Più tasse meno tette

Annalena Benini

Rupert Murdoch ha tolto gli storici topless da pagina tre del Sun (ma online è tutto perdonato). Per il terzo giorno di seguito, infatti, la famosissima, mitologica, detestata page 3 del Sun ha messo il reggiseno alle modelle. Non succedeva da quarantacinque anni. Le proteste dei lettori.

Un lettore del Sun ha scritto: vigliacchi!, e molti altri hanno protestato: non siamo in nord Corea, e annunciato che non compreranno più il giornale. Per il terzo giorno di seguito, infatti, la famosissima, mitologica, detestata page 3 del Sun ha messo il reggiseno alle modelle. Non succedeva da quarantacinque anni, da quando Rupert Murdoch, proprietario del tabloid più venduto in Gran Bretagna, decise di usare il topless per nutrire i lettori, per farli svegliare la mattina con la voglia di andare in edicola, o almeno di sbirciare il giornale al bar.

 

Da allora moltissime tette sono passate sul Sun, provocando indignazione, aumento delle vendite e veloci passaggi dei ragazzini inglesi all’adolescenza, arrabbiature di molte madri (“dove credi di andare con quel giornale?”) e una vera campagna per l’abolizione di questa pagina troppo esplicita, mercificante, contraria al senso delle femministe per la parità. Ogni giorno una nuova ragazza, ogni giorno una nuova taglia di reggiseno senza reggiseno, fino a venerdì scorso. Poi, il bikini. Senza che Rupert Murdoch o i vertici del tabloid avessero fatto alcun annuncio, o organizzato un comitato di addio alle tette (il capo delle relazioni del Sun ha scritto che nessuno ha abolito la pagina tre, sta dove è sempre stata, tra pagina due e pagina quattro), ma l’altroieri Murdoch ha fatto un tweet serio sulle tasse, e qualcuno gli ha risposto: siamo un po’ confusi, hai ucciso pagina tre? Pagina tre per ora si è rimessa il costume da bagno, ma sul sito del Sun, sezione: page3.com, ieri una certa Lucy sorrideva in jeans con cerniera slacciata e nient’altro.



[**Video_box_2**]Secondo il Times e la Bbc è questo il nuovo corso: topless sul digitale, bikini sulla carta. Murdoch del resto aveva fatto un sondaggio via Twitter, lo scorso settembre, chiedendo ai suoi follower se le belle ragazze non fossero per caso ancora più belle con qualcosa di bello addosso. E anche se adesso molti uomini si sentono smarriti, con la rimozione di questa certezza, un’istituzione pari a quella di James Bond, le tette a pagina tre, ci sono donne che esultano, e che fino a ieri indicavano pagina tre del Sun come uno dei segni dell’oppressione maschile, come un motivo per cui vergognarsi di essere inglesi. Stella Creasy, deputata laburista che ha partecipato alla campagna di opinione contro le tette in allegato (“No more page three”), ha ripetuto ieri che quella pagina tre significava sessualizzazione, donne oggetto, e il messaggio per cui quel che importa, nelle donne, non è certo il cervello. “Non era il mondo in cui volevamo vivere”, e Rupert Murdoch ha ascoltato le rimostranze, ha cambiato politica. I bikini sono piuttosto micro, non somigliano affatto a un tailleur, le ragazze sono sempre bellissime, e la pagina tre è raggiungibile con un clic: probabilmente questo cambio di politica, oltre che con il bisogno di assecondare il pubblico femminile e il rispetto per il corpo delle donne (varie ragazze si sono dette sollevate di non dover più fare quegli impietosi confronti davanti allo specchio del bagno, con il giornale in mano), ha a che fare con l’idea di una visione più privata. Una volta si infilava Playboy dentro il libro di storia, adesso non si nasconderà più il Sun sotto la pila della biancheria da stirare. E’ una vittoria per le donne? Sul Guardian se lo sono chieste, e nessuna si è dichiarata totalmente soddisfatta: il Daily Star, ad esempio, continua con il solito topless a pagina tre, e il problema, comunque, è venire presentate come oggetti sessuali. Anche con un triangolo di stoffa addosso, il messaggio non cambia. Anche se per i lettori del Sun qualcosa cambia, visto che da ieri urlano: we want tits.

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  • Annalena Benini
  • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.