Woody Allen ingaggiato da Amazon è già un'ossessione imperdibile
Adesso ci si chiede, soprattutto: “Sarà capace?”. Sarà capace Woody Allen, esponente del vecchio mondo, di entrare in quello nuovo e creare tredici puntate di mezz’ora ciascuna per una serie tv prodotta da Amazon?
Adesso ci si chiede, soprattutto: “Sarà capace?”. Sarà capace Woody Allen, esponente del vecchio mondo, di entrare in quello nuovo e creare tredici puntate di mezz’ora ciascuna per una serie tv prodotta da Amazon? Nella “Rosa purpurea del Cairo”, girato da Woody Allen nel 1984, Jeff Daniels esce dallo schermo ed entra nel mondo reale di Mia Farrow, ma le cose non vanno come nei sogni, e ognuno deve tornare al proprio posto. Questa volta, però, deve funzionare. Amazon ha vinto due Golden Globe con “Transparent”, la serie che racconta la vita di una famiglia di Los Angeles in cui il padre è transgender, e Ridley Scott sarà per Amazon il produttore esecutivo di un film di fantascienza tratto da un romanzo di Philip Dick, “The man in high castle”.
Il colosso del nuovo mondo va incontro a braccia spalancate ai valorosi prodotti dell’antichità, cerca una sintesi tra internet e il ponte di Brooklyn, qualcosa di bello sui cui piazzare il marchio “Amazon studios”. Woody Allen si inventerà una storia adatta a questo grandioso progetto senza titolo in streaming digitale (Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania e Giappone), dopo aver girato per decenni un film all’anno per il cinema, e non avere probabilmente mai usato internet, o comprato qualcosa su Amazon, o letto un libro su Kindle. Lui regala poesie di Emily Dickinson rilegate in pelle e spedisce vecchie cartoline infilate dentro una vera buchetta della posta. Una volta disse che le sue figlie lo compativano per questo. Lui, che una volta terminato un film se ne disinteressa completamente e passa all’idea per quello successivo (non prima di avere organizzato una proiezione privata per tutti i suoi medici), dovrà reggere lo stress delle puntate, e magari cliccare su “play”: sarà fantastico. Woody Allen, quasi ottantenne, poteva facilmente diventare un rappresentante della guerra al gigante cattivo che vuole spazzare via i libri dal mondo, che vende letteratura e cacciaviti, senza cuore e senza cervello, invece ha detto: “Non so come mi sono infilato in tutto questo, non ho alcuna idea di come cominciare”. E mentre ad Amazon sono tutti felici, entusiasti di questa nuova allure da newyorchesi nevrotici di lusso che vanno cinque volte a settimana dall’analista, l’Atlantic si chiede se Woody Allen sarà in grado di creare qualcosa di anche lontanamente guardabile e scrive che è una scommessa rischiosa: un regista-sceneggiatore dal prestigio offuscato, che in cinquant’anni di carriera non ha mai fatto un programma televisivo, che non è così amato dagli americani e su cui pesano le accuse della ex moglie, Mia Farrow, e della figlia adottiva Dylan (anche l’unico figlio naturale, Ronan Farrow, che cerca di diventare una star su Twitter e nel mondo, lo odia pubblicamente).
[**Video_box_2**]E per chi detesta Woody Allen e crede alla sua mostrificazione e al suo declino, Amazon è soltanto un’altra prova della sconfitta. Per chi invece si entusiasma per la possibilità di una sintesi fra il vecchio e il nuovo mondo, e vuole vedere Woody Allen battersi a mani nude contro i brillantissimi sceneggiatori di serie televisive attraverso cui interpretiamo e commentiamo la vita intera, questa è una grande occasione per divertirsi. “Woody Allen è un creatore visionario che ha realizzato alcuni dei più grandi film di tutti i tempi ed è un onore lavorare con lui”, ha detto uno dei capi di Amazon. “Il maestro del ridimensionamento”, come lo ha definito Diane Keaton, potrebbe ridimensionare anche la nostra ossessione per le serie televisive.
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