Come trovare marito. La ricetta giapponese

Giulia Pompili

Il problema è estremamente serio, sia dal punto di vista sociale sia dal punto di vista economico. Ecco come Abe e i sindaci giapponesi cercano di sopperire all'emergenza demografica. Si moltiplicano gli eventi, le feste, le organizzazioni che aiutano i giapponesi a incontrarsi, perché è l’incontro, la parte più difficile. Dicono.

Il problema è estremamente serio, sia dal punto di vista sociale sia dal punto di vista economico. Abbiamo più volte raccontato l’inarrestabile emergenza della demografia giapponese: il paese del Sol levante sta diventando un paese per soli vecchi (una faccenda che condivide con la Corea del sud). E il motivo vero per cui i giapponesi non si sposano e non fanno figli è ancora tutto da investigare. Dal punto di vista pratico, però, il governo di Tokyo sta da tempo predisponendo misure ad hoc. C’è un ministero del governo che si occupa della Natalità, ed è sotto il dicastero della Salute. Alcuni provvedimenti dell’Abenomics, la politica economica del primo ministro Shinzo Abe per riportare a crescere il Giappone, è stata chiamata Babynomics: più posti negli asili, più assistenza per le donne che lavorano, molte photo opportunity di premier e first lady Akie Abe in mezzo ai bambini.

 

Mettetevi però, per un attimo, nei panni del sindaco di una città che diventa sempre più vecchia, e che rischia di scomparire perché i suoi abitanti non si sposano più, non copulano più, e si affaccia dal palazzo del municipio e guarda, malinconicamente, la solitudine attraversare le strade. Insomma, cosa fareste, nei panni di quel sindaco? Non basta andare a pregare nei santuari shinto – un reportage di pochi mesi fa dell’Nhk mostrava che gran parte dei pellegrinaggi femminili sono finalizzati al matrimonio. Ma dal sacro al profano il passo è breve. In Giappone si moltiplicano gli eventi, le feste, le organizzazioni che aiutano i giapponesi (maschi e femmine, ça va sans dire) a incontrarsi: perché è l’incontro, la parte più difficile (dicono). Poi c’è da mettersi d’accordo per non dormire tutta la vita da soli… insomma, un compromesso lo si trova. E allora a Tokyo sono famosi i jogging-kon, delle corse serali la cui unica regola è correre a coppie, una dietro l’altra, rigorosamente formate da un maschio e una femmina che non si conoscono. Si corre, ci si conosce. E magari si torna a casa correndo insieme, come si corre incontro a un matrimonio.

 

[**Video_box_2**]Poi c’è la storia del miyakon, una festa per single nata in un locale della città di Utsunomiya (la capitale della prefettura di Tochigi) nel 2004 e finita per raccogliere oltre 20 mila persone da tutto il Giappone. Il miyakon è diventato una specie di Festival per i single che si tiene a cadenza mensile: si paga il prezzo del biglietto, un migliaio di yen (anche se quello degli uomini di solito costa un po’ di più, come spiega Jun Hongo sul Japan Times) si può partecipare a pranzi, cene e aperitivi dedicati. E se va bene, si consuma non solo la pizza. Ovviamente un altro grande business è quello dei konkatsu, ovvero le agenzie matrimoniali (più tecnicamente cacciatori di matrimoni). Sul Wall Street Journal di oggi un articolo di Eleanor Warnock spiega che uno dei problemi di trovare un partner a un single (specie se maschietto) è la casa. Un vitellone costruisce la propria dimora intorno a se stesso, non certo nell’ottica di coppia. E dunque l’agenzia immobiliare di Rintaro Kikuchi, a Tokyo, sistema gli appartamenti in modo che siano attraenti anche per un futuro partner.

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.