Il primo ministro libico del governo di Tobruk Abdullah al Thani (al centro della foto)

Libici a Roma

Daniele Raineri

Le due parti in guerra si sono incontrate ieri per la prima volta, con la gestione del governo italiano.

Roma. Ieri il sito Maghreb Confidential ha pubblicato una notizia che spiegherebbe il ruolo cruciale dell’Italia nei negoziati per far cessare la guerra civile in Libia, se fosse confermata. Il primo ministro libico del governo di Tobruk, Abdullah al Thani, è arrivato a Roma nel pomeriggio di due giorni fa e starà fino a domani. Il governo di Tobruk è quello che gode di maggior legittimità a livello internazionale e nei mesi scorsi ha appoggiato la cosiddetta “operazione Dignità” contro le milizie di Tripoli. In Italia è arrivato anche, passando da Algeri, il presidente del Congresso nazionale ribelle con sede a Tripoli, Nuri Abu Sahmain, a cui fanno capo i gruppi islamisti ma non soltanto che si fanno chiamare “Alba della Libia”. Ieri era previsto l’incontro, ma al momento di andare in stampa questo giornale non aveva una conferma diretta da parte della Farnesina. Se c’è stato, è il primo tra gli schieramenti – impegnati in una guerra disastrosa – dopo il boicottaggio dei colloqui di Ginevra. 

 

Fin dall’inizio del conflitto Roma procede in equilibrio tra le due parti, senza sceglierne una in particolare, e continua a tenersi in contatto con entrambe soprattutto grazie agli sforzi dell’ambasciatore italiano a Tripoli, Giuseppe Grimaldi. L’ambasciata italiana è una delle poche rimaste aperte nella capitale libica (americani e inglesi le hanno evacuate da tempo). Secondo Maghreb Confidential, il ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni, aveva ricevuto il via libera dai colleghi europei lunedì 19 gennaio per promuovere l’incontro, e starebbe gestendo il dossier assieme al capo della diplomazia europea, Federica Mogherini.

 

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  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)