Salvare la democrazia dai suoi difensori
Dove ti giri trovi qualcuno che spiega che la democrazia è in pericolo. Le lacrime di Saviano, gli editoriali di Rep, i Carabinieri di Asor Rosa, la Cgil, Benigni, la sinistra, le procure, persino il Cav. Perché la notizia della morte della democrazia è fortemente esagerata. Contro appello.
Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo:
Spettabili signori, cari ortofrutticoli della redazione, innanzi tutto permettete che mi presenti: sono la signora Italia Democrazia, nata il 25/4/1945, senza fissa dimora (a me, a Cesano Boscone non mi ci mettono). Ho una certa età, ormai, ma me la cavo ancora bene: la pressione ha i massimi un po’ alti, causa stress quotidiano, certe giunture ossee nella seconda mia parte, dal bacino in giù, mandano qualche cigolìo, ma nel complesso mi reggo ancora in piedi: dall’artrite mi difendo, i reumatismi mi trattano con garbo, la vista mi assiste. Pure i valori delle analisi sono nella media, tranne qualche preoccupante innalzamento della glicemia. Ne ho viste di tutti i colori (proprio oggi il signor Alfano Angelino ballare sulle note di “Ymca” dei Village People: è da quando sentii il signor Longo Pietro cantare “La vie en rose” in televisione che non mi impressionavo tanto), ma resto in fondo una gran sentimentale, e ancora adesso, se qualcuno attacca “Bella ciao”, beh, non vi nascondo che un filo di commozione lo provo. Pure quando canta il signor Santoro Michele. Voi, che siete cinici sperimentati, e certe volte pure un po’ stronzi, direte: e questa che vuole? Il medico della mutua? La legge Bacchelli? Una badante moldava? Grazie, faccio da me. Vi scrivo per una questione eminentemente politica – e non avendo né il tuìt né il feisbuc (pure perché se mi arriva un tuìt “#democraziastaiserena”, passo per riflesso e autodifesa al fiasco del Chianti), manco il fax mi hanno dato, prendo carta e penna. Trattasi di missiva che ho molto discusso con due mie care amiche, la signora Italia Costituzione, nata il 1/1/1948 – da certi, che stanno più in confidenza, detta “la Carta”, e che io, visto che ci conosciamo da sempre, chiamo “la Costi”, che poi non avete idea delle arie che si dà, da quando le hanno detto che è “la più bella del mondo”: ha principiato a mettersi i tacchi alti come la signora De Filippi Maria in trasmissione – e la signora Italia Repubblica, nata il 2/6/1946 – che tra di noi appelliamo come “la Rep”, pur non essendo domiciliata in Largo Fochetti, anche se sempre ripete che il dottor Mauro Ezio è proprio un bell’òm. Perciò, anche a loro nome vi scrivo.
La questione è questa – ed è espressamente collegata all’innalzamento del mio tasso glicemico: non potete dire, per favore, di volermi meno bene? Un po’ sì, fa piacere: la coccola ogni tanto, il Bacio Perugina, il gattino di peluche, il cd di Tiziano Ferro, la maglietta del concerto del signor Biagio Antonacci, il magnete per il frigorifero: “Da Padre Pio andai / a te pensai / e questo ricordo ti portai”, oppure quello da mettere sul cruscotto della Multipla: “Democrazia non correre, pensa a noi”. Per carità, tutte cose che fanno piacere. E onestamente, tutte cose meritate, che se non c’ero io stavate ancora a marciare per le bonifiche pontine, altro che Gay Pride! Però, per favore, non esageriamo. Soprattutto, non esagerate. Voglio dire: pure io devo campare! Ho una certa età, seppure gagliardamente portata (col signor don Matteo possiamo ancora andare in bici, e come acume bagno il naso a Miss Marple), lo stesso pensate che faccia bene alla mia pressione aprire ogni mattina il giornale e scoprire che sono in pericolo, che vogliono accopparmi? Giri la pagina: “Democrazia in pericolo!” – corro alla macchinetta della pressione, ed ecco il bel risultato: 120/180. Ma è vita questa? Giri l’altra pagina: “Pericolo per la democrazia!”. Una signora della mia età, che non passa giorno senza che si senta come la signora Leigh Janet sotto la doccia del signor Bates Norman, c/o il Bates Motel? Ma che vi pensate che sia, la signora Bellucci Monica col suo signor 007? Dovrebbero avere un po’ più di considerazione, ché se stanno sempre a dire che sono in pericolo alla fine si scocciano tutti, e quando magari davvero arriva – corna, bicorna, cap’alice e capa d’aglio! – un beccamorto alla Pinochet Augusto (senza signore, si capisce), stanno tutti a lucidare i frustini per farsi una sfumatura di grigio prima dell’apericena e se ne fregano: ah, è la solita democrazia in pericolo…
Vengo al dunque. Ieri mattina apro il Corriere e leggo l’articolo del signor Polito Antonio – lo leggo sempre, pure per via di quei suoi baffetti, che mi ricordano il signor Nazzari Amedeo di quando ero giovane. E che ti trovo? “Ma se la questione democratica esiste…”. Oddio, ci risiamo! Avevo pure finito la valeriana: ma mi volete proprio condannare al Prozac?
