha il diritto di praticare la propria religione senza offendere, liberamente, e così dobbiamo fare tutti. Non si può offendere o fare la guerra o uccidere in nome della propria religione, cioè in nome di Dio. (...) Parlava della libertà di espressione. Ognuno non solo ha la libertà, ha il diritto e anche l’obbligo di dire quello che pensa per aiutare il bene comune. L’obbligo! Se un deputato, un senatore non dice quella che pensa sia la vera strada, non collabora al bene comune. Abbiamo l’obbligo di parlare apertamente. Avere questa libertà, ma senza offendere. E vero che non si può reagire violentemente, ma se il dottor Gasbarri, che è un amico, dice una parolaccia contro la mia mamma, lo aspetta un pugno! Ma è normale! Non si può provocare. Non si può insultare la fede degli altri. Non si può prendere in giro la fede".
A proposito del discorso di Ratisbona, Francesco ha detto:
"Papa Benedetto, in un discorso, ha parlato di questa mentalità post-positivista, della metafisica post-positivista, che portava alla fine a credere che le religioni o le espressioni religiose siano una sorta di sottocultura: tollerate ma poca cosa, non sono nella cultura illuminata. E questa è una eredità dell’illuminismo. Tanta gente che sparla di altre religioni o delle religioni, che prende in giro, diciamo “giocattolizza” la religione degli altri, questi provocano. E può accadere quello che accadrebbe al dottor Gasbarri se dicesse qualcosa contro la mia mamma! C’è un limite. Ogni religione ha dignità, ogni religione che rispetta la vita e la persona umana, e io non posso prenderla in giro. Questo è un limite. Ho preso questo esempio per dire che nella libertà di espressione ci sono limiti. Come quello della mia mamma".
Il Papa ha poi risposto a una domanda sulla sua visita, a sorpresa, al tempio buddista:
"Ieri ho visto una cosa che mai pensavo, a Madhu: non erano tutti cattolici, c’erano buddisti, islamici, induisti, e tutti vanno lì a pregare e dicono che ricevono grazie. Il popolo: c’è nel popolo il senso di qualcosa che li unisce. E sono così tanto naturalmente uniti nel pregare al tempio, che è cristiano ma tutti vogliono andare là. Questa testimonianza ci fa capire il senso della interreligiosità che si vive nello Sri Lanka. C’è rispetto tra loro. Ci sono gruppetti fondamentalisti ma non sono col popolo, sono delle élites ideologiche".
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