Alexander Zakharchenko

Le parole di Zakharchenko

Daniele Raineri

Il leader dei separatisti nel Donbass tra incomprensioni e fanfaronate.

Roma. In questi giorni si parla molto di Alexander Zakharchenko, il leader dei separatisti ucraini, per le sue due dichiarazioni più recenti: “L’Ucraina è governata da ebrei miserabili” e “Mobiliteremo centomila uomini nei prossimi dieci giorni”. La prima è circolata molto ma è falsa, è un caso di cattiva traduzione. Zakharchenko si stava lamentando in conferenza stampa, ha detto che non si ricorda nella storia patria un governo simile, “i cosacchi non si sono mai fatti comandare da gente che non ha mai tenuto una spada in mano, c’è persino una canzone su YouTube: ‘Quando i cosacchi ebrei si sono ribellati’, e be’, lungi dall’essere cosacchi ebrei loro sono i rappresentanti più patetici di questa grande nazione”. Caso archiviato, non c’è antisemitismo (ma è presto per fare di lui un eroe del progressismo).

 

L’altra dichiarazione di Zakharchenko, quella sulla mobilitazione in dieci giorni, suona come una fanfaronata per rispondere all’esercito di Kiev. Il governo centrale a metà gennaio ha annunciato che gli uomini tra i 25 e i 60 anni d’età e le donne  tra i 25 e i 50 anni d’età “potrebbero essere reclutati nell’esercito, se necessario”, nell’ambito di una mobilitazione che dovrebbe portare 78 mila nuovi soldati e che durerà mesi. L’ex elettricista di 39 anni che comanda il fronte opposto vuole invece un reclutamento lampo: “Ci sarà una mobilitazione generale nella Repubblica popolare di Donetsk nei prossimi dieci giorni, il nostro piano prevede di chiamare fino a centomila uomini”. Non è chiaro dove prenderà i suoi centomila, considerato che la Repubblica popolare di Donetsk copre un’area abitata da meno di due milioni di persone in tempo di pace e ora è svuotata in parte dai combattimenti.

 

[**Video_box_2**]Il trentanovenne elettricista è ora la faccia perfetta per il suo ruolo in una guerra che sfugge alle definizioni degli analisti. Alcuni la chiamano “ibrida”, altri la chiamano “speciale”, è un misto tra una guerriglia spontanea, una campagna permanente di disinformazione e una grande manovra militare sponsorizzata da uno stato straniero – che però insiste a chiamarsi fuori. Venerdì 23 gennaio Zakharchenko ha annunciato una grande offensiva su più fronti, anche sulla città costiera di Mariupol’, il giorno dopo un bombardamento con razzi su Mariupol’ ha fatto strage di civili – 41 morti – lui ha dato la colpa all’esercito ucraino e non ha più parlato della città.

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  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)