Due pagine, ecco il signor Landini Maurizio in Pomigliano – quello che porta sempre la felpa, come il signor Salvini Matteo: ma cosa sono, dei rapper? – che mi fa: “A rischio la tenuta democratica del paese”. E a proposito del signor Salvini, pure lui: “Diciamo che Renzi sia un pericolo per la democrazia” – ma sempre io ci sto di mezzo, anche in Padania che mica è roba mia? E neanche avevo ripreso fiato dagli avvertimenti ultimi della signora Boldrini Laura (di cui la mia amica Rep. ha sempre ammirato una sua elaborata pettinatura, “meglio di me quando sono turrita”, dice ogni volta che la vede), da quelli della signora Camusso Susanna in Cigielle, che ha evocato la “torsione democratica” – non so se pure lei sia andata a vedere le sfumature grigie – e va bene che le ossa mie stanno ancora a posto, ma una telefonata un po’ preoccupata all’osteopata mi è toccata farla. Poi, il signor Fassina Stefano, un bel giovanotto, tanto un caro ragazzo, che però mi dà una preoccupazione al giorno: “Un pericolo per la democrazia, del paese e del partito, una deriva plebiscitaria della democrazia”. Capito, deriva (e lasciamo perdere il plebiscitario). Ho chiuso gli occhi e mi sono chiesta: ma chi sono io? La Concordia, il pattino che ha perso i pedali, il canotto che ha bucato? Ma vi volete dare una regolata? Per ogni zuffa, mi mettono di mezzo: è in pericolo, va alla deriva, è in torsione… Ma per chi mi avete preso, per Wonder Woman? La Costi e la Rep, beate loro, mi dicono sempre di stare tranquilla, che io mi agito troppo, che casomai richiamano il signor Benigni Roberto a Sanremo – “pure tu mica scherzi come più bella del mondo” – ma io tranquilla del tutto non riesco mai a stare. Niente: mi si para davanti un momento l’allarme del signor Mineo Corradino, un altro ancora quello di tutti i signori dell’Anm, che pure loro quanto a “democrazia in pericolo”, arrivano tutti i firmatari del Fatto, ’na carovana de gente, “in gioco il futuro della nostra democrazia” (e daje!), c’è professor signore Zagrebelsky Gustavo, che so illustrissimo, “siamo quasi al punto zero della democrazia”, il signor Grillo Beppe sul sito (me lo ha segnalato la Costi, che quella smanetta sempre)…
E mica da oggi. La signora ministro Kyenge Cécile mi spaventò, una volta, quando se la prese con vari deficienti sparsi: “Non sono il bersaglio di certi attacchi razzisti, è la democrazia stessa a essere in pericolo”. E ancora ripenso a quella sera in cui il signor Saviano Roberto, c/o il signor Fazio, denunciò: “La democrazia è in pericolo” – un fremito ebbi, ché il signor Saviano sa sempre quello che dice, subito lo capisci, così tale e quale mi sentii, giuro, ai gigli dei campi evocati dalla signora Littizzetto Luciana, coinquilina dello stesso signor Fazio: “Baciata dal sole, lambita dal vento e pisciata dai dobermann”. Pure se non vogliono far insegnare all’università il signor Caruso Francesco, che si sa, piuttosto vispo è, per il signor Ferrero Paolo, rifondatore della Rifondazione, ci vado di mezzo: “Democrazia in pericolo”. Perciò sempre spaventata me ne sto – come Ava Gardner in “Terremoto”, peraltro senza il soccorso dei sonniferi: sveglia mi vogliono, sveglia mi tocca stare.
Dove ti giri trovi qualcuno che spiega che ti stanno per fare la festa. Non vi dico cosa ho passato, anni fa, quando mi venivano quasi tutti i giorni a fare girotondi dove stavo, e c’erano il signor Moretti Nanni e il signor Floris d’Arcais Paolo, “la democrazia è in pericolo”, e mi attaccavo disperata alla corona turrita di Rep, che è di buon metallo ferroso. E il signor Berlusconi Silvio, da quando si è risentito col signor Renzi Matteo, prima per qualche mese è stato buono come pupo che dormiva – la Costi diceva: manco sembra di averlo, come il ponte sui molari – adesso ha ripreso: “Abbiamo la consapevolezza di non vivere in una vera democrazia…” – e chi pensa che io sia, una comparsa di “Scherzi a parte”? Ho visto tutto – altro quello lassù dalle parti di Orione: persino il signor Di Pietro Antonio che comprò una pagina sull’Herald Tribune, ci mise la sua foto e titolò: “Democracy is in danger in Italy. Appeal to the international community” – quelli, beati loro, hanno diritto alla felicità, io manco a un po’ di pace. E il signor attore Grant Hugh dire che il signor Berlusconi era “pericolo per la democrazia”, anziché solo azzardo per la tricologia. Quattro matrimoni, un funerale e una mezza cazzata. E faccio presente che giusto dopodomani, a Firenze, s’avvia un convegno così titolato: “La democrazia minacciata”. Vedete, se non ho ragione a non poterne più? Inutile continuare. Sapete che vi dico? Che quasi quasi trovai consolazione quando il signor Asor Rosa Alberto scrisse sul manifesto che per difendermi era meglio chiamare gli spett.li Carabinieri e la spett.le Polizia di stato – ché sempre difesa da sapienti ma stagionati professori mi trovo, almeno un forestale palestrato o uno sbirro con pettorali mi sembrano gradevolissima variante. Facciamo a capirci: se proprio deve andare avanti così, oltre al costituzionalista voglio pure il tronista! Tanto dovea (e volea) dire. Grazie. Distinti saluti, vostra Italia Democrazia.
Il Foglio sportivo - in corpore sano