Tsipras e noi
“Liberi dall’onere di eleggere il presidente della Repubblica assumeremo presto un ruolo centrale tra i poli opposti di Berlino e di Atene”, dice Sandro Gozi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio. “Saremo ancora più assertivi nella politica europea”.
Roma. “Liberi dall’onere di eleggere il presidente della Repubblica assumeremo presto un ruolo centrale tra i poli opposti di Berlino e di Atene”, dice Sandro Gozi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio. “Saremo ancora più assertivi nella politica europea”. E qualche settimana fa, in una conversazione privata e dal tono informale con un grande imprenditore italiano, uomo d’esperienza e preoccupato per lo stato dell’economia compressa dai vincoli europei di bilancio, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha confermato la sua intenzione di aprire a breve un’offensiva. E per questo – ha spiegato Renzi al suo più anziano interlocutore – ci vorrebbe anche un presidente della Repubblica “rassicurante”, cioè conosciuto nei governi stranieri, tra gli alleati europei e nell’amministrazione americana, che faciliti l’operazione. Dice Gozi: “Tra poco più di quindici giorni si terrà un Consiglio europeo molto importante, perché si dovrà discutere del piano di investimenti. E tra febbraio e giugno si giocherà la grande partita sulla governance dell’euro, con la relazione e il nuovo piano, cui stanno lavorando Mario Draghi e Jean-Claude Juncker, e che riguarda anche le politiche di coordinamento dei bilanci europei. Intanto, in Grecia, ha vinto Tsipras e questo è per noi un elemento interessante, che modifica il contesto degli equilibri”. E insomma, dice il sottosegretario, la vittoria del giovane leader di Syriza, che già pulsa, rumoreggia, corre e provoca, apre in Europa uno scenario di fluida ambiguità e felice incertezza che l’Italia potrà usare a proprio vantaggio: “Ci consente nuovi e superiori margini di manovra nello scacchiere”, dice Gozi, “un ruolo nuovo, di mediazione. Il risultato delle elezioni di Atene ci dà una spinta che va oltre il peso reale della Grecia nell’economia e nella politica europea. L’ombra dell’austerità economica ha già preso qualcosa di leggero, addirittura di fragile”. Ma Tsipras è anche un problema, un’incognita, avvolto com’è da pulsioni antisistema. Nel programma di Syriza è prevista l’uscita della Grecia dalla Nato. Che strano genere di interlocutore potrà essere?
Ma Gozi non crede in quel frasario esagitato, “e non credo nemmeno che riassumerà i dipendenti pubblici licenziati”, Tsipras è un contestatore convinto, “non alieno però al senso di realtà”, e l’opinione pubblica, anche nella Grecia depressa, ha una memoria da niente e uno stomaco di ferro. Dunque “nessuno è sul serio preoccupato da Tsipras, nemmeno gli americani”, malgrado il programma di governo di Syriza preveda persino l’abolizione degli accordi di cooperazione con Israele e il sostegno alla nascita di uno stato palestinese. “Gli americani, più di tutti gli interlocutori esterni all’Unione, auspicano un’Europa capace di uscire dalla gabbia dell’austerity, dunque non possono che essere interessati alla vittoria di Syriza”, anche se il primo ambasciatore ricevuto da Tsipras è stato quello russo, seguìto da una lettera di felicitazioni del governo cinese. E insomma nel governo italiano vedono “uno Tsipras pragmatico”, dice Gozi, “alla ricerca di gesti simbolici come il viaggio a Cipro, ma saldamente legato al principio di realtà. E se infatti Renzi e Tsipras si incontrassero, sarebbe magnifico. Non c’è dubbio che il leader greco farà un giro delle capitali: Parigi, Roma, Berlino e Bruxelles. Il presidente francese, François Hollande, lo ha già invitato a Parigi, e anche i francesi, mi pare, come noi italiani, si preparano a utilizzare il risultato di queste elezioni in Grecia per rafforzare una linea di maggiore elasticità nella politica economica europea e di alternativa al rigore. Il quadro è molto fluido, e proprio per questo ricco di opportunità di manovra per un governo come il nostro, che ha aperto una breccia sviluppista in Europa, e a cui sveltezza e tempestività non mancano”.
[**Video_box_2**] E tutto dunque appare in movimento, niente destinato a durare nel tempo, e quest’impressione di travolgente precarietà dà alle cose un aspetto più concreto e vitale. “Ma bisogna agire dall’interno”, dice Gozi, “rispettando equilibri e procedure, utilizzando con abilità anche le posizioni più estreme e bellicose che esprime la Grecia. E’ infatti con la diplomazia e la politica che si ottengono i risultati. La maggiore flessibilità fin qui conquistata, vale la pena ricordarlo, l’abbiamo ottenuta da dentro il sistema, parlando con Berlino, e senza gesti convulsi di rottura. Dobbiamo essere innovativi, ma dentro gli equilibri. A metà tra Berlino e Atene”, ed è come se il governo di Roma si candidasse a tradurre in tedesco il caudillismo ellenico di Tsipras. E quando si traduce, ovviamente, alla fine, tra le parole ci si infila anche qualcosa che nell’originale non c’era. “La partita è complessa e va giocata intorno a Berlino”, e insomma, dice Gozi, il concerto dovrà risultare unitario e armoniosamente concorde, senza note false, sgradevoli dissonanze, e tasti sbagliati. “Ma siamo noi il polo della politica alternativa al rigore”, e Renzi, tra poco più di quindici giorni si presenta all’eurogruppo.
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